giovedì 1 marzo 2012

CROAZIA: IL PARLAMENTO ITALIANO RATIFICA IL TRATTATO DI ADESIONE ALL'UE

Martedi' sera, un'altro momento importantissimo per l'ingresso della Croazia nell'Ue. Il Senato italiano a stragrande maggioranza ha ratificato l'Accordo di adesione della Croazia all'Ue e con questo atto l'Italia, dopo la ratifica della Camera dei deputati avvenuta lo scorso 15 febbraio, si e' aggiunta alla lista dei tre paesi che precedentemente hanno ratificato l'accordo croato, vale a dire Slovacchia, Ungheria e Bulgaria. Al dibattito e al voto in Senato ha assistito anche il presidente del Sabor croato Boris Šprem.
Il presidente del Senato, Renato Schifani, ha sottolineato che il desiderio di ratificare l'accordo croato al piu' presto corrisponde all'importanza di questo atto anche come dimostrazione dell'amicizia e dei sentimenti fraterni verso la Croazia. Schifani ha espresso la speranza che questo sara' un segnale anche agli altri Paesi di accelerare il processo di ratifica e ha sottolineato che la Croazia nell'Ue e nella regione sara' un fattore di stabilizzazione. Per il presidente del Parlamento croato, Boris Šprem, l'atmosfera al Senato il quale ha votato a favore dell'accordo croato con 216 voti, due contrari e 22 astenuti, e' stata un'atmosfera di amicizia e ha ringraziato per la veloce ratifica tenendo presente che la procedura delle decisioni nel Parlamento italiano e' complessa e lunga. "Il solenne atto della ratifica odierna l'amicizia del popolo italiano verso quello croato ha raggiunto il suo culmine" ha valutato Šprem.
Marina Szikora (Corrispondente di Radio Radicale. Il testo è tratto dalla puntata odierna di Passaggio a Sud Est)


L'intervento del deputato radicale Maurizio Turco nel dibattito alla Camera sulla ratifica del trattato di adesione della Croazia all'Ue

Signor Presidente,
mi consenta di fare un intervento, per così dire, a futura memoria per ricordare alcuni fatti e alcune date. Oggi si realizza l'obiettivo di una lotta radicale, del partito radicale, politica e istituzionale; una lotta di vent'anni che siamo riusciti a portare avanti anche grazie al sostegno di coloro, dei vari partiti nazionali, che si sono iscritti al Partito Radicale non violento transnazionale e transpartito e ci hanno consentito, già all'indomani della dissoluzione dell'ex Jugoslavia, di porre il problema dell'ingresso di quei Paesi nell'Unione europea.
Oggi si continuano a citare i Paesi balcanici, ma si pensa solo alla Serbia. La nostra lotta comprende anche l'ingresso della Bosnia, della Macedonia, del Kosovo e dell'Albania, cioè di quella enclave balcanica che è nel cuore dell'Unione europea. Ma appunto, a futura memoria: quando a Lubiana fischiavano le sirene degli allarmi della contraerea, lì c'era il Partito Radicale, c'era il consiglio federale del Partito Radicale riunito. Nel 1991, a Zagabria, sotto le bombe del criminale Milosevic, c'era il consiglio federale del Partito Radicale. Nel 1992, nella trincea di prima fila, a Osijek, per segnalare e significare che stavamo dalla parte degli aggrediti e non da quella degli aggressori, in trincea con la divisa croata c'erano i militanti radicali con Marco Pannella.
Questa è una storia, cari colleghi, che avete tentato e continuate a tentare di cancellare, la storia di quegli anni, in cui in questo Paese il servizio pubblico radiotelevisivo mandava le dirette non da Sarajevo, non da Lubiana, non da Zagabria, ma dalla Serbia di Milosevic, le dirette di Michele Santoro, confondendo i piani fra aggrediti e aggressori. Noi oggi con questo voto ristabiliamo una verità e ridiamo una dignità a quell'Europa che in quel momento fece finta di non sentire e di non capire e che ha aspettato vent'anni per riconoscere una necessità per l'Europa stessa di allargare i confini a quella enclave balcanica, a quei Paesi che sono circondati dai Paesi europei e a cui non è consentito svilupparsi e vivere insieme agli altri Paesi europei con le regole europee, a partire dal rispetto dei diritti umani fondamentali.
Qualcuno qui ha avuto il coraggio di chiedere al Governo che vigilasse sul rispetto dei diritti umani in Croazia. È una vergogna! Noi continuiamo a chiedere agli altri Paesi quello che non abbiamo il coraggio di chiedere a noi stessi (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico)!
Noi siamo abitualmente condannati dalla Corte europea dei diritti dell'uomo per la violazione dei diritti umani fondamentali, dagli anni Ottanta! Signor sottosegretario, noi abbiamo, ormai, condanne di vent'anni in cui si continua a dire che, a causa della nostra giustizia, è in pericolo lo Stato di diritto. Da vent'anni, il Consiglio d'Europa e il Comitato dei ministri continuano a ripetere che, in questo Paese, è in pericolo lo Stato di diritto. Pertanto, io credo che dovremmo fare una riflessione più approfondita. Sono contento dell'unanimismo, dell'unità che ci vede oggi insieme a votare per l'adesione e l'ingresso della Croazia nell'Unione europea. È stata una lunga lotta, dura e difficile, un obiettivo l'abbiamo raggiunto. Lo ribadisco: voglio ringraziare quei colleghi di altri partiti che, con la loro iscrizione al Partito Radicale, hanno consentito tutto questo (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico)


Dal sito di Radio Radicale

Camera dei Deputati

Adesione della Croazia all'Unione Europea (ddl di ratifica, discussione generale, esame articoli, votazione finale) 

Dichiarazione di voto finale di Maurizio Turco (Radicali-Partito democratico)


Senato della Repubblica

Adesione della Croazia all'Unione europea (ddl di ratifica, discussione generale, esame articoli, votazione finale)

Dichiarazione di voto finale di Marco Perduca (Radicali-Partito democratico)

Nessun commento:

Posta un commento