giovedì 27 febbraio 2014

PUSIĆ E VUČIĆ: IL PASSATO QUESTIONE DELLA CORTE, LA COLLABORAZIONE COMPITO DEL PRESENTE E DEL FUTURO

Le accuse reciproche tra Croazia e Serbia sui crimini di guerra stanno per arrivare davanti alla Corte internazionale di giustizia dell'Onu

Di Marina Szikora
La Serbia e la Croazia, attraverso le reciproche cause per genocidio davanti alla Corte Internazionale di Giustizia delle Nazioni Unite all’Aja risolveranno i problemi del passato, mentre la politica attuale e le relazioni tra Zagabria e Belgrado guarderanno al presente el futuro. Questa la valutazione comune della vicepresidente del governo croato e ministro degli Esteri e affari europei, Vesna Pusić, e del vicepremier uscente serbo Aleksandar Vučić a seguito del loro incontro lunedi’ a Belgrado.”Quali che siano gli sviluppi all’Aja, concordiamo che si tratta di risolvere i problemi del passato, mentre il nostro lavoro e’ quello di prenderci cura del presente e della vita della gente adesso e nel futuro”, ha sottolineato Vesna Pusić alla conferenza stampa congiunta. Aleksandar Vučić da parte sua ha rilevato che entrambi i paesi si impegneranno comunemente e faranno tutto il possibile affinche’ i problemi del passato non “avvelenino le relazioni bilaterali e il fatto che le vicende del passato si vedano in modi diversi”, la Croazia in un modo, la Serbia nel modo del tutto diverso.

Quello di lunedi’ è stato il terzo incontro tra Pusić e Vučić nell’arco di 11 mesi e si è tenuto ad una settimana della prima udienza nella cause per genocidio mosse, l'uno contro l'altro, dai due Paesi davanti alla Corte di Giustizia dell’Aja. La ministro Pusić ha ricordato che “ci sono stati la volonta’ e gli sforzi” affinche’ i problemi dei procedimenti si risolvessero in un modo diverso ma “purtroppo questo non si e’ riuscito a fare, le precondizioni non sono state adempiute”. Una delle condizioni chiave per la Croazia e’ la questione delle persone scomparse e qui non ci sono stati passi avanti. Pusić ha valutato che le quattro settimane di illustrazione delle prove davanti alla Corte dell’Aja non saranno per niente piacevoli, ma le autorita’ sia di Belgrado che di Zagabria non devono permettere che quest’atmosfera si trasferisca sulle attuali relazioni tra i due Stati.

Anche Vučić concorda che le argomentazioni “non devono alzare le tensioni e le passioni” tra i cittadini dei due Paesi. Confermando che non e’ stato raggiunto un accordo sul ritiro delle accuse perche’ “secondo la Croazia le condizioni non sono adempiute” mentre la Serbia afferma di “aver fatto il tutto possibile e che altri dati non ha potuto trovare e consegnare”, Vučić ha sottolineato che per le generazioni giovani “e’ sbagliato entrare nel processo davanti alla Corte Internazionale di Giustizia poiche’ esse non hanno una catarsi da attraversare”. Le due parti concordano di avere la responsabilita’ per la stabilita’ dei loro Paesi ma anche dell’intera regione poiche’ entrambi hanno scelto la via europea e le riforme. Vučić ha informato che a questo incontro la Serbia ha consegnato alla Croazia 38.439 registrazioni aeree che dovrebbero servire per la legalizzazione degli edifici costruiti illegalmente in Croazia. Pusić ha spiegato che la Croazia apprezza molto questo gesto di Belgrado poiche’ servira’ ad aiutare a risolvere oltre 800.000 richieste di legalizzazione.

Il vicepremier serbo ha ammesso che la parte serba non ha rispettato una delle precedenti promesse che riguarda la stampa dei libri in lingua materna per gli allievi della comunita’ croata in Serbia. A tal proposito ha promesso di impegnarsi personalmente affinche’ questo problema sia risolto al piu’ presto possibile. In compenso, Vučić ha chiesto alla sua ospite croata maggiore collaborazione per quanto riguarda la sistemazione dei profughi serbi e il rispetto dei diritti dei serbi al cirillico in Croazia. Vesna Pusić ha ribadito che nel contesto del processo di integrazione europea della Serbia, Zagabria avra’ le stesse posizioni: pieno sostegno nel processo ma anche richiesta di implementare e rispettare gli standard europei. “Tutto quello che non e’ parte del processo di integrazione europea verrà risolto bilateralmente“, ha rilevato Pusić.

Alla conferenza stampa congiunta, inevitabile e’ stata la domanda della posizione croata e serbia relativa alla situazione in Bosnia Erzegovina. Pusić e Vučić hanno sottolineato che per entrambi i Paesi e’ importante la pace nella regione. Secondo la ministro Pusić la questione di una terza entita’ in Bosnia Erzegovina, vale a dire quella croata separata da quella bosgnacca, non e’ all’ordine del giorno della politica croata, ma e’ invece un modello di stabilizzazione della situazione in Bosnia Erzegovina. La Croazia ne e’ responsabile anche in quanto membro dell’Unione Europea, ha rilevato Pusić.

Testo tratto dalla trascrizione della corrispondenza per la puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda il 27 febbraio a Radio Radicale

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