giovedì 26 settembre 2013

LA “LEGGE PERKOVIĆ” COMPROMETTE I RAPPORTI TRA UE E CROAZIA?

Di Marina Szikora [*]
La Croazia, il neo stato membro dell´Ue, è diventata tema di discussione per il caso della cosiddetta “Legge Perković”. La questione non cessa di essere un caldo tema nel paese e motivo di forti attacchi da parte dell’opposizione contro il governo del leader socialdemocratico Zoran Milanović. Dopo gli avvertimenti la Commissione europea ha deciso di avviare il procedimento contro la Croazia previsto dall’articolo 39 dell’Accordo di adesione all’Unione. La contestata “legge Perković” approvata solo tre giorni prima dell’ingresso della Croazia nell’UE, secondo Bruxelles rappresenta la violazione delle norme sul mandato di cattura europeo. Con questa legge, l’applicazione del mandato di cattura è stata limitata ai reati commessi dopo l’agosto del 2002.

L’articolo 39 dell'accordo di adesione, che adesso si vuole attivare nel caso della Croazia, prevede le consultazioni con gli Stati membri. Essi pero’ non sono obbligati a dare l’approvazione per le misure di tutela. Dopo un termine di dieci giorni di consultazioni, verranno decise le sanzioni che secondo fonti ufficiose consisterebbero molto probabilmente nel congelamento dei fondi previsti per i preparativi per l’entrata nella zona Schengen oppure l’applicazione del meccanismo di monitoring post-adesione. A sollecitare provvedimenti contro il paese è la vicepresidente della Commissione e commissario alla giustizia, Viviane Reding che si è detta fortemente delusa per la posizione croata in merito alla questione e ha insistito fermamente affinché la legge sia modificata in base all’aquis communitarie e applicata al piu’ presto possibile. Come spiegato dalla sua portavoce Mina Andreeva, la Commissione e’ stata molto chiara nel chiedere “cambiamenti veloci senza condizioni della legge croata al fine da adeguarla al mandato di cattura europeo”.

La normativa in questione e’ stata colloquialmente denominata “Legge Perković” perché con essa si rende impossibile l’estradizione di Josip Perković, un ex agente speciale di Tito, ricercato dalla Germania per l’omicidio del dissidente croato Stjepan Đureković avvenuto nel 1983. Infatti, Berlino aveva spiccato un mandato di cattura internazionale nei confronti di Perković gia’ nel 2005. Il presidente del governo croato Zoran Milanović ha chiesto pero’ l’opinione pubblica di avere ancora un po’ di pazienza e di credere nel governo. Ha detto che qui non si tratta di nessun gioco d’azzardo e che non sono messi a repentaglio gli interessi nazionali come invece scrivono i media e come viene denunciato da parte dell’opposizione. Il premier Milanović ha sottolineato che in consultazioni con i partner, gli Stati membri e con la Commissione europea si prendera’ una buona decisione per la Croazia: “le cose bisogna comprenderle seriamente, ma non si tratta di nessuna grande battaglia” ha detto Milanović. Anche la prima vicepresidente del governo e ministro degli esteri e affari europei Vesna Pusić ha rilevato che il problema collegato all’attuazione del mandato di cattura europeo sara’ risolto in tempo e senza conseguenze negative.

Mandando un ‘non paper’ a Bruxelles, il governo croato rigetta le “molto pericolose e aperte accuse” secondo le quali la Croazia proteggerebbe gli assassini dell’epoca comunista. Il governo precisa che proprio a fin di portare i criminali davanti alla giustizia, la Croazia vuole abolire lo statuto di limitazione degli assassinii politici il che si puo’ attuare soltanto con le modifiche alla Costituzione. Ed e’ questa la ragione, si afferma nella lettera del governo croato, perche’ la data proposta dell’entrata in vigore della modificata legislazione sia il 15 luglio 2014. Il governo croato implora inoltre il comportamento verso la Croazia e afferma che non ci sono ragioni per sanzioni poiche’ e’ intenzionato ad adempiere tutti gli obblighi relativi al mandato di cattura europeo. Si aspettava che il problema sia risolto attraverso raccomandazioni e suggestioni da parte della Commissione e non con misure che finora nono sono mai state utilizzate nei confronti di uno Stato membro.

E’ chiaro che tra gli Stati membri dell’Ue la piu’ critica e’ la Germania. Lo testimoniano i diversi articoli sulla stampa tedesca e le dichiarazioni dei singoli politici. Cosi’ il presidente della commissione per gli affari europei al Budestag, Guenther Krichbaum ha dichiarato per il qutodiano croato “Večernji list” che la Germania dopo il cambiamento della legge sull’estradizione “si sente presa in giro”e ha rilevato che il voto del Parlamento tedesco sulla ratifica del Trattato di adesione della Croazia all’Ue avrebbe avuto un altro esito se l’emendamento alla legge in questione Zagabria lo avesse effettuato prima del voto dell’assemblea tedesca.

Aggiornamento
La Croazia ha raggiunto un compromesso con la Commissione europea secondo il quale la modificata legge sul mandato di cattura europeo entrerebbe in vigore entro il 1 gennaio 2014. Con questo sono state evitate le sanzioni alla Croazia previste per la violazione dell'aquis communitaire europeo. La notizia e' stata difusa a seguito dell'incontro che si e' svolto mercoledi' a Bruxelles tra il ministro della giustizia croato Orsat Miljenić e la vicepresidente della Commissione europea incaricata per la giustizia Viviane Reding. La Croazia eliminera' quindi il tempo limite che ostacolava l'attuazione del mandato di cattuara europeo per i crimini commessi prima del 7 agosto 2002. Come affermato da Viviane Reding, la Commissione europea saluta i passi che la Croazia ha intrapreso a fin di garantire che tutti i criminali siano portati davanti alla giustizia e che siano trattati secondo il sistema del mandato di cattura europeo indipendentemente dalla data quando i crimini sono stati commessi.

[*] Il testo è tratto dalla trascrizione della corrispondenza per la puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda il 26 settembre 2013 a Radio Radicale.

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