lunedì 10 giugno 2013

TURCHIA: ERDOGAN, "LA NOSTRA PAZIENZA HA UN LIMITE". SI PROFILA LA BATTAGLIA?

Un altro fine settimana è passato ma non è chiaro cosa voglia fare il governo turco per risolvere la situazione a Gezi Parki, l'area verde nel centro di Istanbul la cui difesa da una colata di cemento è stato il detonatore delle proteste divampate in tutta la Turchia contro l'autoritarismo del premier Recep Tayyip Erdogan che ieri ha tenuto ben quattro discorsi per ribadire, per l'ennesima volta, che “la nostra pazienza ha un limite e sta per finire” tornando a definire “saccheggiatori” la gente in piazza. Come intenda gestire la situazione, però, ancora non è dato saperlo. Nel quarto intervento di ieri ha detto anche che “verrà parlata una lingua comprensibile ai manifestanti”, il che, visto quello che hanno fatto le forze dell'ordine in piazza in questi giorni, non fa presagire nulla di buono. Qualcuno pensa, però, che Erdogan, in realtà, pensi di prenderli per stanchezza, aspettando che la protesta si indebolisca.
Intanto l'occupazione pacifica di Gezi Park è ormai giunta all'ottavo giorno: le barricate sulla strade verso piazza Taksim sono state tutte rinforzate, tranne una che i manifestanti hanno tolto, come richiesto dalle autorità cittadine per lasciare una via di accesso ai mezzi di soccorso. Se con il governo i rapporti sono tesi, con il prefetto di Istanbul, invece, c'è una specie di dialogo: “So che siete sotto gli alberi in maniera pacifica vorrei essere lì con voi” ha twittato ieri il prefetto. Gli scontri più violenti in questo fine settimana si sono verificati infatti ad Ankara, mentre a Istanbul circolavano voci incontrollate secondo le quali la polizia si stava preparando a sgomberare piazza Taksim nella notte fra domenica e lunedì.

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