venerdì 18 novembre 2011

VUKOVAR: 20 ANNI DOPO NON C'E' ANCORA VERA GIUSTIZIA

Di Marina Szikora [*]
Oggi si commemorano i vent'anni dalla tragica caduta di Vukovar, la citta' martire della guerra contro la Croazia e oggi, si puo' veramente dire, che la Croazia sta a Vukovar e Vukovar e' nel suo cuore.
Nella giornata che ricorda le sofferenze di Vukovar e l'esilio di oltre la meta' dei suoi abitanti, immersi nella memoria di tutte le vittime di questa citta' piu' sofferente della Croazia sotto guerra di agressione, in modo simbolico si sono riuniti, secondo le stime, circa 50.000 persone che hanno marciato nella tradizionale marcia di ricordo, per la cosidetta 'via crucis' dall'ospedale di Vukovar fino al cimitero memoriale delle vittime della Guerra per la patria. Sono le stesse vie che venti anni fa hanno dovuto percorrere in una marcia muta gli abitanti di Vukovar rimasti in vita, portando con se una o due buste in mano, costretti ad abbandonare la loro citta' occupata dalle forze serbe, caduta dopo tre mesi di resistenza. Oggi, tutti ricordiamo quel tragico 18 novembre 1991.
Oggi a Vukovar c'erano le massime autorita' dello stato, il presidente Ivo Josipović, il presidente del Sabor recentemente sciolto in vista delle elezioni Luka Bebić, la premier Jadranka Kosor i ministri del governo, i difensori croati, la societa' dei prigionieri dei campi di concentramento serbi ma anche pellegrini da tutta la Croazia e dalla vicina BiH. Oggi Vukovar ha ospitato il doppio numero dei suoi cittadini, tutti quelli che in questo momento particolare hanno voluto esprimere la loro solidarieta' e memoria alle persone corraggiose che hanno dato la loro vita ma anche sopravvisuto la tragedia di Vukovar. Tutte le strade che percorrevano sono state illuminate da migliaia di candele.
"Vukovar e' il nostro orgoglio. Siamo qui oggi come ogni anno per commemorare il sacrificio di Vukovar. Questa citta' e' il nostro simbolo e la nostra motivazione di lavorare di piu' e meglio. Da una parte, con tristezza ricordiamo tutti quelli giovani e non soltanto giovani che hanno sacrificato la loro vita per la difesa di Vukovar e della Croazia, dall'altra parte siamo orgogliosi di loro perche' ci hanno lasciato il messaggio piu' prezioso, quello dell'amore e del patriotismo. La marcia della memoria e' la dimostrazione di quanto la gente apprezza questa parte della storia croata" ha detto il presidente Josipović a Vukovar.
Anche se in piena campagna elettorale, oggi tutti si sono astenuti di utilizzare la tragedia di Vukovar per scopi elettorali. Ma i candidati hanno preso parte dell'evento mantenendo il comportamento dignitoso e senza dichiarazioni e messaggi politici. Il lider dell'opposizione e uno dei candidati piu' seri per la carica di futuro premier, il socialdemocratico Zoran Milanović ha detto ai giornalisti brevemente che "la Marcia della memoria non e' il luogo per fare dichiarazioni". La premier Jadranka Kosor ha ribadito che "la questione delle persone scomparse che ancora stiamo cercando deve essere il punto di partenza in tutti i colloqui con il paese vicino (la Serbia). Dobbiamo trovarli, e tutti quelli che sono responsabili per le sofferenze di Vukovar e dei suoi cittadini devono rispondere".
Per la prima volta nella Marcia di memoria, che era lunga oltre cinque chilometri, hanno marciato ache Bojan Glavašević, figlio del noto corrispondente di guerra della Radio croata di Vukovar Siniša Glavašević, ucciso ad Ovčara e poi anche Lyliane Fournier, la madre del volontario francese Jean-Michel Nicolier altrettanto ucciso ad Ovčara, il cui corpo non e' stato mai ritrovato.
[*] Corrispondente di Radio Radicale

10 commenti:

  1. guerra "contro" la croazia ??? cavolacci .. è come dire abbiamo combattuto le brigate rosse !!!
    lina

    RispondiElimina
  2. Il problema Lina è che nel tuo voler difendere sempre e comunque la Serbia e i serbi, a prescindere, senza distinguere fatti, persone e responsabilità e realtà storica, finisci per commettere lo stesso, identico errore di quelli che vogliono accusare sempre e comunque la Serbia e i serbi di tutto, a prescindere. Punti di vista diversi, per un uguale risultato: il rifiuto di fare i conti con la storia.

    RispondiElimina
  3. la storia !!! i poteri forti stanno scrivendo la mia vita e quella dei miei figli
    cristo è morto innocente
    la storia più vera che conosco è quella di cappuccetto rosso !!!
    lina

    RispondiElimina
  4. http://balkan-crew.blogspot.com/2011/11/le-guerre-jugoslave.html
    lina

    RispondiElimina
  5. E come no? La colpa è sempre di qualcun altro.
    L'imperialismo stars&stripes, il complotto demo-pluto-giudaico-massonico, il gruppo Bildenberg, i marziani, l'invasione delle cavallette, lo sciopero degli autobus.
    Per nostra sfortuna, cara Lina, la realtà è un po' più complicata di una favola.
    E fa decisamente schifo.

    RispondiElimina
  6. tu hai anche solo il parere di una croata e di un albanese.. permetti che ti ribalto il tuo discorso ?
    lina

    RispondiElimina
  7. Permettimi, Lina, ma io non ho il parere di una *croata* e di un *albanese*. Marina e Artur sono miei collaboratori e amici e prima di tutto sono due persone, indipendentemente da dove sono nati e dal passaporto che hanno in tasca.
    Io leggo e ascolto le idee di tante persone e, prima di sapere da dove vengono, mi interessano le loro esperienze, le loro storie e le loro opinioni. Alcune le condivido, altre no, ma cerco di non avere pregiudizi.
    Da quando mi occupo di Balcani ho imparato molto, molto altro ho ancora da sapere e capire e ti posso garantire che cerco sempre di ribaltare i discorsi.
    Fa parte del mio mestiere. O almeno cos' lo intendo io.

    RispondiElimina
  8. allora nn dire a me che difendo sempre la serbia perchè io ho un blog di balkani e do' spazio a tutti .. dalla slovenia alla grecia , ma dire che la serbia ha mosso guerrra o che l'ha subita cambia tutta una maniera di fare
    lina

    RispondiElimina
  9. Lo so bene che dai spazio a tutti, basta leggere il tuo blog. Dico solo che ci sono alcune realtà storiche acclarate e non bisogna leggere ponderosi trattati di politica internazionale, basta leggere chi quel conflitto lo ha visto e raccontato senza pregudizi.
    Se scrivo che è la Serbia di Milosevic ad aver attaccato prima la Slovenia, poi la Croazia e la Bosnia, non mi nascondo le responsabilità di Tudjman o Izetbegovich in quello che è successo: constato un fatto. Chiamare la Serbia a fare i conti con la sua storia, per me non vuol dire non pretendere lo stesso da tutti gli altri. E magari anche dall'Europa che ha assistito al crollo della Jugoslavia fergandosi le mani per gli affari politico-economici che ne potevano venire e si costrinse ad intervenire solo perché ad un certo punto le violenze genocide non erano più tollerabili nemmeno per i più scafati sostenitori della realpolitik.
    Continuo a pensare che l'intervento internazionale fosse necessario - e si sarebbe dovuto fare molto prima -, ma non sono così stupido da non sapere quali altri interessi ci fossero dietro e con quale approssimazione, impreparazione e ignavia è stato condotto dalla cosiddetta "comunità internazionale".
    Vorrei solo che quando parliamo di Balcani ed ex Jugoslavia uscissimo dalla logica noi/loro, qualunque cosa ciò significhi.
    Comuinciamo a farlo noi, almeno.

    RispondiElimina
  10. la serbia nn ha attaccato nessuno... ha risposto alle provocazioni secessioniste della slovenia dove la gente ha dato fuoco ai militari vivi perchè nn ha scelto la strada della democrazia come hanno fatto in cecoslovacchia e poi ha risposto a croazia e bosnia prendendosi tanti morti e tante bombe e passa ancora per aggressore !!!

    RispondiElimina