sabato 16 aprile 2011

CRIMINI DI GUERRA: CONDANNATI GOTOVINA E MARKAC, ASSOLTO CERMAK

L'ex generale croato, Ante Gotovina è stato condannato venerdì 15 aprile a 24 anni di carcere dal Tribunale penale internazionale per l'ex Jugoslavia. Duro verdetto anche per l'altro ex ufficiale croato Mladen Markač condannato a 18 anni. Assolto, invece il terzo ex generale, Ivan Cermak. Pesantissime le accuse che hanno portato alle condanne: crimini di guerra e crimini contro l'umanità, che sarebbero stati perpetrati, in particolare, durante e immediatamente dopo l'Operazione Tempesta, ovvero l'offensiva contro i secessionisti serbi che portò alla riconquista della Krajina, negli ultimi mesi del conflitto nell'agosto del 1995.

Il sito del Tribunale internazionale
per l'ex Jugoslavia


Qui di seguito il testo della corrispondenza di Marina Szikora per il notiziario di Radio Radicale di sabato 16 aprile.

Ante Gotovina, Ivan Cermak e Mladen Markac
nell'aula del Tribunale internazionale
La Croazia e i suoi cittadini sono scioccati: un paese che si sente umiliato, questa in poche parole l'atmosfera dopo che ieri, verso mezzogiorno, all'Aja sono state pronunciate le sentenze ai tre generali croati, Ante Gotovina, Ivan Čermak e Mladen Markač accusati per crimini di guerra. Nella sentenza di primo grado, Ante Gotovina e' condannato alla pesantissima pena di 24 anni di carcere, Mladen Markač a 18 anni mentre Ivan Čermak e' stato giudicato non colpevole e dopo il rilascio dal carcere e' gia' tornato in Croazia. "Il Tribunale internazionale per i crimini di guerra concludera' il suo lavoro non soltanto con la memoria di un brutto smontaggio, missione incompiuta, politica fallita, bensi' di una profonda ingiustizia. La pratica del Tribunale dell'Aja e' un grande colpo per la giustizia internazionale nel mondo" afferma oggi nel suo commento Bruno Lopandić, redattore capo del quotidiano di Zagabria 'Vjesnik' .

Venerdi' all'Aja, non soltanto sono state scioccanti le altissime pene contro i generali croati, ma anche il fatto che l'intera sentenza ha rispettato le richieste della Procura qualificando la responsabilita' come quella di una azione criminale congiunta. Contrariamente ad ogni logica e prove che sono state presentate durante il processo, Ante Gotovina e Mladen Markač sono stati condannati a pene altissime proprio a causa della loro partecipazione nell'azione congiunta criminale e la sentenza ha sollevato in protesta l'intera Croazia. Come scrive il capo redattore di 'Vjesnik', anche se la sentenza e' di primo grado, si tratta di una vicenda triste che segnalera' non soltanto quello che e' accaduto negli anni novanta, ma avra' il suo impatto anche sul futuro e collochera' il Tribunale dell'Aja nell'angolo della storia come un progetto fallito che ha fatto piu' del male che contribuito al bene. "Quale che sara' la sentenza definitiva, il Tribunale dell'Aja, purtroppo, gia' adesso si e' rotolato nella storia come una delle istituzioni internazionali piu' infelici e piu' fallite che invece della sua missione generosa alla fine ha portato soltanto nuovi problemi" scrive Bruno Lopandić.

Una tra le principali critiche che giungono dalla Croazia, relative alla scioccante sentenza e' che, detto in parole povere, nessuno puo' spiegare come giustificare l'imputazione di bombardamenti eccessivi contro la citta' di Knin (roccaforte dell'allora ribelle e autoproclamata Krajina serba, il centro del territorio croato occupato dai serbi) in cui ci fu un solo morto e proclamarlo come azione congiunta criminale mentre al tempo stesso non avere nemmeno un atto di accusa per quanto accaduto a Vukovar, la citta' martire croata rasa al suolo dalle forze serbe oppure, Zadar, Šibenik, Karlovac, altre citta' fortemente distrutte durante la guerra, tutti luoghi croati che avevano subito fortissimi bombardamenti e uccisioni di civili innocenti.

La lettura del verdetto del processo a Gotovina, Cermak e Markac



Nessuno dei vertici croati vuole e potra' accettare il fatto che una azione legittima, quale la liberazione del territorio croato sia qualificata come crimine. E soprattutto, la colpevolezza di Gotovina e Markač come partecipanti nell'azione congiunta criminale rappresenta per l'intera Croazia la piu' grande compromitazione del Tribunale dell'Aja poiche' abbandona la giustizia moderna, come dimostrato dalla pratica dell'ICC o delle giustizie nazionali. Semmai l'obiettivo del Tribunale fosse stato quello di giustiziare giustamente e individualizzare la colpa, affermano i media croati, con la sentenza di venerdi', piuttosto che raggiungere o almeno sollecitare il processo di riconciliazione, l'effetto raggiunto e' proprio quello contrario. Si tratta della condanna dell'intero vertice statale croato degli anni novanta e i due generali, Gotovina e Markač come loro esecutori sono diventati un gruppo criminale che aveva promosso l'operazione militare 'Tempesta' solo per poter uccidere e cacciare via la popolazione serba. Non bisogna dimenticare comunque e va sottolineato che questa sentenza e' di primo grado e le esperienze dimostrano che il Tribunale nel passato ha avuto molte svolte. Adesso l'impegno di tutti in Croazia sara' quello di cambiare le cose nel processo d'appello.

La premier croata Jadranka Kosor e il capo dello stato Ivo Josipović hanno reagito subito nella maniera giusta, sottolineando che la tesi dell'azione congiunta criminale e' assolutamente inaccettabile. Segue una nuova battaglia giuridica e il proseguimento della comunicazione e collaborazione con il Tribunale, l'unica via giusta. E mentre il generale Ivan Čermak e' stato liberato dalla responsabilita' e il Tribunale ha dato ordine del suo immediato rilascio, Ante Gotovina e Mladen Markač sono stati giudicati colpevoli in quanto partecipanti nell'azione congiunta criminale alla cui guida si trovava il defunto presidente croato Franjo Tuđman, condannati quindi per atti di persecuzione, deportazione, saccheggi, distruzioni, uccisioni, atti inumani e comportamenti atroci mentre liberati dalla responsabilita' di trasferimenti forzati. In altre parole, il giudice olandese Orie ha accolto praticamente tutte le richieste della Procura senza tener conto minimamente delle prove presentate dalla difesa.

Come una delle principali prove dell'esistenza della cosidetta azione congiunta criminale, il Tribunale ha preso in considerazione "il dibattito alla riunione di Briuni del Presidente Tuđman con i comandanti militari del 31 luglio 1995, alcuni giorni prima dell'inizio dell'operazione 'Tempesta'" ha detto il giudice Orie aggiungendo che il Consiglio ha concluso che le persone che parteciparono a questa riunione avevano esaminato "l'importanza del cacciamento dei serbi come importante esito e parte del prossimo attacco". Secondo Orie, "il Consgilio ha stabilito che alcuni rappresentanti della leadership politica e militare croata avevano come obiettivo eliminare permanentemente la popolazione civile serba della Krajina utilizzando la forza e minacciando con la forza il che implicava deportazioni, traferimento forzato e persecuzioni, conducendo misure restrittive e dricriminatorie, attacchi contro i civili ed edifici civili illegali, deportazioni e trasferimenti forzati" ha aggiunto Orie.

Per il presidente croato Ivo Josipović si e' detto scioccato della sentenza e ha sottolineato che la Guerra per la patria, nonostante questa sentenza, rimarra' una guerra giusta e legittima. "Siamo consapevoli che anche dalla parte croata sono stati commessi crimini, ma sono convinto che nella difesa della Croazia non e' esistita un'azione congiunta criminale. Mi aspetto che nel processo di appello molte di queste tesi verranno riesaminate e negate" ha detto Josipović nel suo primo commento. "I generali che durante la guerra hanno dato un grande contributo alla difesa della Croazia sono accusati dal Tpi per gravi crimini e molti cittadini accettano difficilmente queste sentenze e sono delusi con la decisione del Tribunale. La sentenza, anche se cosi' grave, non mette in questione la legittimita' e legalita' della Guerra per la Patria come nemmeno delle azioni di libarazione legittime e lagali, compresa la 'Tempesta'. Una tale cosa e' impossibile e noi in Croazia non possaiamo accettarla" ha detto il capo dello stato croato e ha sottolienato che la Croazia rispetta e rispettera' i suoi eroi che hanno salvaguardato l'indipendenza e la liberta' del Paese. Per noi – ha rilevato Josipović – nonostante la sentenza, la Guerra per la Patria rimarra' giusta e difensoria in cui abbiamo salvaguardato la nostra liberta' e democrazia dall'agressioen e dalla politica di crimini del regime di Slobodan Milošević.

"Devo dire che per il Governo questo e' inaccettabile. Il mio Governo come finora intraprendera' tutto in base alle possibilita' giuridiche che questa qualifica davanti alla corte d'appello venisse eliminata" ha detto la premier Jadranka Kosor. "Noi non abbiamo paura della verita', siamo orgogliosi delle nostre vittorie e di tutto quello che ha reso possibile che la Croazia sia oggi libera, indipendente e democratica. La Croazia e' anche un paese di stato di diritto in cui vengono rispettate le leggi, istituzioni giuridiche e le loro decisioni" ha aggiunto Kosor.

Tra le prime reazioni in Serbia venerdi' quelle di Dušan Ignatović, direttore dell'Ufficio serbo per la collaborazione con il Tribunale dell'Aja e di Bruno Vekarić, vice procuratore serbo per i crimini di guerra nonche' delle associazioni di profughi serbi della Croazia. Ignatović ha dichiarati all'agenzia di stampa serba Beta che la sentenza dell'Aja e' importante "perche' contribuira' in un certo senso ad affrontare il passato nella regione", influenzera' sulla migliore percezione del Tribunale dell'Aja in Serbia e contribuira' ad un migliore accettamento di tutti i fatti che questo tribunale aveva stabilito in tutti gli atri processi." Il vice procuratore per i crimini di guerra Bruno Vekarić ha valutato che la sentenza ai generali croati il cui comandante e' stato il defunto presidente croato Franjo Tuđman - qualificato come il leader dell'azione congiunta criminale, avra' sicuramente certe implicazioni nelle relazioni tra Serbia e Croazia, soprattutto davanti alla Corte internazionale di giustizia". Questo, da una parte, ha detto Vekarić, da' alla Serbia una posizione piu' confortevole, mentre dall'altra parte potrebbe essere un passo piu' vicino verso la riconciliazione.

L'agenzia serba Beta informa delle reazioni delle associazioni dei profughi serbi che salutano la decisione del Tpi. La Coalizione di queste associazioni ha espresso aspettative che le sentenze di condanna dei generali croati contribuiranno al rinvio dell'ingresso della Croazia nell'Ue finche' non verranno trovate soluzioni giuste, permanenti e sostenibili dei problemi relativi alle proprieta' ed altro dei profughi serbi e aggiunge che la decisione dell'Aja "contribuira' affinche' siano affrontate realmente le cause ed il carattere della guerra sul territorio dell'ex Jugoslavia, vale a dire che siano rigettate le costruzioni di Zagabria ufficiale secondo le quali la Croazia avrebbe condotto una guerra di libarazione mentre i serbi quella di agressione".

Non la pensano cosi' gli Stati Uniti che subito a seguito della lettura delle sentenze hanno rilasciato per mezzo dell'ambasciata americana a Zagabria una dichiarazione in cui si dice che "Gli Stati Uniti appoggiano e rispettano il lavoro del Tpi per l'ex Jugoslavia come un organo di diritto internazionale riconosciuto, approvato da parte del Consiglio di Sicurezza dell'Onu con l'obiettivo di processare i crimini di guerra connessi con le guerre in ex Jugoslavia e accoglie gli sforzi compiuti per arrivare a questa sentenza di primo grado" ma rilevano che "la decisione del tribunale in nessun modo influenzera' i vicini e ottimi rapporti tra Stati Uniti e Croazia. Il 7 aprile 1992 gli Stati Uniti hanno riconosciuto la Croazia come stato indipendente e sovrano e hanno riconosciuto esplicitamente i confini prima della guerra come confini internazionalmente riconosciuti della Croazia." Per tal motivo, si legge nel comunicato dell'ambasciata statunitense, la sentenza non e' la valutazione della Guerra per la patria croata. La Croazia ha avuto il diritto legittimo di difendere la sua indipendenza e integrita' territoriale. In piu', il Tpi indaga su casi singoli. Le sue decisioni non rappresentano valutazioni generali storiche sull'aspetto giusto o ingiusto delle guerre in ex Jugoslavia. "Speriamo che in questo momento difficile il popolo croato, che onora la sua lotta e le sue vittime, guardera' con fiducia nel futuro come popolo orgoglioso, indipendente e democratico" conclude il comunicato americano.

Dopo la sentenza del Tribunale internazionale dell'Aja in diverse citta' croate si sono tenute manifestazioni di protesta. La prima e' iniziata alle ore 11 a Fiume mentre quella centrale è stata convocata nella piazza principale di Zagabria sotto il titolo "Per la Patria", organizzata dal movimento Quercia e dall'iniziativa Azione per una Croazia migliore. Annunciando le proteste, gli organizzatori hanno dichiarato di aspettarsi una esplosione di insoddisfazione. Ma si sono appellati a manifestazioni pacifiche. Hanno qualificato l'attuale politica dello stato come una politica di tradimento e di servitu'.

Il servizio della BBC sulla manifestazione di Zagabria

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