giovedì 1 novembre 2012

ČEDO JOVANOVIĆ: LA SERBIA MAI COSI' LONTANA DALL'IDEA EUROPEA


L'Unione Europea starebbe preparando una “decisione condizionata” per l'inizio dei negoziati di adesione con la Serbia
La settimana scorsa il quotidiano serbo Blic ha rivelato che Belgrado potrebbe ottenere la data di apertura dei negoziati di adesione all'Ue per mezzo di una “decisione condizionata” del Consiglio europeo con la quale la Serbia inizierebbe automaticamente i negoziati nel momento in cui avesse adempiuto ad alcuni criteri chiave. Una tale decisione, scriveva sempre Blic, potrebbe essere presa a dicembre e fino ad allora Bruxelles dovrebbe definire i compiti prioritari per la Serbia. Un'analoga procedura è stata adottata anche nel caso del Montenegro. I criteri per la Serbia non sarebbero ancora del tutto definiti ma sarebbero collegati alla questione del Kosovo: riguarderebbero l'attuazione degli accordi finora raggiunti tra Belgrado e Priština, nonche' un concreto avanzamento nelle relazioni bilaterali. Questa ipotesi, scriveva Blic, sarebbe un segnale di buona volontà di Bruxelles verso Belgrado, ma anche un'opportunita' per la Serbia.

Cedomir Jovanovic (Foto Tanjug)
Di Marina Szikora, corrispondente di Radio Radicale [*]
Il Partito Liberaldemocratico non appoggera' la nuova piattaforma sul Kosovo perche' si tratta di una espressione politica che distruggerebbe la Serbia. Lo ha dichiarato il leader liberaldemocratico serbo Čedomir Jovanović, avvertendo che tutte le idee sulle quali e' stata costruita la Serbia sono fatalmente minacciate e che l'idea europea in Serbia non e' mai stata cosi' debole. Intervenendo alla riunione del comitato generale del suo partito, Jovanović ha spiegato di non poter appoggiare il piano statale sul Kosovo rilevando che i problemi non si possono risolvere con i "metodi miloševićiani", sottolineando che la Serbia non e' pronta a riconoscere l'indipendenza del Kosovo e che e' stato un errore richiederlo dalla Serbia.

Secondo Jovanović non c'e' nulla di storico nella stretta di mano tra Dačić e Thaci, come non vi e' stato nemmeno nulla di storico precedentemente nell'incontro tra Tadić e Thaci, a meno che non si consideri storico il fatto che di generazione in generazione i serbi ripetono gli stessi errori. Il leader liberaldemocratico ha criticato l'attuale governo e il presidente Nikolić giudicando ogni suo intervento internazionale un incidente diplomatico. E a proposito della commemorazione del centenario di Kumanovo, Jovanović ha detto che bisognerebbe dire la verita', vale a dire che la Serbia oggi e' un paese distrutto e trascurato. Secondo Jovanović, il fatto che "Nikolić non ha fretta di entrare in Europa, non significa che la Serbia deve costruire la propria felicita' accanto ad una caldaia per la grappa". "Noi abbiamo bisogno dell'Europa piu' che mai. Se lui non ha fretta, noi dobbiamo sbrigarci" ha detto Jovanović.

Oltre a criticare il presidente della Serbia, il lider liberaldemocratico ha fatto lo stesso nei confronti del governo serbo rilevando che l'esecutivo ha dimostrato di non avere il potenziale per guidare il paese nell'attuale situazione. Le persone che oggi fanno parte della maggioranza governativa – ha precisato Jovanović – sono stati da anni al potere e quindi, si è chiesto, "per quanti secoli Dačić deve essere al potere a fin di capire di essere responsabile per la situazione nel paese? Quale deve essere ancora la funzione di Mlađan Dinkić per essere consapevole della propria responsabilita' per il colasso finanziario? Che cosa deve ottenere ancora Rasim Ljajić per diventare consapevole di far parte del governo?". Jovanović, constatando che il paese e' preda della corruzione, ha detto che la lotta contro la corruzione si e' trasformata in una campagna mediatica.

Indicando che in Serbia l'idea europea non e' mai stata cosi' debole come adesso, il presidente del Ldp ha puntato il dito sui responsabili che, secondo la sua opinione, sono il Partito democratico e Boris Tadić, presidente della Serbia per otto anni. Rivolgendosi ai membri del comitato generale del suo partito, Jovanović ha detto che non vi e' mai stata una maggiore necessita' per un profilamento piu' chiaro del partito e che l'Ldp e' l'unica opposizione nel Paese, la vertebra del paese sia quando si parla di Srebrenica o del Gay pride, delle pensioni o del bilancio. Secondo Jovanović la Serbia deve prendere anche una posizione che aiutera' la Bosnia Erzegovina e il Kosovo e ha sottolineato che e' necessario un accordo storico con tutti quelli che con la Serbia non si intendono.

[*] Il testo è tratto dalla corrispondenza per la puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda il 1° novembre a Radio Radicale


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