venerdì 18 febbraio 2011

INDIPENDENZA KOSOVO: TERZO ANNIVERSARIO TRA INCERTEZZE POLITICHE E ACCUSE GRAVISSIME

Ieri cadeva il terzo anniversario dell'indipendenza kosovara proclamata unilateralmente dalla maggioranza albanese il 17 febbraio del 2008 con il placet di alcune delle maggiori potenze europee (Francia, Germania, Regno Unito e Italia, ma non la Spagna) e mondiali (Usa ma non Russia e Cina). Un anniversario trascorso, però, in un clima politico controverso a causa delle difficoltà per la formazione del nuovo governo a oltre due mesi dalle elezioni anticipate e, soprattutto, a causa delle gravissime accuse contenute nel “rapporto Marty”, approvato circa tre settimane fa dall'assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, contro il premier kosovaro Hashim Thaci, indicato come un vero e proprio boss mafioso, responsabile, tra l'altro, del presunto traffico d'organi organizzato da membri dell'Esercito di liberazione del Kosovo (Uck) che facevano capo a Thaci e di cui furono vittime prigionieri serbi e no durante e subito dopo la fine della guerra del 1999.

L'altro ieri, mercoledì, Lamberto Zannier, responsabile della missione Onu in Kosovo (Unmik) ha presentato il suo rapporto periodico al Consiglio di sicurezza dell'Onu che ha esaminato anche il “rapporto Marty”. E' stata una riunione piuttosto tesa, che ha visto gli interventi del ministro degli Esteri Serbo, Vuk Jeremic, e della sua omologa kosovara, Vlora Citaku. Jeremic ha chiesto un'indagine penale indipendente sul presunto traffico d'organi di cui aveva parlato tra i primi l'ex procuratrice del Tribunale internazionale per l'ex Jugoslavia, Carla Del Ponte, nel suo libro “La caccia”. Un crimine del quale, secondo quanto emerge dal “rapporto Marty”, molti erano in realtà a conoscenza nella regione.

Secondo Belgrado, le Nazioni Unite non possono non occuparsi di fare luce su crimini così efferati, ma lo scontro, al Consiglio di sicurezza, si è sviluppato in particolare su chi dovrebbe condurre l'inchiesta: Eulex, la missione civile dell'Ue in Kosovo, come sostengono le autorità di Pristina, appoggiate da Usa e Gran Bretagna, o un organismo ad hoc (un tribunale speciale?) come invece chiedono i serbi, con l'appoggio della Russia, sostenendo che Eulex non ha mandato per occuparsi di crimini compiuti fuori dai confini kosovari (le vittime del traffico di organi sarebbero infatti state trasportate nel nord dell'Albania). Mercoledì la tensione al Palazzo di vetro era più forte del solito: se le accuse contenute nel “rapporto Marty” fossero fondate ciò vorrebbe dire che da dieci anni il Kosovo sarebbe governato da criminali di guerra e malavitosi il cui potere sarebbe sostenuto da alcune delle principali democrazie occidentali, Usa in testa, e protetto dalle armi della Nato.

Stefano Vaccara, collaboratore di Radio Radicale dal Palazzo di vetro, ha intervistato Lamberto Zannier che fa il punto della situazione.

L'intervista è disponibile sul sito di Radio Radicale oppure direttamente qui

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