sabato 10 novembre 2012

KOSOVO: BELGRADO E PRISTINA DIALOGANO MA RESTA IL NODO DELLO STATUS

Hashim Thaci, Catherine Ashton e Ivica Dacic
Una discussione “aperta e sincera”, così l'Alto rappresentante per la politica estera dell'Ue, Catherine Ashton, ha descritto il clima della cena di lavoro di giovedì sera a Bruxelles con il premier serbo, Ivica Dacic, e quello kosovaro, Hashim Thaci. “La nostra discussione serale aperta e sincera si è sviluppata intorno a diversi aspetti della normalizzazione delle relazioni tra le due parti e i due primi ministri si sono impegnati a proseguire i colloqui”, ha dichiarato Ashton ai giornalisti al termine dell'incontro annunciando che presto ci sarà una nuova trilaterale. Dacic e Thaci si erano già incontrati una prima volta lo scorso 19 ottobre, sempre a Bruxelles, sancendo ufficialmente la ripresa del dialogo tra Belgrado e Pristina con la mediazione dell'Ue che era ripartito nel 2011 dopo oltre tre anni di gelo in seguito alla dichiarazione unilaterale di indipendenza kosovara del 2008, ed era stato sospeso la scorsa primavera in occasione delle elezioni parlamentari e presidenziali in Serbia e ha dovuto poi attendere le laboriose trattative per la formazione del nuovo governo.

Il nuovo incontro dovrebbe svolgersi all'inizio di dicembre, quando cioè dovrebbe partire anche l'applicazione congiunta dell'accordo già raggiunto sulla “gestione integrata dei confini” (Ibm), rimasto sinora sulla carta. “La prima cosa che dovrà verificarsi è l'applicazione degli accordi conclusi in questi due anni”, ha dichiarato Thaci alla tv nazionale kosovara, mentre Dacic ha riferito all'emittente indipendente serba B92 di aver detto “che non dovremmo destinare di nuovo alla guerra i nostri figli e che dobbiamo chiudere ogni questione”. Ashton, Dacic e Thaci hanno discusso anche della trasparenza dei finanziamenti previsti per la comunità serba in Kosovo e di come rafforzare la tutela del patrimonio culturale serbo. Sul primo punto ha insistito il premier kosovaro che ha chiesto lo scioglimento delle strutture parallele organizzate dai serbi del Kosovo con il sostegno anche economico di Belgrado, in particolare nel territorio a nord del fiume Ibar dove la maggioranza serba non riconosce l'autorità di Pristina. Le parti hanno concordato la costituzione di un gruppo di lavoro per lo studio di fattibilità dell'autostrada Nis – Pristina.

Il raggiungimento di concreti risultati nella normalizzazione dei rapporti tra Serbia e Kosovo è la pre-condizione posta da Bruxelles per il proseguimento del processo di integrazione europea di entrambi i Paesi. In particolare per la Serbia, un avanzamento concreto e positivo nella questione del Kosovo significherebbe la fissazione della data ufficiale di apertura dei negoziati di adesione, dopo aver ottenuto lo status di Paese candidato lo scorso marzo. Una data la cui fissazione, inizialmente attesa per la fine dell'anno, è stata poi rimandata al 2013 con la richiesta di avanzamenti concreti nelle relazioni tra Belgrado e Pristina. Nei giorni scorsi il presidente serbo Tomislav Nikolićaveva annunciato che la Serbia ha una piattaforma di proposte sulKosovo su cui si esprimerà il parlamento e sottolineando che, nella loro recente visita a Belgrado, né il segretario di Stato americano Hillary Clinton, né l'Alto rappresentante Ue Cathrine Ashton hanno richiesto alla Serbia il riconoscimento del Kosovo. Resta il fatto che sia Belgrado, sia Pristina si dichiarano pronte a nuove trattative, purché entrambi nel rispetto della propria integrità territoriale. Ancora una volta, dunque, la questione dello status del Kosovo resta il grande nodo da sciogliere che prima o poi arriverà al pettine. Per ora si prende tempo ed è comuqnue importante che le due parti, diversamente da cinque anni fa, si parlino e siano disponibili ad accordi tecnici “intermedi”.


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