Hashim Thaci, Catherine Ashton e Ivica Dacic |
Una discussione “aperta e sincera”,
così l'Alto rappresentante per la politica estera dell'Ue, Catherine
Ashton, ha descritto il clima della cena di lavoro di giovedì sera a
Bruxelles con il premier serbo, Ivica Dacic, e quello kosovaro,
Hashim Thaci. “La nostra discussione serale aperta e sincera si è
sviluppata intorno a diversi aspetti della normalizzazione delle
relazioni tra le due parti e i due primi ministri si sono impegnati a
proseguire i colloqui”, ha dichiarato Ashton ai giornalisti al
termine dell'incontro annunciando che presto ci sarà una nuova
trilaterale. Dacic e Thaci si erano già incontrati una prima volta
lo scorso 19 ottobre, sempre a Bruxelles, sancendo ufficialmente la
ripresa del dialogo tra Belgrado e Pristina con la mediazione dell'Ue
che era ripartito nel 2011 dopo oltre tre anni di gelo in seguito
alla dichiarazione unilaterale di indipendenza kosovara del 2008, ed
era stato sospeso la scorsa primavera in occasione delle elezioni
parlamentari e presidenziali in Serbia e ha dovuto poi attendere le
laboriose trattative per la formazione del nuovo governo.
Il nuovo incontro dovrebbe svolgersi
all'inizio di dicembre, quando cioè dovrebbe partire anche
l'applicazione congiunta dell'accordo già raggiunto sulla “gestione
integrata dei confini” (Ibm), rimasto sinora sulla carta. “La
prima cosa che dovrà verificarsi è l'applicazione degli accordi
conclusi in questi due anni”, ha dichiarato Thaci alla tv nazionale
kosovara, mentre Dacic ha riferito all'emittente indipendente serba
B92 di aver detto “che non dovremmo destinare di nuovo alla guerra
i nostri figli e che dobbiamo chiudere ogni questione”. Ashton,
Dacic e Thaci hanno discusso anche della trasparenza dei
finanziamenti previsti per la comunità serba in Kosovo e di come
rafforzare la tutela del patrimonio culturale serbo. Sul primo punto
ha insistito il premier kosovaro che ha chiesto lo scioglimento delle
strutture parallele organizzate dai serbi del Kosovo con il sostegno
anche economico di Belgrado, in particolare nel territorio a nord del
fiume Ibar dove la maggioranza serba non riconosce l'autorità di
Pristina. Le parti hanno concordato la costituzione di un gruppo di
lavoro per lo studio di fattibilità dell'autostrada Nis –
Pristina.
Il raggiungimento di concreti risultati
nella normalizzazione dei rapporti tra Serbia e Kosovo è la
pre-condizione posta da Bruxelles per il proseguimento del processo
di integrazione europea di entrambi i Paesi. In particolare per la
Serbia, un avanzamento concreto e positivo nella questione del Kosovo
significherebbe la fissazione della data ufficiale di apertura dei
negoziati di adesione, dopo aver ottenuto lo status di Paese
candidato lo scorso marzo. Una data la cui fissazione, inizialmente
attesa per la fine dell'anno, è stata poi rimandata al 2013 con la
richiesta di avanzamenti concreti nelle relazioni tra Belgrado e
Pristina. Nei giorni scorsi il presidente serbo Tomislav Nikolićaveva annunciato che la Serbia ha una piattaforma di proposte sulKosovo su cui si esprimerà il parlamento e sottolineando che, nella
loro recente visita a Belgrado, né il segretario di Stato americano
Hillary Clinton, né l'Alto rappresentante Ue Cathrine Ashton hanno
richiesto alla Serbia il riconoscimento del Kosovo. Resta il fatto
che sia Belgrado, sia Pristina si dichiarano pronte a nuove
trattative, purché entrambi nel rispetto della propria integrità
territoriale. Ancora una volta, dunque, la questione dello status del
Kosovo resta il grande nodo da sciogliere che prima o poi arriverà
al pettine. Per ora si prende tempo ed è comuqnue importante che le
due parti, diversamente da cinque anni fa, si parlino e siano
disponibili ad accordi tecnici “intermedi”.
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