“La guerra è finita”: atmosfera
distesa nel secondo incontro tra Dacic e Thaci. La Serbia spera
nell'apertura dei negoziati di adesione all'Ue.
Di Marina Szikora, corrispondente di
Radio Radicale [*]
La settimana scorsa, come annunciato,
una cena di lavoro su invito dell'alto rappresentante per la politica
estera e di sicurezza dell'Ue Catherine Ashton, con il premier serbo
Ivica Dačić e quello kosovaro Hashim Thaci. Secondo il giornale di
Priština 'Koha Ditore', l'atmosfera e' stata molto piu' rilassante
che durante il loro primo incontro. I partecipanti alla cena hanno
dichiarato che e' stato realizzato un evidente avanzamento verso la
normalizzazione delle relazioni, soprattutto per quanto riguarda
l'attuazione degli accordi raggiunti durante il dialogo tecnico,
afferma il giornale kosovaro. Dačić e Tachi avrebbero detto che "la
guerra e' finita" e che bisogna girarsi verso il futuro. Il
premier kosovaro ha precisato che e' stato concordato che la Serbia
deve essere trasparente per quanto riguarda il finanziamento delle
strutture parallele del potere serbo al nord del Kosovo mentre Dačić
ha valutato che questo non e' un problema poiche' "non c'e'
nulla da nascondere" e ha constatato che il finanziamento
continuera'. "Thaci ed io siamo forse gli uomini giusti per
prendere decisioni difficili" ha valutato il premier serbo,
scrive Koha Ditore.
L'alto rappresentante dell'Ue Cathrine
Ashton ha espresso soddisfazione per i colloqi che ha qualificato
come sinceri ed aperti. Ricordando che l'incontro precedente a
Bruxelles e' stato un proseguimento del dialogo iniziato lo scorso 19
ottobre, dopo quest'ultimo incontro , Ashton ha detto che con Dačić
e Thaci si e' parlato di diversi aspetti della normalizzazione delle
relazioni tra Belgrado e Priština. Entrambi i premier si sono detti
pronti a continuare il dialogo. "Abbiamo concordato di
continuare il lavoro relativo alla piena implementazione di tutti gli
accordi e abbiamo salutato i risultati raggiunti da parte del gruppo
di lavoro comune che si e' riunito il 5 e 6 novembre sul tema
dell'amministrazione integrata dei confini", si legge nel
comunicato dell'Ufficio di Cathrine Ashton. Il comunicato aggiunge
che negli ultimi colloqui si e' parlato della trasparenza "dei
mezzi che la Serbia garantisce alla comunita' serba in Kosovo".
Inoltre, Ashton indica che si e' parlato dei metodi di rafforzamento
"della protezione del patrimonio culturale e religioso serbo in
Kosovo". Le due parti hanno concordato di istituire un gruppo di
lovoro tecnico congiunto il quale preparera' uno studio di
fattibilita' dell'autostrada Niš-Priština.
La decisione sulla data dell'inizio dei
negoziati di adesione della Serbia all'Ue dipende soprattutto da come
verra' valutato l'avanzamento nella normalizzazione delle relazioni
tra Belgrado e Priština. Questa valutazione si aspetta nella prima
meta' di dicembre, informa l'agenzia di stampa serba Tanjug citando
fonti diplomatiche bruxellesi. Infatti, come anche dichiarato in
questi giorni dal premier serbo Ivica Dačić, ai primi di dicembre
dovrebbe svolgersi un altro incontro tra Dačić e Thaci dopodiche'
il Consiglio europeo decidera' sulla data dei negoziati di adesione
della Serbia. Una valutazione dei risultati raggiunti nel dialogo si
prospetta tra il 10 e 14 dicembre, informa Tanjug. Entro il 10
dicembre, si precisa, in base al recente accordo, dovrebbe iniziare
l'attuazione di prova dell'accordo relativo ai confini sulla linea
amministrativa, su due di un totale di sei posti di confine. Si
tratta di una delle condizioni chiave affinche' la Serbia possa
ottenere la data dell'inizio dei negoziati di adesione e su questo il
Consiglio europeo si esprimera' al vertice che e' in agenda per il
prossimo 13 e 14 dicembre. Pero', prima della decisione formale dei
capi di stato e governo dei 27, come consueto, si riuniranno i
ministri degli esteri degli stati membri dell'Ue e questo accadra'
l'11 e 12 dicembre. I ministri dell'Ue, informano i media serbi,
ascolteranno il rapporto di Cathrine Ashton sull'avanzamento
raggiunto dalla Serbia, in particolare quello relativo alla
normalizzazione delle relazioni coni il Kosovo dopodiche'
formuleranno la raccomandazione che i loro capi adotteranno
formalmente al summit.
Nel corso di un mese, la Serbia dovra'
quindi compiere atti molto concreti che potrebbero convincere l'Ue
che Belgrado ha percepito seriamente gli obblighi intrapresi. Se
verra' valutato che le condizioni sono state adempiute, la Serbia,
con un meccanizmo di controllo adeguato, potrebbe contare con la
possibilita' di iniziare l'anno prossimo i negoziati di adesione
all'Ue, precisa Tanjug citando sempre fonti diplomatiche anonime di
Bruxelles.
Il presidente serbo Tomislav Nikolić
in visita in Grecia parla del Kosovo
Il presidente della Serbia, Tomislav
Nikolić, in visita ufficiale settimana scorsa ad Atene, in una
intervista per la TV Antena ha dichiarato che "gli albanesi
dicono di avere il loro stato indipendente, ma i serbi rispondono che
non riconosceranno mai questa indipendenza". Cio' non vuol dire
pero', precisa Nikolić, che non possiamo mettere in ordine la vita
in Kosovo in modo tale che si sappia quali sono le competenze delle
isitizioni temporanee di Priština, quali sono i diritti dei
cittadini in Kosovo, soprattutto dei serbi che vivono nelle enclavi
al nord del Kosovo dove essi sono in maggioranza e quali funzioni
restano in competenza alla Serbia. "Non sono preoccupato per la
situazione in Kosovo. Nell'ambito del diritto internazionale, della
Carte delle Nazioni Unite, la Serbia e' uno stato di cui il Kosovo ne
e' parte. In Kosovo si trovano le forze dispiegate secondo l'accordo
della Serbia con il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Qui
non ci puo' essere nessuna crisi, nessun confilitto, nessuna azione
unilaterale" ha detto Nikolić nell'intervista.
Per quanto riguarda la situazione in
Serbia, il capo dello stato serbo ha precisato di continuare quello
che e' stato fatto nel periodo del suo predecessore, l'ex presidente
Boris Tadić, ma in un modo diverso e con maggiore considerazione
degli interessi della Serbia. Nikolić aggiunge che se ha assunto la
presidenza della Serbia allora cio' comporta farsi carico degli
obblighi, vale a dire dell'implementazione di tutti gli accordi
raggiunti finora e poi passare veramente a nuovi negoziati in cui la
Serbia deve chiede qualcosa e non soltanto riufiutare di accordarsi.
"Noi abbiamo delle condizioni che riteniamo siano normali, quali
l'ordinamento dello stato, giustizia, fermare l'enorme criminalita',
corruzione, esaminare in quali condizioni sono state fatte molte
privatizzazioni che sono state un vero saccheggio" spiega il
capo dello stato serbo ma aggiunge anche: "noi abbiamo la
condizione di dialogare con Priština affinche' la vita della gente
in Kosovo sia migliore, anche quella dei serbi, naturalmente.
Adempieremo anche questa condizione. Il premier ha parlato gia' due
volte con il presidente del governo temporaneo del Kosovo" ha
detto Nikolić.
[*] Il testo è tratto dalla
corrispondenza per la puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda
oggi a Radio Radicale
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