Soddisfazione e fiducia rimbalzano da Bruxelles ad Atene, ma non è tutto oro quello che luccica
Alla fine ce l'hanno fatta, anche se
forse non avrebbero potuto fare altro: i ministri delle Finanze della
zona euro, alla terza riunione in tre settimane e dopo 13 ore di
trattativa, hanno trovato l'accordo sulla Grecia che potrà ricevere
così 43,7 miliardi di euro di aiuti divisi in tre tranche: 34,4
verranno pagati a dicembre, mentre il resto sarà versato nel primo
trimestre del 2013, tenendo conto dell'attuazione degli impegni che
la Grecia ha concordato con la troika, tra cui la riforma fiscale che
dovrà partire a gennaio. L'accordo è stato preceduto, poco prima di
mezzanotte, dall'intesa tra Eurogruppo ed Fmi sulla riduzione del
debito pubblico greco, che al momento è al 170% del Pil, che dovrà
scendere al 124% entro il 2020 e sotto al 110% nel 2022. Il via
libera formale all'intesa di questa notte verrà comunque il prossimo
13 dicembre, dopo il voto di alcuni Parlamenti nazionali e dopo la
valutazione dell' “esito della possibile operazione di buy-back da
parte della Grecia”.
“L'accordo è stato molto difficile”
anche operché “non era solo una questione di soldi”, ha
commentato il presidente dell'Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, mentre
per il commissario europeo agli Affari economici e monetari, Olli
Rehn, si è trattato di un test “che semplicemente non potevamo
permetterci di fallire”. Soddisfatta la direttrice dell'Fmi,
Christine Lagarde, mentre il presidente della Bce, Mario Draghi,
assicura che l'accordo “sicuramente ridurrà l'incertezza e
rafforzerà la fiducia in Grecia ed in Europa”. “E' andato tutto
bene, tutti greci hanno lottato e domani comincia un giorno nuovo per
ognuno di loro”, è stato il primo commento del premier greco
Antonis Samaras. Anche il leader del Pasok, Evanghelos Venizelos, ha
accolto con favore l'accordo che costituisce “il nuovo punto di
partenza che serviva alla Grecia dopo nove mesi di attesa”. Al di
là dei dettagli ciò che conta, secondo il leader socialista, è
l'immagine positiva grazie ai pesanti sacrifici sopportati dai
cittadini.
Ma non è tutto oro quello che luccica,
è il caso di dire: l'Ocse ha elaborato, infatti, una dinamica
esplosiva del debito pubblico greco che prevede un costante aumento
nel prossimo biennio. Sul 2012 è atteso un rapporto debito-Pil al
181,3 per cento, che nel 2013 salirebbe al 193,2 fino a sfiorare il
200 per cento nel 2014. Certo, la previsione è stata fatta prima che
si definisse il nuovo quadro in seguito all'accordo raggiunto dai
ministri delle Finanze dall'Eurogruppo a Bruxelles la scorsa notte.
Tuttavia, la situazione rende quanto mai centrate le parole del
segretario socialista Venizelos: “Ora tocca a noi greci valorizzare
questo quadro e creare i presupposti per la ripresa nazionale”. L'impressione è che di lacrime e di sangue ce ne saranno ancora molte da versare.
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