Alla vigilia del nuovo incontro a
Bruxelles tra il premier serbo, Ivica Dacic, e quello kosovaro,
Hashim Thaci, con la mediazione dell'Alto rappresentante per la
politica estera dell'Ue, Catherine Ashton, dal presidente serbo
Tomislav Nikolic è arrivato l'annuncio che Belgrado ha un suo piano
per la soluzione della questione del Kosovo di aspettarsi che la data
dell'inizio dei negoziati di adesione all'Ue possano essere aperti
entro la fine dell'anno. Ricordiamo che l'avvio formale della
trattativa, dopo la concessione alla Serbia dello status di Paese
candidato, è stato rimandato da Bruxelles proprio in mancanza di
significativi passi avanti di Belgrado e Pristina verso una soluzione
della questione. Secondo Nikolić, tuttavia, non tutto è stato
ancora deciso, soprattutto non a danno della Serbia.
Qui di seguito
il testo della corrispondenza di Marina Szikora per la puntata di
Passaggio a Sud Est andata in onda l'8 novembre a Radio Radicale.
Il presidente serbo Tomislav Nikolić
ha reso noto che alla riunione dei vertici dello Stato e' stato
raggiunto un alto tasso di accordo sulla piattaforma relativa al
Kosovo e ha annunciato che su questo documento presto si potra'
esprimere anche il Parlamento della Serbia. Nikolić ha precisato che
gia' da questa settimana si potrebbe allargare la composizione delle
persone che si esprimeranno a favore della piattaforma per il dialogo
con Priština. Alla domanda quanto potrebbe essere lo spazio di
manovra in cui si arriverebbe ad una soluzione accettata da entrambe
le parti, il presidente serbo ha risposto che questo spazio è molto
limitato. "Adesso abbiamo la soluzione pronta, non ha nessun
senso parlare di telecomunicazioni [una delle questioni tecniche affrontate fino ad ora nei colloqui tra
Belgrado e Pristina, n.d.r.] quando non sappiamo se stiamo
ordinando il Kosovo indipendente oppure la vita in Kosovo", ha
osservato Nikolić e ha aggiunto che "davanti al desiderio del
Kosovo di essere uno stato esiste un muro che si chiama l'adesione
alle Nazioni Unite, ma per fortuna esistono stati membri del
Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite grazie ai quali tutta la
costruzione relativa alle istituzioni albanesi cade nell'acqua".
Nikolić ha sottolineato che il
segretario di Stato americano Hillary Clinton e l'Alto rappresentante
per la politica estera dell'Ue Cathrine Ashton, recentemente a
Belgrado, non hanno richiesto dalla Serbia il riconoscimento del
Kosovo. Ha rilevato che le due rappresentanti della politica estera
americana ed europea non sono state informate delle soluzioni della
piattaforma di dialogo tra Belgrado e Priština poiche' ne deve
essere prima informato il popolo serbo. "Sogno che la Serbia
inizi i negoziati di adesione con l'Ue, e' un segnale che la Serbia è
uno stato ordinato. E se vogliono condizionarci con il riconoscimento
dell'indipendenza del Kosovo, che questo ci aspetti nel momento
dell'ingresso e non come condizione per iniziare i negoziati",
ha detto Nikolić. Per quanto riguarda i primi cento giorni del nuovo
governo presieduto da Ivica Dacic [formato dopo le elezioni
parlamentari della scorsa primavera, n.d.r.], il capo dello stato
serbo ha valutato che esso ha fatto piu' di ogni altro precedente
esecutivo nello stesso periodo rilevando che questo e' un governo
proserbo che deve capire quanto seria sia la situazione.
Lunedi' scorso, intanto, Ivica Dačić
si e' trovato a Roma e ha incontrato il ministro degli Esteri
italiano Giulio Terzi. In questa occasione il premier serbo ha
dichiarato che la Serbia vuole diventare presto membro dell'Ue ed e'
pronta ad un accordo concordato con Priština nell'interesse di
entrambe le parti. "Invitiamo tutti i paesi dell'Ue e del mondo
a considerare seriamente la Serbia. Quando noi diciamo una cosa,
allora sara' cosi'. Ci sono ancora i resti della sfiducia che uno
ingannera' l'altro. No. Questo governo dira' chiaramente quello che
puo' e quello che non puo' fare. Una tale relazione costruttiva ci
aspettiamo anche dall'altra parte", ha detto Dačić aggiungendo
che l'avanzamento nel dialogo tra Belgrado e Priština deve
accompagnare l'avanzamento della Serbia nelle integrazioni europee in
modo veloce. Secondo Dačić, la Serbia e' il piu' grande amico
dell'Italia nei Balcani. Il ministro Terzi da parte sua ha assicurato
che l'Italia fara' tutto per aiutare il veloce avvicinamento della
Serbia all'Ue e l'ottenimento di una data precisa per l'inizio dei
negoziati di adesione. “Continuiamo a credere nel futuro europeo
della Serbia come anche dell'intera regione”, ha detto Terzi.
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