L'Unione Europea starebbe preparando
una “decisione condizionata” per l'inizio dei negoziati di
adesione con la Serbia
La settimana scorsa il quotidiano serbo
Blic ha rivelato che Belgrado potrebbe ottenere la data di apertura
dei negoziati di adesione all'Ue per mezzo di una “decisione
condizionata” del Consiglio europeo con la quale la Serbia
inizierebbe automaticamente i negoziati nel momento in cui avesse
adempiuto ad alcuni criteri chiave. Una tale decisione, scriveva
sempre Blic, potrebbe essere presa a dicembre e fino ad allora
Bruxelles dovrebbe definire i compiti prioritari per la Serbia.
Un'analoga procedura è stata adottata anche nel caso del Montenegro.
I criteri per la Serbia non sarebbero ancora del tutto definiti ma
sarebbero collegati alla questione del Kosovo: riguarderebbero
l'attuazione degli accordi finora raggiunti tra Belgrado e Priština,
nonche' un concreto avanzamento nelle relazioni bilaterali. Questa
ipotesi, scriveva Blic, sarebbe un segnale di buona volontà di
Bruxelles verso Belgrado, ma anche un'opportunita' per la Serbia.
Cedomir Jovanovic (Foto Tanjug) |
Di Marina Szikora, corrispondente di
Radio Radicale [*]
Il Partito Liberaldemocratico non
appoggera' la nuova piattaforma sul Kosovo perche' si tratta di una
espressione politica che distruggerebbe la Serbia. Lo ha dichiarato
il leader liberaldemocratico serbo Čedomir Jovanović, avvertendo
che tutte le idee sulle quali e' stata costruita la Serbia sono
fatalmente minacciate e che l'idea europea in Serbia non e' mai stata
cosi' debole. Intervenendo alla riunione del comitato generale del
suo partito, Jovanović ha spiegato di non poter appoggiare il piano
statale sul Kosovo rilevando che i problemi non si possono risolvere
con i "metodi miloševićiani", sottolineando che la Serbia
non e' pronta a riconoscere l'indipendenza del Kosovo e che e' stato
un errore richiederlo dalla Serbia.
Secondo Jovanović non c'e' nulla di
storico nella stretta di mano tra Dačić e Thaci, come non vi e'
stato nemmeno nulla di storico precedentemente nell'incontro tra
Tadić e Thaci, a meno che non si consideri storico il fatto che di
generazione in generazione i serbi ripetono gli stessi errori. Il
leader liberaldemocratico ha criticato l'attuale governo e il
presidente Nikolić giudicando ogni suo intervento internazionale un
incidente diplomatico. E a proposito della commemorazione del
centenario di Kumanovo, Jovanović ha detto che bisognerebbe dire la
verita', vale a dire che la Serbia oggi e' un paese distrutto e
trascurato. Secondo Jovanović, il fatto che "Nikolić non ha
fretta di entrare in Europa, non significa che la Serbia deve
costruire la propria felicita' accanto ad una caldaia per la grappa".
"Noi abbiamo bisogno dell'Europa piu' che mai. Se lui non ha
fretta, noi dobbiamo sbrigarci" ha detto Jovanović.
Oltre a criticare il presidente della
Serbia, il lider liberaldemocratico ha fatto lo stesso nei confronti
del governo serbo rilevando che l'esecutivo ha dimostrato di non
avere il potenziale per guidare il paese nell'attuale situazione. Le
persone che oggi fanno parte della maggioranza governativa – ha
precisato Jovanović – sono stati da anni al potere e quindi, si è
chiesto, "per quanti secoli Dačić deve essere al potere a fin
di capire di essere responsabile per la situazione nel paese? Quale
deve essere ancora la funzione di Mlađan Dinkić per essere
consapevole della propria responsabilita' per il colasso finanziario?
Che cosa deve ottenere ancora Rasim Ljajić per diventare consapevole
di far parte del governo?". Jovanović, constatando che il paese
e' preda della corruzione, ha detto che la lotta contro la corruzione
si e' trasformata in una campagna mediatica.
Indicando che in Serbia l'idea europea
non e' mai stata cosi' debole come adesso, il presidente del Ldp ha
puntato il dito sui responsabili che, secondo la sua opinione, sono
il Partito democratico e Boris Tadić, presidente della Serbia per
otto anni. Rivolgendosi ai membri del comitato generale del suo
partito, Jovanović ha detto che non vi e' mai stata una maggiore
necessita' per un profilamento piu' chiaro del partito e che l'Ldp e'
l'unica opposizione nel Paese, la vertebra del paese sia quando si
parla di Srebrenica o del Gay pride, delle pensioni o del bilancio.
Secondo Jovanović la Serbia deve prendere anche una posizione che
aiutera' la Bosnia Erzegovina e il Kosovo e ha sottolineato che e'
necessario un accordo storico con tutti quelli che con la Serbia non
si intendono.
[*] Il testo è tratto dalla corrispondenza per la puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda il 1° novembre a Radio Radicale
Nessun commento:
Posta un commento