Hillary Clinton e il presidente croato Jvo Josipovic |
I temi dei colloqui con i vertici croati sono stati il ruolo della Croazia in quanto stimato partner nella Nato e l'ingresso di Zagabria nell'Ue nel 2013 nonche' le relazioni economiche tra Stati Uniti e Croazia. Su quest'ultimo, non a sorpresa, vi e' stata l'esplicita critica relativa ai ben noti ostacoli quando si tratta di investimenti stranieri in Croazia. "Avete una ottima posizione geostrategica, ma dovete diminuire la burocrazia, proseguire con la privatizzazione delle aziende pubbliche, sollecitare i giovani ad impegnarsi nelle imprese", ha detto Hillary Clinton sottolineando l'importanza della continuita' delle riforme economiche e aggiungendo che se cosi' sara' fatto, gli investitori americani sapranno riconoscerlo. Essere concorrenti e' possibile non soltanto nei Balcani ma anche in Europa, ha precisato Clinton.
Il segretario di stato americano ha
colto l'occasione per plaudire l'eccellente stato delle relazioni
bilaterali che durano ormai da 20 anni e ha espresso soddisfazione
per la prossima entrata della Croazia nell'Ue. Ha rilevato che tutto
questo e' merito degli stessi croati i quali hanno voluto diventare
parte delle integrazioni euroatlantiche. Tra i diversi progetti delle
autorita' croate che meritano riconoscimento, Hillary Clinton ha
evidenziato soprattutto il programma di tutela dei profughi nonche'
quello relativo ai rom. Clinton ha anche ringraziato Zagabria per il
suo contributo nelle questioni relative alla Siria e l'Iran. Si e'
parlato inoltre della situazione economica globale in Europa e nel
mondo nonche' delle posizioni dell'Ue e degli Stati Uniti relative
alla fragile situazione economica nel mondo.
Clinton si e' congratulata con il
Governo croato per le misure intraprese a fin di stabilizzare il
bilancio croato. Le compagnie americane hanno grande interesse per
gli investimenti in Croazia e la parte americana e' pronta ad aiutare
con le proprie esperienze a rimuovere gli ostacoli, ha precisato il
segretario di stato americano. Ha aggiunto che la Croazia puo' essere
"l'ancora" nella regione, un paese di prosperita' che puo'
servire da esempio ai paesi vicini.
A raffreddare l'entusiasmo diplomatico del segretario di Stato proprio in questi giorni arrivano i dati preoccupanti sulla caduta della produzione industriale in Croazia: una diminuzione fra agosto e settembre del 3,7% che raggiunge il 7,7 su base annua. Un crollo che, per quanto atteso, nessuno a Zagabria avrebbe immaginato "così rapido" e proprio ad a un passo dall'ingresso nell'Unione europea, Tra le cause ci sarebbe la crisi di alcuni comparti produttivi e la flessione della domanda interna, oltre che naturalmente la crisi globale e la situazione sfavorevole dell'eurozona. Secondo alcuni, inoltre, l'adeguamento alle normative europee porterà un ulteriore calo. Tra i fattori negativi per l'economia croata c'è poi la fuga di capitali all'estero: talmente preoccupante da spingere il governatore della Banca centrale, Boris Vujcic, a riunire i responsabili degli istituti di credito per studiare una strategia difensiva contro un'instabilità finanziaria che potrebbe diventare incontrollabile.
Leggi l'articolo "Croazia, crollo prima dell'Ue" su Italintermedia
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