Venerdi' 16 novembre 2012 sara' segnato
come una giornata in cui la Croazia e' nuovamente rinata dopo la
guerra, finalmente liberata dopo un passato di sanguinosa guerra di
occupazione in cui la distruzione e le vittime si sentono anche nei
giorni odierni. Ante Gotovina e Mladen Markač, i generali ed eroi
croati, da venerdi' sono uomini liberi, assolti dal Tribunaledell'Aja che giudica i crimini di guerra in ex Jugoslavia, assolti
dagli atti di imputazione che li avevano condannati in primo grado,
Gotovina a 24 e Markač a 18 anni di carcere. Dal momento
dell'arresto, la vita dei due generali si e' trasformata in sette
lunghi anni di detenzione nella prigione internazionale di
Scheveningen. Venerdi' pero', è arrivata la sentenza definitiva con
la quale sono state rigettate le accuse secondo le quali i due
generali croati avrebbero partecipato nell'impresa criminale
congiunta nonche' nel bombardamento eccessivo di Knin, Gračac,
Obrovac e Benkovac.
"Ha vinto la giustizia. Oggi la
sentenza ha confermato che la Croazia ha condotto una guerra di
difesa, di liberazione dei nostri territori. Oggi abbiamo visto
quanto la nostra gente ama la loro patria. Siamo qui per
ringraziarvi, siete stati combattenti nella guerra ma anche vittime
nella pace. Avete portato il peso di errori altrui" ha detto il
presidente della Croazia Ivo Josipović venerdi' scorso salutando nel
suo Ufficio Gotovina e Markač al loro rientro in Croazia. "Per
me questa e' una giornata felice, dopo cosi' tanti anni, dopo una
maratona incerta e molti ostacoli di cui io non ho capito il
perche'...la Guerra per la patria e' finita nel 1995 ma la sua vera
fine e' soltanto oggi. " ha detto Ante Gotovina e ha aggiunto
che "questo e' il punto sulla 'i', la guerra appartiene alla
storia, voltiamoci verso il futuro. Il futuro e' nelle nostre mani".
"All'inizio della guerra sapevo poco di guerra ma quando siamo
finiti all'Aja il mio orgoglio e' crollato con l'atto di accusa di
essere membro di una impresa criminale. Pensavo di morire in caso di
una tale sentenza" ha detto Mladen Markač.
La lettura della sentenza alla Corte d'Appello del Tribunale internazionale
La sentenza di liberazione dei tre
generali croati, prima Čermak, poi Gotovina e Markač, scrive il
quotidiano di Zagabria 'Jutarnji list' e' il piu' grande colpo al
Tribunale dell'Aja dopo la morte di Slobodan Milošević. Milošević
ha passato cinque anni in carcere ed e' morto senza sentenza, proprio
a causa della megalomania di Carla Del Ponte la quale non si era
accontentata di un solo atto di accusa ma ha voluto che il leader
serbo sia processato per tutti i crimini, dal 1991 in Croazia,
attraverso la Bosnia fino al Kosovo. Piuttosto che concentrarsi su
crimini concreti e giustizia per le vittime, prosegue 'Jutarnji
list', nel caso dei generali croati, per la Procura dell'Aja era piu'
importante cucire l'atto di accusa che includerebbe praticamente
tutti gli allora vertici politici e militari della Croazia degli anni
novanta. L'esito era che nel nuovo atto di accusa contro Gotovina del
2004 Del Ponte ha introdotto il termine 'dell'impresa criminale
congiunta'.
Questa forma di responsabilita' ha aiutato la Procura di
accusare anche le persone che non avevano partecipato direttamente
nei crimini come nemmeno i loro sottoposti. Tuttavia, non ci sono
state le prove per confermare che in vista dell'operazione Tempesta
si pianificavano uccisioni, saccheggi, incendi ed altri crimini.
Gotovina, Čermak e Markač sono stati accusati quindi come
partecipanti nell'impresa criminale il cui obiettivo e' stato quello
di cacciare via la popolazione serba dalla Croazia. Infine, la
Procura e' tornata pero' sulla tesi iniziale: la popolazione civile
della Krajina ha abbandonato per sempre ed in massa le loro case per
paura di bombardamenti.
Per l'ex procuratore capo dell'Aja
Carla Del Ponte la sentenza che ha assolto i generali croati e' stata
una grande sorpresa. "Intendo leggere la sentenza per vedere che
cosa e' andato di storto tra la sentenza di primo grado e l'appello"
e' stata la prima dichiarazione della Del Ponte. In base a quanto
detto, 'Jutarnji list' afferma che non si tratta quindi di un errore
della Procura come nemmeno della sentenza di primo grado di Alphonse
Orie che aveva accettato praticamente tutte le tesi della Procura
bensi' di "qualcosa" andato storto il che non significa
altro che allusione da parte dell'ex capo della Procura ad una
possibile pressione politica internazionale sul Tribunale.
Ante Gotovina, all'eta' di 17 anni
decise di far parte della Legione Straniera e combatte' in Africa.
Successivamente diventa agente di informazione francese, poi nel
momento della guerra in Croazia e' generale croato, dopo pero'
imputato, fuggitivo, prigioniero ed infine uomo libero. Nessun dubbio
che oggi il generale Ante Gotovina e' un vero eroe della Guerra per
l'indipendenza, una leggenda viva tra i veterani croati e di tutta la
popolazione croata il quale, come afferma, in nessun momento non
aveva dubbi sulla propria innocenza. Venerdi' scorso ha potuto
finalmente, da uomo libero, riabbracciare la propria famiglia, sua
moglie Dunja, la diciassettenne figlia Anna e il quindicenne figlio
Ante.
La festa in piazza a Zagabria alla notizia dell'assoluzione
La festa in piazza a Zagabria alla notizia dell'assoluzione
Mentre la Croazia e' praticamente
esplosa in festa, la sentenza ha provocato stupore e tantissima
delusione in Serbia. L'ex presidente serbo Boris Tadić ha valutato
venerdi' che con la sua decisione il Tribunale dell'Aja produce gravi
conseguenze nei Balcani occidentali ed ha invitato i politici ed i
cittadini croati ad astenersi dal trionfalismo. Ha aggiunto che si
fanno molte domande sull'oggettivita' del Tribunale e si producono
interpretazioni pericolose relative al ruolo delle istituzioni
internazionali. Secondo Tadić si pone anche la domanda in quale
misura le istituzioni internazionali sono sotto pressione della
politica. Il premier serbo Ivica Dačić ha valutato che la sentanza
di liberazione per Ante Gotovina e Mladen Markač avra' gravi
conseguenze nel processo della riconciliazione nella regione e che la
sentenza conferma i doppi standard del Tribunale e della comunita'
internazionale per quanto riguarda i crimini in ex Jugoslavia. "Come
e' possibile richiedere da noi di condannare tutti i crimini mentre
altri possono non condannare i crimini contro il popolo serbo?"
ha chiesto Dačić affermando che "evidentemente questa sentenza
ha un segnale politico. Il suo obiettivo e' quello di liberare la
Croazia dalla responsabilita' per i crimini contro i serbi. La
realta' e' del tutto diversa – oltre 200.000 serbi sono stati
cacciati via dalla Croazia, diverse migliaie sono stati uccisi".
"Questo non e' collegato con la
Croazia ed il popolo croato. Noi dobbiamo costruire insieme relazioni
corrette ma cio' significa che bisogna andare avanti sinceramente
rispetto a quello che vi e' stato. L'accaduto fara' si' che per
diversi anni queste relazioni saranno compromesse e cio' non va bene
per la regione" ha detto il premier serbo. Aleksandar Vučić,
primo vicepresidente del governo serbo e ministro della difesa ha
dichiarato che la Serbia rispetta e rispettera' i suoi obblighi
internazionali ma che i cittadini della Serbia sono costernati dalle
sentenze dell'Aja ai generali croati. Sempre venerdi', ad una
manifestazione di protesta degli ultranazionalisti radicali serbi di
Šešelj svoltasi nel centro di Belgrado, davanti all'Ufficio del
presidente della Serbia, i manifestanti hanno bruciato la bandiera
croata. Centinaia di manifestanti insultando i croati portavano
manifesti con scritte "Aja=Ue=Vaticano", "Ci vediamo
l'anno prossimo a Knin", "Stop ai tiranni dell'Aja" e
"Liberta' per Šešelj".
Il Dipartimento di Stato americano dopo
la sentenza di liberazione dei generali croati ha rilasciato la
dichiarazione che gli Stati Uniti ne prendono atto e accettano la
sentenza dell'ICTY ma non hanno svolto nessun ruolo nei casi Gotovina
e Markač. "Quando abbiamo creato l'ICTY in quanto comunita'
internazionale e come comunita' transatlantica, tutti lo abbiamo
sostenuto. Sta a tutti noi appoggiare questo processo e sostenerne i
risultati" ha detto la portavoce dello State Department
americano. La decisione del Tribunale dell'Aja e' la piu' grande
svolta nei 19 anni della storia del Tribunale dell'Aja, ha scritto il
quotidiano britannico 'The Guardian' sottolineando che una tale
decisione e' stata salutata in Croazia come conferma della
giustificazione della sua guerra per l'indipendenza. Il quotidiano
tedesco 'Frankfurter Allgemeine Zeitung' citando i media croati ha
scritto che la Croazia e' innocente. Ha raccontato di diverse
migliaia di cittadini croati in piazza centrale di Zagabria che con
esaltazione hanno salutato la decisione dell'Aja mentre al tempo
stesso la Serbia e' rimasta scioccata.
La guerra e' una questione del passato,
bisogna girarsi verso il futuro e i serbi profughi devono tornare
alle loro case perche' la Croazia e anche terra loro, ha detto Ante
Gotovina in una intervista esclusiva al giornale di Belgrado 'Kurir'.
Nell'intervista pubblicata lunedi' ha rilevato che il ritorno dei
serbi deve essere una realta', quelli che voglioni tornare, che hanno
qui le loro case, devono venire e non c'e' bisogno di inviti. Alla
domanda se si impegnera' affinche' i crimini commessi dopo
l'operazione 'Tempesta', per i quali lui stesso e' stato assolto
all'Aja, verranno processati in Croazia, Gotovina ha risposto che la
guerra appartiene al passato mentre ci sono le istituzioni che se ne
occupano.
[*] Il testo è tratto dalla corrispondenza per la puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda oggi a Radio radicale
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