di Marina Szikora [*]
Secondo Europol, nei Balcani ci sono
tutta una serie di campi terroristici di bassa intensita' in cui si
esercitano i novizi dell'ISIS, scrive in questi giorni il quotidiano
croato 'Vecernji list'. Anche se la Croazia si menzionava finora come
un paese esclusivamente di transito per i militanti terroristici,
quanto pubblicato nel rapporto di Europol si rileva che tutta l'area
dell'Europa sudorientale si puo' osservare come un'area problematica.
In questi campi terroristici di bassa intensita' nei Balcani i novizi
dell'ISIS si esercitano e verificano la loro resistenza nonche'
fermezza di riunirsi ai terroristi. Secondo alcuni dati in Bosnia Erzegovina
esistono 35 campi di addestramento mentre in Kosovo gli estremisti si
esercitano negli ex campi dell'UCK. Anche una alta
fonte dell'ufficio della presidente croata di recente ha parlato del rischio di
islamizzazione degli albanesi finora secolari in Kosovo, Macedonia e
Albania nonche' dell'importanza della stabilita' nel vicinato della
Croazia, rilevando che persino un singolo incidente potrebbe
distruggere il turismo croato che fa il 20% del pil.
Ma oltre alla Bosnia Erzegovina, la Croazia anche
dalla parte orientale, molto vicino al confine con la Serbia, tocca
l'estremismo – membri di queste organizzazioni non ci sono soltanto
nel Sangiaccato bensi' anche a Belgrado, Novi Sad e Subotica, in
Vojvodina. Anche se il loro numero non e' troppo impressionante, non
ha importanza per il terrorismo poiche' bastano 2-3 persone per
eseguire un'azione terroristica di grande portata, avvertono
dall'Agenzia di sicurezza e informazione serba, scrive sempre il
giornale croato. Aggiunge che anche nel vicinato occidentale della
Croazia, in Slovenia i servizi segreti hanno scoperto campi di
addestramento dell'ISIS. Nei pressi della capitale Ljubljana, sono
stati organizzati radunamenti nel centro sportivo Korant dal quale
sono stati mandati diversi militanti in Iraq e in Siria. I confini
aperti dello Schengen hanno acconsentito il passaggio senza controllo
e quindi in Slovenia arrivavano estremisti dall'Austria, Germania e
Lussemburgo.
Una storia particolare sono le armi che
dopo le guerre degli anni '90 ci sono in quest'area e che continuano
a circolare. Il direttore della fabbrica “Zastava armi” Milojko
Brzakovic ha confermato che diversi pezzi di armi che avevano usato i
jihadisti negli attacchi terroristici di Parigi lo scorso 13 novembre
sono stati prodotti proprio in questa fabbrica di Kragujevac, in
Serbia. Proprio per questo, affermano alcuni esperti, tra i servizi
di sicurezza spesso si dice “chiama i Balcani per il terrorismo”.
E mentre negli ultimi giorni si ripete che i servizi di sicurezza di
diversi paesi si ostinano a scambiare i messaggi di informazione,
dalla polizia croata affermano che lo scambio di informazioni utili
e' costante per mezzo della collaborazione internazionale con i
partner, prima lo era l'Interpol, oggi lo e' l'Europol. E'
importantissima inoltre la collaborazione regionale.
Dopo gli attentati di Parigi e
recentissimamente quelli di Bruxelles, all'UE spetta adesso prendere
decisioni importanti – se lo Schengen sara' del tutto sospeso, se
l'UE si impegnera' piu' fortemente nelle zone di guerra, innanzitutto
in Siria, ma anche in Libia, attraverso la quale arriva nell'UE un
gran numero di profughi. Secondo le valutazioni degli analisti della
casa Stratfor, potrebbe essere compromesso persino il nuovo accordo
tra l'UE e la Turchia sui migranti, scrive il quotidiano croato “Glas
Slavonije”. I governi di diversi paesi dell'Europa Occidentale tra
breve annunceranno nuove regole di sicurezza, maggiori controlli di
quelli che rientrano dai conflitti nel Medio Oriente e in nord
Africa, uno scambio piu' intenso di informazioni dei servizi di
sicurezza e verranno riattivati i dibattiti sulle modalita' della
lotta al terrorismo nei paesi di instabilita' e conflitti quali la
Libia e Siria, scrive il quotidiano croato. Si aggiunge che potrebbe
essere messo in questione anche il nuovo accordo tra l'UE e la
Turchia sulle migrazioni poiche' gli attacchi potrebbero riaccendere
posizioni antimusulmane in Europa e rafforzare le pressioni
dell'opinione pubblica sui governi UE di non abolire il regime di
visti a questo paese, una richiesta chiave da parte di Ankara per la
collaborazione sulla questione migranti.
“Glas Slavonije” rileva che il
premier italiano Matteo Renzi ritiene che il rafforzamento della
sicurezza ai confini sia un passo insoddisfacente per quanto riguarda
il ridimensionamento del pericolo di futuri attacchi terroristici. Il
giornale aggiunge che in quanto conseguenza delle posizioni
antimusulmane aumenta il sostegno ai partiti nazionalisti e siccome
nel 2017 ci saranno le elezioni in Francia e in Germania, e'
probabile che i partiti tradizionalisti perdano un numero
significativo di mandati rispetto ai loro concorrenti nazionalisti.
Uno scenario simile si aspetta in Olanda e in Svezia che hanno dei
movimenti nazionalisti relativamente forti. Anche per i sostenitori
dell'uscita della Gran Bretagna dall'UE, secondo il giornale croato,
il terrorismo potrebbe essere un argomento preso in considerazione.
[*] Il testo è la trascrizione della parte di corrispondenza andata in onda a Radio Radicale nel supplemento del giovedì di Passaggio a Sud Est del 7 aprile 2016
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