giovedì 14 febbraio 2013

LA CRISI POLITICA IN SLOVENIA E LA DISPUTA CON LA CROAZIA

Di Marina Szikora [*]
I tre partiti che abbandonano o hanno gia' abbandonato la coalizione governativa slovena proporranno come nuovo candidato a premier il professore del diritto costituzionale Miro Cerar, figlio dell'ex noto campione mondiale di ginnastica. Il quotidiano 'Delo' nella sua versione elettronica, scrive che i tre partiti, secondo fonti ufficiose, la Lista Civica (GL), il Partito Democratico dei Pensionati (DESUS) e il Partito Popolare Sloveno (SLS) molto probabilmente candideranno Cerar a futuro premier quando avranno assicurato la maggioranza necessaria in parlamento. Come detto, Miro Cerar e' figlio dell'ex campione di ginnastica sloveno e avvocato Miroslav Cerar e dell'ex ministro della giustizia e procuratore generale dello stato Zdenka Cerar. Fino ad adesso, si dava invece come candidato piu' probabile di questi tre partiti France Arhar.
Va detto che la coalizione governativa di cinque partiti guidata dal premier Janez Janša e' gia' stata abbandonata dalla Lista Civica e presto stesso faranno gli altri due partiti, DESUS del ministro degli esteri Carl Erjavec e il Partito Popolare Sloveno. Il premier Janša per adesso non considera le dimissioni anche se accusato di abuso d'ufficio e corruzione dalla Commissione anticorruzione ed i partiti che stanno abbandonando la sua coalizione intendono proporre in parlamento il voto sulla "sfiducia costruttiva". Questa possibilita' e' prevista dalla Costituzione slovena e significa che i partiti che lo vogliono fare possono proporre come nuovo candidato a premier la persona che credono possa ottenere il numero di voti necessari, vale a dire oltre la meta'. Accettare una tale proposta in parlamento significa automaticamente votare la sfiducia al governo e il nuovo candidato inizierebbe in tal caso la formazione del nuovo esecutivo. Secondo i media sloveni, i tre partiti menzionati contano anche con la coalizione del partito Slovenia Positiva (PS) che ha il maggior numero di deputati in parlamento. Si presume anche di ottenere i voti del partito di opposizione, dei Socialdemocratici (SD) che pero' non entrerebbero nel governo di transizione poiche' vogliono restare nell'opposizione fino alle prossime elezioni. Questa quindi la difficilissima situazione politica interna.

Dall'altra parte, non diminuisce l'attenzione sulla questione della disputa con la Croazia che ha come conseguenza il blocco della ratifica dell'accordo di adesione croato nel Parlamento sloveno. Se questo non accadra' in tempo utile, la Croazia non potra' aderire all'Ue come previsto il prossimo primo luglio. Jelko Kacin, parlamentare europeo sloveno e relatore per la Serbia, nella trasmissione 'Punto zero' trasmessa dalla TV statale croata lunedi' sera ha spiegato che sulla questione della Ljubljanska banka in Slovenia discuteranno tre organi, vale a dire tre Commissioni parlamentari che poi danno il segnale verde al Governo di iniziare la ratifica. Il problema, un'altra volta, Kacin trasferisce dalla parte croata e afferma che resta l'incognita quanto tutto questo durera' appunto dalla parte croata. Ha implicato che la Croazia dovrebbe assumersi l'obbligo nei confronti dei propri risparmiatori della Ljubljanska banka e che questo problema poteva essere risolto da tanto tempo. "Sono convinto che questo caso finira' male per la Croazia" ha detto Kacin. Il parlamentare europeo sloveno ha sottolineato che i precedenti governi croati avevano incluso il problema della Ljubljanska banka nell'accordo di secessione ratificato dall'ex premier croato Ivo Sanader. Il vicepresidente della Commissione esteri ed ex ministro degli esteri croato, Gordan Jandroković ha messo pero' in questione l'accordo sulla secessione ratificato da Sanader dopo che il Partito Socialdemocratico ha assunto il potere. Ospite della trasmissione e' stato anche il deputato croato e osservatore al Parlamento Europeo, Tonino Picula (già ministro degli Esteri e attualmente membro del Consiglio generale del Partito Radicale Transnazionale) il quale ha spiegato che si e' saputo che i documenti presentati dal bilancio della Narodna banka jugoslava non sono veritieri. "Ci aspettavamo che sui conti delle banche figlie si trovassero circa 645 milioni di marchi tedesci, ma ne abbiamo trovato 10 volte meno. In una banca di Francoforte abbiamo trovato soltanto 3,5 mila dollari invece di 57 milioni, ha precisato Picula. Per tal motivo, Picula si aspetta che i due ministri degli esteri, Vesna Pusić e Karl Erjavec, raggiungendo l'accordo settimana scorsa, abbiano utilizzato i veri bilanci. Picula ha aggiunto di comprendere perche' si tiene ancora in segreto l'accordo e che "bisogna lasciare alla diplomazia che in certi momenti abbia il diritto alla discrezione". Secondo Kacin, per quanto riguarda la ratifica dell'accordo dell'ingresso croato nell'Ue non e' cosi' importante il contenzioso sulla Ljubljanska banka quanto il monitoring dell'Ue sulla Croazia. Kacin continua ad implicare che la Croazia deve essere pronta a concessioni e accusa l'attuale governo croato come colpevole perche' ignora i precedenti accordi e documenti e qualifica il problema con la Ljubljanska banka come problema bilaterale. Questo, secondo Kacin, non e' sostenibile.

[*] Corrispondente di Radio Radicale. Il testo è tratto dalla trascrizione della corrispondenza per la puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda oggi a Radio Radicale.


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