giovedì 16 febbraio 2012

BOSNIA: DOPO IL PREMIER FINALMENTE ANCHE IL GOVERNO

di Marina Szikora [*]
La Bosnia Erzegovina finalmente ha un nuovo governo, vale a dire il Consiglio dei ministri guidato da Vjekoslav Bevanda, rappresentante croato, dell'Hdz BiH. Dopo un vuoto durato dall'ottobre 2010 quando si sono svolte le elezioni politiche i rappresentanti politici si possono finalmente occupare del funzionamento dello stato e in primis del suo cammino verso le integrazioni euroatlantiche. Lo scorso venerdi', la Camera dei deputati del Parlamento bicamerale della Bosnia con 26 voti a favore, uno astenuto e 7 contrari ha appoggiato il neo Consiglio dei ministri e subito dopo si e' svolta la prima riunione del nuovo esecutivo. La priorita' del governo dovrebbe comunque essere il miglioramento della situazione economica e il superamento del blocco del cammino europeo della Bosnia. Il presidente del Partito socialdemocratico bosniaco, Zlatko Lagumdžija e' il nuovo ministro degli esteri, ed e' l'unico dei leader dei sei maggiori partiti della coalizione governativa a far parte del Consiglio dei ministri.

Con questo completamento del potere esecutivo, si spera essere compiuto un passo avanti e ne e' dell'opinione anche la Commissione esteri del Parlamento Europeo che ha presentato recentemente la bozza di Risoluzione sull'avanzamento della Bosnia Erzegovina. Il testo definitivo di questa risoluzione dovrebbe esssere approvato il prossimo aprile. La bozza di risoluzione saluta l'accordo raggiunto tra i leader dei partiti politici in Bosnia sulla formazione del governo a livello statale, il bilancio per il 2012 e le leggi sugli aiuti statali. Pero' viene sottolineata la preoccupazione a causa di "un limitato avanzamento" della Bosnia, in quanto candidato potenziale per l'adesione all'Unione Europea.

La relatrice del Parlamento Europeo per la Bosnia Erzegovina, la tedesca Doris Pack, vede questa risoluzione come un "invito al risveglio" ai politici bosniaci i quali sono invitati ad assumersi la responsabilita' verso i propri cittadini, di arrivare al compromesso, all'accordo sulle riforme e ad una visione comune sul futuro del Paese. Pack ricorda che uno stato funzionante e un potere funzionante a livello statale sono condizioni indispensabili per l'avanzamento della Bosnia verso l'Ue. "Esistono due entita', ma sono due colonne di uno stato unico. Se non ci sara' uno stato unico, la Bosnia Erzegovina non aderira' mai all'Ue. Questo e' cristalmente chiaro" afferma Doris Pack.

La bozza di risoluzione del Parlamento Europeo indica anche ad una profonda corruzione, un sistema giuridico nonfunzionante, un sistema educativo diviso, una mala situazione economica. La Commissione esteri del PE si e' detta anche preoccupata a causa di informazioni sul crescente nazionalismo estremista in Bosnia, l'influenza dei vahabiti ma anche l'assenza di condanna di una tale situazione da parte della comunita' islamica bosniaca.

[*] Corrispondente di Radio Radicale. IL testo è tratto dalla corrispondenza per la puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda oggi a Radio Radicale.

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