sabato 3 dicembre 2011

ELEZIONI IN CROAZIA: LA VITTORIA DEI SOCIALDEMOCRATICI SEMBRA SCONTATA

Dopo una campagna elettorale durata appena due settimane, la più breve dall'indipendenza del 1991, la Croazia vota domani per eleggere il parlamento e di conseguenza scegliere il governo che, a meno di sorprese, la porterà nel luglio 2013 diventare il 28esimo Stato dell'Ue. Anche se il 9 dicembre sarà l'attuale premier Jadranka Kosor a firmare a Bruxelles il trattato di adesione, dopo l'ultimo e definitivo via libera dato giovedì a larga maggioranza dal Parlamento europeo, ben difficilmente sarà ancora in carica quando il suo Paese taglierà lo storico traguardo dell'adesione. Stando ai sondaggi, infatti, l'Unione democratica croata (Hdz), il partito fondato dal padre-padrone della patria, il nazionalista Franjo Tudjman, poi trasformato in un partito di centro destra da Ivo Sanader, ora in carcere per gravi accuse di corruzione, infine affidato alla Kosor, si ritroverà all'opposizione, travolto dagli scandali dopo aver guidato la Croazia per 17 dei 20 anni di indipendenza dalla Jugoslavia. La vittoria andrà ai socialdemocratici e nulla sembra poter ribaltare le previsioni dopo che, nelle ultime settimane, alcuni dei maggiori dirigenti dell'Hdz sono finiti indagati per finanziamenti illeciti, mentre parallelamente cominciava il processo a carico di Sanader, il più importante politico nazionale mai finito alla sbarra.

“Le inchieste contro l'Hdz sono il tratto distintivo di queste elezioni. Sono senza precedenti. Niente di simile è mai accaduto prima”, spiega l'esperto di comunicazione, Damir Jugo, al portale Balkaninsight e molti analisti concordano che con il ciclone giudiziario in corso, il centro-destra uscirà a pezzi dal voto. Un esito talmente scontato che ha prodotto una campagna elettorale piuttosto dimessa, nonostante le questioni poste dalla crisi economica che non ha risparmiato la Croazia. Del resto, entrambi gli schieramenti “sanno che la campagna elettorale è irrilevante, poiché la coalizione (di centro sinistra) è vincente”, dice un altro analista, Zarko Puhovski. Nonostante un quadro del genere, stando al sondaggio pubblicato da Vecernji list, il 76% dei circa 3,5 milioni di croati aventi diritto al voto - il 10% dei quali residenti all'estero, soprattutto in Bosnia - si recherà sicuramente alle urne. La vittoria del centro-sinistra, però, come ammette lo stesso probabile futuro premier Milanovic, più che sui programmi sarà “sulla fiducia”. Non precisamente una dichiarazione di forza.

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