lunedì 28 marzo 2016

COMMENTI ALLA SENTENZA DI CONDANNA DI RADOVAN KARADZIC

La sede del Tribunale internazionale all'Aja
di Marina Szikora (*)
Giovedi' la tanto attesa sentenza del Tribunale dell'Aja che giudica i crimini commessi in ex Jugoslavia a Radovan Karadzic. Dopo che nel 2006 nel carcere di Scheveningen e' morto l'ex presidente serbo, Slobodan Milosevic, Radovan Karadzic e' il piu' alto rappresentante politico degli anni novanta ad essere sentenziato per i crimini e per le atrocita' commesse durante la guerra in Bosnia Erzegovina dal 1992 al 1995. Come detto, con il verdetto, il leader dei serbi bosniaci, Radovan Karadzic viene condannato a 40 anni di carcere, ritenuto responsabile di crimini di guerra in Bosnia. Subito dopo il pronunciamento della sentenza, divise sono state le reazioni in Bosnia ma in sostanza, sono stati pochi ad essere pienamente soddisfatti con la decisione del Tribunale dell'Aja. I rappresentanti di diverse associazioni bosgnacche che si aspettavano una condanna all'ergastolo nonche' la conferma della corte che oltre a Srebrenica il genocidio e' stato commesso anche in altri sei comuni che si trovano inclusi nell'imputazione, sono rimasti un'altra volta delusi. Dall'altra parte, i commentatori della Republika Srpska [l'entità a maggioranza serba della Bosnia Erzegovina] affermano in sostanza che la sentenza e' “politica” ma che nulla cambiera' per quanto riguarda lo status dell'entita' serba.

“Siamo consapevoli che non esiste una pena che possa far tornare in vita le vittime innocenti, ma la condanna ad uno dei principali statisti della politica di aggressione della politica di una Grande Serbia in Bosnia Erzegovina, i cui risultati sono stati il genocidio e crimini terribili, rappresenta il minimo di cui le vittime e le loro famiglie hanno atteso troppo a lungo”, questa la posizione e la reazione del Governo croato alla sentenza dell'Aja. Secondo il capo della diplomazia croata, Miro Kovac, la sentenza offre una soddisfazione morale insufficiente agli eredi delle vittime della politica di sistematiche uccisioni e violenze. Radovan Karadzic e' stato condannato ma non e' stato sconfitto ancora il suo spirito, come nemmeno l'eredita' della sua politica di crimini e di genocidio. Soltanto quando questo sara' raggiunto, allora si potra' arrivare ad una riconciliazione tra la gente della Bosnia ed oltre, ha rilevato il ministro Kovac.

La presidente croata, Kolinda Grabar-Kitarovic ritiene che la sentenza all'ex leader dei serbi bosniaci sia una consolazione debole alle vittime ma e' un messaggio ai criminali e terroristi odierni che non passeranno impuniti. “Anche se si tratta di una sentenza di primo grado, con essa la comunita' internazionale ha riconosciuto che a Srebrenica e' stato commesso un genocidio e che nei sette comuni della RS e nella citta' di Sarajevo sono stati commessi i piu' gravi crimini con l'obbiettivo di creare uno spazio serbo omogeneo” ha detto la presidente croata. “Questa sentenza non pou' e non deve influenzare il destino della RS e per questo mi appello a tutti i rappresentanti politici del popolo serbo in Bosnia Erzegovina, in particolare della Republika Srpska, di lottare con una posizione congiunta per la loro Republika e per il loro popolo il cui destino, con questa sentenza puo' essere messo in questione” sono invece le parole di reazione del presidente della Serbia, Tomislav Nikolic.

Il testo è la trascrizione di parte della corrispondenza per la puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda il 27 marzo a Radio Radicale

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