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Nazionalisti serbi festeggiano Putin a Belgrado (Foto Afp) |
Di Marina Szikora
Lo abbiamo anticipato in diverse occasioni, questo evento cosi' atteso e preparato nel minimo dei dettagli - niente ha potuto guastare le sei ore quasi divine della presenza di Vladimir Putin a Belgrado. Nemmeno le vicende piu' che sconvolgenti con conseguenze ancora incerte della recentissima partita di calcio tra la Serbia e l'Abania a Belgrado, a praticamente soltanto un giorno dall'arrivo dell'ospite preferito della Serbia. Il presidente russo, Vladimir Putin e' arrivato a Belgrado per partecipare alla parata militare “Un passo del vincitore” in occasione del 70ennario della liberazione di Belgrado dal fascismo. Sulle strade di Belgrado cerano circa 100.000 cittadini e l'evento e' stato trasmesso dalla TV statale. Ad accompagnare Putin c'era una vasta delegazione russa di circa 150 persone. “La Serbia e la Russia hanno molto in comune nel passato, e davanti a loro vi e' un buon futuro” ha detto Putin durante il suo incontro pubblico con il suo collega serbo, Tomislav Nikolic. Parlando, inevitabilmente, del Kosovo, la cui indipendenza la Russia continua a non riconoscerla, Putin ha sottolineato che sul Kosovo Mosca ha una posizione di principio che si basa non soltanto sulle relazioni di amicizia tra i due paesi, Serbia e Russia, bensi' sul diritto internazionale. “Appoggiamo la Serbia ed e' nostra intenzione di continuare a farlo” ha rassicurato Putin i suoi ospiti.
Il presidente serbo Tomislav Nikolic da parte sua ha detto che la Serbia vede in Russia il suo grande alleato, collaboratore e partner e che non mettera' a repentaglio la sua morale con nessun tipo di mal comportamento nei confronti della Russia. Nikolic ha valutato che la Serbia oggi non ha nemici, bensi' amici piccoli e grandi mentre la Russia la vede come un grande amico. Il presidente serbo ha indicato anche la comune radice slava che collega i due stati, la lingua, religione ortodossa, tradizione e cultura come anche il fatto che i due paesi erano sempre dalla stessa parte. Durante l'incontro con il premier serbo, Aleksandar Vucic, si e' detto che la Serbia non dimentichera' mai la partecipazione delle truppe russe nella liberazione della capitale serba nonche' il grande numero di vittime cadute per la liberta' di Belgrado e della Serbia. Va detto che nella parata militare svoltasi davanti a Putin e tutte le massime cariche dello stato serbo e davanti ai numerosi cittadini, partecipavano circa 4.500 membri di tutte le forze dell'Esercito della Serbia nonche' i 29 MIG del gruppo russo “Strizi”. Si e' trattato della prima parata militare organizzata a Belgrado dopo il lontano 1985.
L'opposizione serba ha insistito molo sul rendere pubblico i dettagli delle spese di questa visita, ma finora non ci sono state risposte da parte delle autorita' del paese. I critici concordano che l'organizzazone di una parata militare di questo tipo e in onore di Putin in questo momento e' inutile, soprattutto se si ha in mente la grave situazione economica in cui si trova la Serbia, ha scritto in vista della visita l'agenzia di stampa austriaca APA sottolineando il fatto che da novembre prossimo i salari dei dipendenti nel settore pubblico saranno ridimensionati del dieci per cento ma anche le pensioni perche' il governo serbo non puo' fare altro che continuare con le misure di risparmio. Non la pensa cosi' il premier serbo Vucic quando ha informato i suoi cittadini che il presidente Putin ha accettato la sua richiesta che la Serbia esporti una certa quota delle Fiat alla Federazione Russa. Vucic ha aggiunto che e' stata accordata inoltre l'esportazione dei prodotti di latte e formaggio dalla Serbia alla Russia il che, ha detto il premier serbo, e' molto importante per l'agricoltura serba. Questo, ha aggiunto Vucic, fara' aumentare lo scambio commerciale e il presidente Putin, durante i colloqui, ha avuto comprensione per gli operai serbi.
Vucic ha ribadito che la Serbia “si trova sul cammino verso l'Ue” e che non rinuncia a questo cammino ma la Serbia, al tempo stesso, e' grata alla Russia perche' essa comprende questa via della Serbia e rispetta anche la sua integrita' territoriale. Secondo le parole di Vucic, la Serbia ha dimostrato di essere amica della Russia anche quando non e' facile esserlo e che non ha introdotto le sanzione quando invece l'Ue lo ha fatto. Queste sanzioni, ha ribadito Vucic, le puo' introdurre un altro governo, ma questo governo della Serbia non lo fara'. Il premier serbo ha osservato che nel 2015 la Serbia assumera' la presidenza all'OSCE ed e' importante fino a quel momento dimostrare di essere in grado ad operare “a fin di risolvere i problemi nel mondo”. Il culmine dei ringraziamenti a Vladimir Putin a Belgrado e' stata la consegna delle onorificenze serbe. In questa occasione il presidente della Serbia Nikolic ha detto che la comune storia gloriosa della Serbia e Russia e' permanente e un legame insolvibile di fratellanza, amicizia che c'era da sempre, c'e' e ci sara' come orgoglio dei due stati e popoli e “per il benessere di ogni uomo di buona volona' nel mondo”. E' stato annunciato inoltre che la Serbia rivelera' a Belgrado un monumento all'imperatore russo Nikolaj Secondo Romanov il quale aveva salvato dalla distruzione l'esercito serbo e il popolo profugo, ha precisato Nikolic. Ha ricordato anche che durante il primo anno della Grande guerra i russi avevano mandato le navi militari e i suoi soldati a difendere la Belgrado sul fiume Sava e Danubio come se lottassero sulla Volga e sul Don. “La terra bagnata dal sangue comune e' un terra molto comune, la terra bagnata dal comune sangue dei difensori, e' una cosa sacra per i suoi eredi”, ha detto Nikolic. Ha aggiunto che anche 70 anni fa, spalla a spalla, partigiani e rosso armei aveano liberato ogni strada, ogni edificio di Belgrado lasciando il mitico segno “Min njet”.
Cosi' il presidente Putin ha ricevuto dal suo omologo serbo la piu' alta onorificenza dello stato. Rivolgendosi al presidente russo, Nikolic ha detto che questa onorificenza “e' sparso di sangue e lacrime del nostro popolo sofferente, colpito dalle armi che il soldato serbo portava nelle guerre”. E ornando l'ospite russo, il presidente della Serbia ha detto: “Portatelo come segno di ringraziamento del mio paese per ogni soldato del vostro paese che dalla Prima e Seconda guerra e' tornato dalla Serbia in Russia oppure, purtroppo, e' rimasto per sempre da noi. Portatelo come segno di ringraziamento per tutto quello che avete fatto e ancora oggi state facendo voi e il vostro popolo affinche' la Serbia in pace e liberta' possa salvaguardare la sua sovranita' e integrita' territoriale e possa progredire in tutti i segmenti della vita”.
Per quanto riguarda Bruxelles, cosi' i media serbi, il commissario europeo per l'allargamento uscente, Stefan Füle ha detto ancora in vista dell'arrivo di Putin a Belgrado che questa visita non dovrebbe preoccupare nessuno in Europa e che la Serbia ha dimostrato chiaramente e a piu' riprese il suo orientamento europeo. Esso non puo' essere messo a repentaglio o cambiato a causa di una visita, ha detto Füle. Il suo successore, Johannes Han ha affermato invece che se la Serbia vuole diventare stato membro dell'Ue, deve esaminare attentamente la sua decisione di non appoggiare le sanzioni dell'Unione contro la Russia e con lo stesso messaggio si e' fatto vivo anche il capo della delegazione UE a Belgrado, Michael Dewenport. Il quotidiano serbo 'Blic' scrive che secondo le parole di un funzionario Ue che voleva rimanere anonimo, Bruxelles con sempre maggiore preoccupazione segue l'avanzamento della Russia nei Balcani Occidentali il che viene vissuto come una minaccia alla stabilita' e alle integrazioni europee di questa regione. La stessa fonte ha dichiarato per il giornale serbo che “l'aiuto russo ha sempre un suo prezzo” e ha avvertito che bisogna ricordarsi i casi della Bielorussia e del Kazakhistan che con la Russia sono entrati a far parte della zona dello libero scambio.
Giorni fa, con il premier Vucic ha parlato anche il vicepresidente americano, Josepf Biden sul tema dell'appoggio di Washington alle riforme che si trovano davanti alla Serbia. La stampa serba afferma che il tema della visita di Putin a Belgrado non e' stata sul tappeto ma ci sono state le osservazioni dell'ex stretta collaboratrice del presidente americano, Karen Donfried che nella visita non c'e nulla di contestabile, ma che la comunita' internazionale seguira' con grande attenzione i messaggi che vi saranno espressi. L'ambasciatore americano in Serbia, Michael Kirby si e' occupato altrettanto di questa visita chiedendo sul perche' dell'arrivo di Putin a Belgrado quando si sa che la capitale serba e' stata liberata dalla Terza armata ucraina come parte dell'Armata rossa e entrando cosi' in polemica con l'ambasciatore russo a Belgrado, Cepurin.
Tutto sommato, gli analisti serbi considerano la visita del presidente russo come utile, soprattutto a causa degli accordi firmati. Il professore delle scienze politiche di Belgrado e commentatore politico, Predrag Simic ha valutato che la visita di Vladimir Putin ha un carattere “altamente simbolico” e ha rilevato che il livello delle relazioni tra Belgrado e Mosca sono in questo momento ad uno dei suoi culmini storici. Secondo questo ben noto esperto politico serbo, i messaggi di Putin a Belgrado sono molto importanti e oltrepassano la cornice delle relazioni bilaterali perche' riguardano l'intera regione e soprattutto l'Occidente. Questi, ha detto Simic, sono i primi messaggi che Putin manda al mondo, all'Ue e agli Stati Uniti dopo l'introduzione delle sanzioni e sempre secondo Simic saranno oggetto di molta attenzione. Tuttavia, e' stato notato che alla parata militare non c'erano molti diplomatici occidentali, soprattutto quelli piu' alti e questo in un certo modo parla della posizione degli Stati Uniti e della maggior parte dei paesi membri dell'Ue, ha constatato il professor Simic. Secondo gli analisti, quello che pero' non e' stata una buona notizia per la Serbia e' il fatto che Putin ha detto esplicitamente che per il South Stream ci deve essere una volonta' di tutte le parti.
Putin ha detto che paesi come la Serbia possono e devono occupare un posto sul mercato russo e ha annunciato che se verranno realizzati gli accordi firmati giovedi' a Belgrado, lo scambio commerciale tra la Russia e la Serbia potra' ben presto essere quello di 500 milioni di dollari. Sul gasdotto South Stream, Putin ha detto che e' come nell'amore: puo' essere felice soltanto se entrambi i protagonisti di questo processo meraviglioso continuino i loro rapporti. “Non possiamo costruire il gasdotto di un valore di oltre miliardi di dollari da soli se i nostri partner questo non lo vogliono” ha detto Putin ricordando che circostanze simili ci sono state anche all'inizio della costruzione dl Nord Stream mentre adesso tutti ne sono interessati.
Il testo è tratto dalla trascrizione della corrispondenza per la puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda il 19 ottobre a Radio Radicale