mercoledì 12 gennaio 2011

TURCHIA: UN BILANCIO DELLA POLITICA ESTERA NEL 2010

Per le relazioni turco-europee, il 2010 non solo è stato deludente rispetto agli anni precedenti, per molte ragioni, ma ha anche allontanato la prospettiva di integrazione europea della Turchia e ha riproposto molte questioni sulla possibilità che il processo negoziale avviato nel 2005 possa essere completato. Per molti aspetti l'UE e la Turchia non sembrano essere sulla stessa lunghezza d'onda: il tradizionale rapporto annuale di valutazione pubblicato nel novembre 2010 dalla Commissione europea, ha espresso ancora una volta delusione per come il processo delle riforme è stato condotto, nel corso dell'anno, da Ankara. 
Da questi sviluppi negativi emerge che le relazioni turco-europee siano entrate in una fase di raffreddamento certa e durevole. Esponenti di governo turchi hanno espresso più volte nel corso degli ultimi mesi il loro malumore per la mancanza di entusiasmo da parte dell'Europa nei riguardi dell'adesione del loro paese: il premier Recep Tayyip Erdogan, durante una visita ufficiale a Helsinki, nel mese di ottobre, ha accusato l'UE di non aver mai fatto aspettare un Paese candidato per così tanto tempo e questo mentre ammetteva Paesi economicamente meno sviluppati. Nonostante questo il governo sostiene ancora la volontà di entrare nell'Unione Europea e questa ostinazione non è stata smentita nel corso del 2010, insieme all'opposizione all'opinione che la politica estera turca abbia cambiato direzione.  

Lo scrive, tra l'altro, il professor Jean Marcou in un articolo intitolato "2010: bilancio della politica europea della Turchia", pubblicato sul blog dell’Observatoire de la Vie Politique Turque (OVIPOT) creato nell'ambito dell'Institut Français d’Etudes Anatoliennes (IFEA) di Istanbul.

Marcou, riassumendo i caratteri principali della politica estera turca come si sono sviluppati nel corso dell'anno appena passato, scrive che i leader turchi si sono impegnati a dimostrare che le loro iniziative verso il mondo arabo-musulmano e lo status di potenza regionale della Turchia rappresentano in realtà un nuovo atout per l'Europa. Per quanto riguarda l'opinione pubblica turca, inoltre, se essa da una parte mostra certamente molto meno entusiasmo per il progetto europeo, un recente sondaggio condotto dall'Istituto "Metropoll" di Ankara indica che la maggioranza dei cittadini turchi (il 53%), se fossero consultati con un referendum, continuerebbe ad approvare l'ingresso nell'Unione europea. Insomma, secondo Marcou la permanenza della candidatura della Turchia all'adesione all'Unione Europea dimostra che, nonostante la loro natura eclatante, le nuove opzioni aperte dalla politica estera turca, verso il Medio Oriente e, più in generale, verso lo spazio eurasiatico, non possono soppiantare l'alleanza con Europa e Stati Uniti, che rimane un asse portante della diplomazia turca. La Turchia è una potenza emergente, economicamente fragile, e che vive in un ambiente pericoloso: in tale contesto, conclude, il suo rapporto con l'Occidente resta ancora essenziale per la propria sicurezza.

                      

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