Qui di seguito la trascrizione della corrispondenza di Marina Szikora per la puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda sabato 27 novembre a Radio Radicale.
Boris Tadic e Ivo Josipovic (Foto Tanjug) |
TADIC IN CROAZIA: "LA JUGOSLAVIA NON ESISTE PIU', MA ABBIAMO UN CIELO IN COMUNE: L'UNIONE EUROPEA"
di Marina Szikora
La notizia della settimana nella nostra regione e' senza dubbio la visita ufficiale del presidente della Serbia Boris Tadic in Croazia. E' la sua prima visita ufficiale a Zagabria dall'insediamento del presidente Ivo Josipovic, poiche' Tadic ha visitato Zagabria anche nel 2006, durante il governo di Ivo Sanader e la presidenza di Stjepan Mesic. Le relazioni di partenariato tra i due stati peggiorarono notevolmente dopo alcune dichiarazioni di Mesic relative alle minaccie di secessione provenienti dalla Republika Srpska per voce del suo premier Milorad Dodik e poi sopratutto dopo le repliche rigidissime da parte del ministro degli esteri serbo, Vuk Jeremic nei confronti della Croazia. L'atmosfera di tensione sembrava continuare con il rifiuto da parte del presidente Tadic di partecipare all'inaugurazione del nuovo presidente croato Ivo Josipovic a causa della presenza del presidente del Kosovo a questo evento. Ma poi, grazie alla buona volonta' ed intesa tra i due presidenti, Josipovic e Tadic, e' iniziata la fasa di notevole cambiamento di umore nelle relazioni tra Croazia e Serbia. Josipovic e Tadic si incontrarono per la prima volta lo scorso marzo ad Opatija, un incontro all'improvviso e senza essere annunciato precedentemente, «l'incontro senza cravatta» come lo qualificarono i due capi dello stato, rompendo cosi' il ghiaccio nei rapporti tra i loro paesi. Solo pochi giorni dopo, si incontrarono nuovamente a Bruxelles dove avevano espresso fermezza di collaborare nello spirito europeo per risolvere le tante questioni aperte nella regione. L'incontro successivo e' stata la riunione trilaterale con il presidente ungherese in Ungheria, nella citta' di Pecs dove e' stato ribadito il particolare impegno per la tutela delle minoranze etniche. Lo scorso luglio e' seguita poi la prima visita ufficiale di Josipovic in Serbia, mentre solo tre settimane fa, Tadic aveva visitato Vukovar e Ovcara dove ha reso omaggio alle vittime dei crimini serbi contro i difensori e civili croati. Mercoledi' e giovedi' quindi una due giorni ufficiale in Croazia, la prima giornata a Zagabria il giorno seguente anche in visita in alcune regioni croate, Kordun e Lika, abitate dalla minoranza serba.
Alla conferenza stampa congiunta nell'Ufficio del Presidente, l'ospite croato, Ivo Josipovic ha detto che «nelle relazioni tra i due paesi e' stato compiuto grande progresso» come anche un passo avanti relativo alla questione della restituzione del patrimonio culturale croato. «Sono rimaste ancora alcune questioni difficili. Una di queste, prioritaria per la Croazia, e' la soluzione del destino delle persone scomparse» ha sottolineato il presidente croato. Alla riunione delle delegazioni serba e croata si e' parlato anche del miglioramento delle relazioni economiche. «Entrambi i paesi hanno una prospettiva europea forte e abbiamo concluso che l'Europa e' il nostro destino comune. La Croazia si impegnera' fortemente per l'adesione della Serbia all'Ue» ha detto Josipovic. Da parte sua, il presidente serbo Boris Tadic ha detto che la questione delle persone scomparse e' la questione piu' importante e che fara' di tutto affinche' questo problema sia risolto. «In questo modo dimostreremo che siamo in grado a considerare le gravi vittime della guerra. Abbiamo prestato grande attenzione nei nostri colloqui alle minoranze etniche. Grande progresso e' stato fatto sulla questione del ritorno dei profughi e la loro sistemazione» ha aggiunto Tadic dicendosi convinto che la prossima conferenza di donatori risolvera' piu' facilmente questi problemi. E' stato detto che a livello dei due governi e' stato accordato che ai profughi serbi che vogliono tornare in Croazia, le spese della ristrutturazione delle case e della sistemazione nelle abitazioni verranno sostenute dallo stato croato mentre i soldi per sistemare quelli che non vogliono piu' tornare in Croazia, si cerchera' di raccoglierli alla conferenza internazionale di donatori che Croazia e Serbia intendono organizzare insieme nella prima meta' del prossimo anno.
Per quanto riguarda le reciproche accuse davanti alla Corte internazionale di Giustizia, Tadic ha detto che la Serbia non insiste sul ritiro delle accuse ma ritiene che la questione sarebbe meglio risolverla attraverso accordi e colloqui bilaterali. Ha aggiunto che le istituzioni serbe conducono indagini relative ai campi di concentramento Stajicevo e Begejci. Tadic ha chiamato questi due lager come luoghi di detenzione e ha aggiunto che ci sono diverse definizioni di questi, come ha detto, posti tragici – «alcuni li chiamano campi di concentramento, alcuni carceri, altri penitenziari. «Dobbiamo avere una posizione comune, ma non che si tratti di batti e ribatti politici. E' importante definirli, indagarci, trovare tutti i colpevoli e punirli, ha detto Tadic. Il presidente serbo ha ribadito che la Serbia fa tutto il possibile per arrestare e consegnare al Tpi dell'Aja i due imputati per crimini di guerra – Ratko Mladic e Goran Hadzic e questo lo fa non per il Tribunale dell'Aja bensi' per se stessa poiche' lo impongono le norme umane e civili. La Serbia appoggia fotemente l'adesione della Croazia all'Ue, ha sottolineato Tadic negando cosi' certe affermazioni che la Serbia sarebbe contraria ad un ingresso veloce ed individuale della Croazia nell'Ue. Tadic si e' detto invece fiducioso che la Croazia appoggera' anche l'avvicinamento della Serbia all'Ue. «Abbiamo avuto una storia comune difficile, abbiamo espresso parole di scusa come presidenti degli stati e abbiamo compiuto un grande passo avanti quando si tratta di questioni della politica regionale. Relazioni stabili nella regione non ci sono senza buone relazioni tra i nostri due paesi» ha detto Tadic.
Il presidente della Serbia ha incontrato anche il capo del governo croato, Jadranka Kosor. Nel corso dell'incontro in un'atmosfera molto amichevole, Tadic ha ribadito di dare pieno sostegno all'ingresso veloce della Croazia nell'Ue poiche' questo e' anche nell'interesse vitale e nazionale della Serbia. «Oggi voglio rispondere cosi' anche alle voci che la Serbia ha interesse bloccare il processo di integrazione della Croazia» ha detto Tadic. La premier Kosor, da parte sua, ha rilevato che la Croazia appoggia fortemente la via europea della Serbia valutando che questo e' molto importante per la stabilita' della regione e per la prosperita' di entrambi gli stati. Il presidente serbo ha ammesso che ci sono ancora molte questioni aperte quali quelle del confine, secessione e reciproche accuse davanti alla CIG. I due paesi, per quanto riguarda questi problemi, devono naturalmente tener conto dei loro interessi nazionali, ma devono anche cercare le occasioni per trovare soluzioni comuni, ha detto Tadic. Kosor ha annunciato che durante i colloqui e' stato raggiunto un accordo politico sui principi in base ai quali verra' risolta definitivamente la questione dei profughi. Durante l'incontro con il presidente del Parlamento croato, Luka Bebic, al quale ha partecipato anche la presidente della Commisione nazionale per seguire i negoziati di adesione con l'Ue, Vesna Pusic, il presidente serbo ha ricevuto dalla Pusic la documentazione relativa al capitolo 23, Giustizia e diritti fondamentali. Si tratta di un resoconto di quello che la Croazia ha fatto in questo delicatissimo capitolo. «Questa visita del presidente della Serbia la vedo come un nuovo importante passo, uno dei molti che bisogna ancora compiere. Noi ne siamo pronti» ha detto Ivo Josipovic al ricevimento in onore del suo ospite. «Sta' a noi a convincere i nostri popoli, i nostri stati che questi passi sono buoni e che il bene deve vincere contro il male che c'era ieri» ha aggiunto Josipovic. Tadic ha risposto che ritiene le relazioni croato-serbe «fondamentalmente importanti per le relazioni nella regione in cui viviamo insieme. Nel passato, queste relazioni furono la base di stabilita' dell'intera area politica e culturale, noi diciamo dei Balcani Occidentali, a Zagabria dicono Europa sudorientale» ha detto Tadic
Come ospite del telegiornale centrale della TV di stato croata, HTV, Boris Tadic ha detto di essere per molte ragioni vicino a Josipovic. «Sono convinto che lo stesso aproccio alla politica come attivita' umana ha anche il presidente Josipovic. Noi siamo grandi amici personali, apparteniamo alla stessa generazione, siamo gente che ha un sistema di valori simile, osserviamo similmente il complesso delle relazioni serbo-croate» ha detto il presidente serbo. Fino all'arrivo di Ivo Josipovic, Tadic dice di aversi sentito «solo» in politica. «Solo nelle mie intenzioni di condurre la politica in un modo diverso, di compiere il passo fuori dal circolo magico in cui ci troviamo tutti insieme e che aveva determinato il ventesimo secolo. Adesso non sono piu' solo e questo e' molto buono per me ed e' una cosa grande anche per le nostre relazioni. Dobbiamo cercare interlocutori tra tutti gli altri popoli dei Balcani Occidenatali per dare pieno contributo alla stabilita' dell'intera regione» ha detto Tadic. Ha aggiunto che «La Jugoslavia non esiste piu' e non esistera' mai piu', su questo nessuno deve avere delle illusioni, ma sono convinto che abbiamo un cielo politico comune, che e' l'Ue. In questo modo, in senso politico, saremo nuovamente in un certo senso insieme, ma anche abbastanza separatati perche' nessuno minacci nessuno».
Al centro della seconda giornata della visita ufficiale di Tadic in Croazia sono state le zone nelle vicinanze di Zagabria, Lika e Kordun, abitate anche dalla minoranza serba, zone di profughi, sia quelli che sono tornati dopo la guerra dalla BiH oppure villaggi dai quali i profughi serbi sono fuggiti in Serbia. Nei pressi della citta' di Karlovac, i due presidenti hanno visitato il villaggio di Krnjak dove vivono due mila e mezzo di abitanti. Il sessanta percento della popolazione sono piu' anziani di 60 anni, praticamente non c'e' coltivazione e produzione e molti vivono dagli aiuti sociali. Circa 70 percento sono serbi, mentre il 30 percento sono croati trasferiti. Il presidente Josipovic ha detto che Krnjak e' una testimonianza di sforzi comuni per la coabitazione. Ha espresso rammarico che in questa zona non ritornano famiglie giovani. «Il nostro messaggio da Krnjak e' che siamo venuti a rompere i pregiudizi, le paure e di cercare a riavvicinare la gente rispettando pero' le diversita'» ha detto Tadic. Per quanto riguarda quello che la Serbia fara' per rendere piu' facile la vita dei croati in Vojvodina, la regione multinetnica in Serbia, il presidente serbo ha detto che gli sforzi principali che bisogna fare sono stabilire lo stato di diritto e la restituzione delle proprieta'. Ha invitato personalmente i croati di inserirsi in tutte le istituzioni della Serbia per rendere possibile la loro piena tutela. Ha invitato inoltre i croati in Serbia ad iscriversi nelle liste elettorali speciali.
Recandosi nella regione di Lika, Tadic ha rilevato il valore sentimentale che lo lega a questa zona, poiche' nel villaggio vicino viveva sua nonna. Assaggiando il vino particolare si e' ricordato dei succhi che sua nonna preparava nei tempi della sua giovinezza. Nel comune di Gracac la rinnovazione e' maggiormente completata. Secondo gli abitanti le difficolta' principali del ritorno degli sfollati sono le scarse attivita' economiche. I due presidenti hanno visitato anche una famiglia di profughi ritornati. Nella loro casa ristrutturata che fu bruciata durante l'operazione Tempesta, Tadic e Josipovic hanno preso il caffe' fermandosi a parlare con gli inquillini, una famiglia con due figli. Davanti alla casa sono stati accolti da una decina di paesani che i primi giorni della 'Tempesta' erano fuggiti in Serbia. Hanno raccontato che con la popolazione croata non hanno nessun problema e che la politica non vieta a nessuno di tornare nelle loro case. Infine, nel monastero di Krupa, i due presidenti hanno aperto il rinnovato tesoro in cui si trovano 26 icone che i serbi hanno restituito alla Croazia. La restituzione di questo patrimonio culturale parla in modo migliore delle buone intenzioni e della prontezza alla coabitazione. Questi pezzi d'arte sono soltanto una piccola parte del patrimonio culturale che cercano i monasteri, le chiese, i conventi e gli individui in Croazia poiche' il numero totale di tali oggetti sequestrati e' oltre tre mila.
Per quanto rigurda le reazioni in Serbia relative a questa visita, c'e' da dire che i commenti sono stati di approvazione tranne, naturalmente quelli dell'opposizione, soprattutto quella dei radicali ultranazionalisti. In piu', va detto che i circa 7000 profughi serbi che hanno lasciato la Croazia trasferendosi in Serbia, oggi affermano di non voler piu' tornare in Croazia bensi' continuare a vivere in Serbia aspettandosi una sistemazione corrispondente, magari grazie al sostegno della prossima conferenza di donatori. Va aggiunto che all'inizio della seconda giornata, Boris Tadic e il suo ospitante Ivo Josipovic hanno aperto un forum economico. Con la delegazione serba, a Zagabria sono arrivati 70 imprenditori che sono interessati ad un miglioramento della collaborazione. Uno dei settori di cooperazione potrebbe essere un ingresso comune ai mercati terzi e' stato rilevato al forum. Gli imprenditori hanno sottolineato che la collaborazione tra Croazia e Serbia non ha alternative. Una riunione di ottimismo senza ostacoli politici alla cooperazione economica, ha detto Ivo Josipovic. Secondo Tadic non e' possibile maggiore crescita economica finche' non cambiera' il modo di ragionare. I due presidenti concordano che la politica ha aperto le porte mentre ora tocca agli imprenditori di raggiungere migliori risultati commerciali. I ministri dell'economia dei due paesi hanno concluso che i potenziali di collaborazione tra le aziente croate e quelle serbe sono grandi, soprattutto nel settore energetico, agrario, meccanica, produzione tessile e industria di legno nonche' nelle infrastrutture.
La visita di Tadic in Croazia sulla stampa della Bosnia Erzegovina
di M. Sz.
La visita del presidente della Serbia Boris Tadic in Croazia e il rafforzamento della collaborazione e della fiducia tra i due stati sono la notizia che giovedi' si e' trovata alle prime pagine anche del maggior numero dei quotiadiani della BiH. La valutazione e' che si tratta di un altro contributo significativo al miglioramento della situazione generale nella regione. I media in BiH sottolineano soprattutto che i due presidenti concordano che bisogna scoprire il destino di tutte le persone scomparse durante la guerra. «Ivo Josipovic comunica a Boris Tadic a Zagabria: senza rilevare il destino dei scomparsi non c'e' riconciliazione» e' il titolo con grande foto in prima pagina del quotidiano 'Oslobodjenje'. Informando lungamente sulla prima giornata della visita di Tadic in Croazia, il giornale individua come curiosita' la dichiarazione del presidente serbo che il successo definitivo nella normalizzazione delle relazioni tra i due stati potrebbe forse essere un manuale di storia comune anche se avrebbe dei capitoli diversi. 'Oslobodjenje' valuta come importante l'annuncio della conferenza di donatori che potrebbe assicurare i mezzi per risolvere durevolmente la questione dei profughi e risolvere definitivamente il problema del ritorno. Anche il giornale di Banja Luka 'Nezavisne novine' riporta in modo praticamente identico le notizie sulla visita di Tadic e lo stesso fa il quotidiano di Sarajevo. Il giornale individua il messaggio del presidente Josipovic che la Croazia si impegnera' fortemente affinche' la Serbia aderisca all'Ue nonche' il desiderio di Tadic che questa visita diventi una nuova pagina della comune storia. A differenza di questi giornali, il principale quotidiano bosgnacco 'Dnevni avaz' solo alla pagina 21 informa della visita di Tadic a Zagabria non riportando alcuna dichiarazione.