giovedì 5 maggio 2016

IL GRANDE EST 4/2016

 E' online il nuovo numero de Il Grande Est, il notiziario mensile di Rassegna Est dedicato ai principali fatti politici, economici e sociali dell’Europa centrale, dei Balcani e dell’area post-sovietica redatto selezionando fonti in lingua inglese e italiana e presentando gli articoli scritti dai redattori di Rassegna Est.
In questa edizione, che copre il mese di aprile, in particolare i trent’anni da Chernoby, l’Euro e i Paesi dell’Est, il World Press Media Index di Reporters senza Frontiere sulla libertà di stampa nel mondo.

Il Grande Est 4/2016

La sezione su Balcani e Turchia in particolare propone
Vucic, europeista alla balcanica – Il primo ministro di Belgrado, Aleksandar Vucic, ha vinto nuovamente le elezioni. Si sono tenute il 24 aprile e il margine del suo Partito del progresso (Sns) è stato ancora una volta molto largo. Ma chi è Vucic? Dove intende portare il Paese? Ex ultra-nazionalista, il primo ministro di Belgado si è ricollocato negli anni recenti su posizioni conservatrici e ha scelto inequivocabilmente l’Europa, anche se la convinzione è dettata dalla ragione ben più che dal cuore, che abbiamo spiegato in questo ritratto.
La Turchia rallenta – Nel 2016 la crecita sarà del 3,5%, mezzo punto in meno rispetto al 2015. Lo stima la Banca mondiale, che in una nota spiega che un elemento depresso dell’economia turca sono gli investimenti privati. Il loro livello non è sufficiente.
Montenegro: verso le elezioni – Il governo montenegrino e le opposizioni hanno raggiunto un accordo per la formazione di una larga coalizione capace di chiudere la crisi politica in corso da mesi e traghettare il Paese alle elezioni di ottobre (Balkan Insight). Un passaggio, questo, che corrisponderà secondo molti analisti a un referendum pro o contro la Nato, che a luglio, al vertice di Varsavia, inviterà ufficialmente la piccola repubblica ex jugoslava. Il governo, guidato da Milo Djukanovic, al potere da più di vent’anni, è favorevole all’adesione all’alleanza atlantica.
Romania, il populismo dei mutui– Il Sole 24 Ore, in un articolo firmato da Vittorio Da Rold, parla del disegno di legge che “consente agli acquirenti di proprietà immobiliari di recedere dai mutui senza penalità, anche se il valore dell’immobile non copre l’ammontare rimanente che deve essere rimborsato”, descrivendolo come uno stratagemma da ciclo elettorale. Nei prossimi mesi si terranno le amministrative e le politiche. La mossa sui mutui rischia di avere ricadute pesanti sul comparto bancario.

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