giovedì 6 marzo 2014

CRIMINI DI GUERRA: CROAZIA E SERBIA DAVANTI ALLA CORTE INTERNAZIONALE DI GIUSTIZIA

di Marina Szikora
Del passato, quello della guerra sanguinosa degli anni Novanta, si parlera' davanti alla Corte internazionale di giustizia dell'Aja dove lunedi' 1 marzo e' iniziata l'udienza principale nella causa per genocidio presentata dalla Croazia contro la Serbia e della causa che la Serbia a sua volta ha avviato contro la Croazia per lo stesso crimine. Il massimo organismo giudiziario delle Nazioni Unite nelle prossime quattro settimane, in una serie di udienze ascoltera' molte testimonianze di atti di genocidio e di pulizia etnica della popolazione croata durante l'aggressione serba in Croazia e gli argomenti della causa avviata invece da Belgrado per dimostrare che durante l'operazione “Tempesta” e' stato commesso un genocidio nei confronti della popolazione serba in Croazia. Si tratta della sanguinosa guerra combattuta tra il 1991 e il 1995 e in cui ci sono stati oltre 20 mila morti e centinaia di migliaia di profughi. Zagabria presento' per prima il 2 luglio 1999 l'accusa di genocidio contro Belgrado chiedendo un risarcimento finanziario, la punizione di tutti i criminali di guerra, informazioni sulle persone ancora disperse e la restituzione del patrimonio storico e culturale depredato dai serbi. Belgrado rispose con una analoga accusa il 4 gennaio 2010 imputando alla Croazia di genocidio e pulizia etnica ai danni di 250 mila serbi costretti a fuggire dalla Krajina durante e dopo l'operazione “Tempesta” del 1995.

Vesna Crnić-Groti, a capo del team legale croato, nel suo intervento lunedi' ha sottolineato che soltanto la Corte internazionale di giustizia puo' stabilire che i crimini commessi a Vukovar e altrove in Croazia rappresentano un genocidio. Ha avvertito sulla riluttanza della politica e della giustizia serbe ad affrontare i crimini e di punire i loro responsabili. La rappresentante croata ha rilevato che Belgrado segretamente e pubblicamente aveva sostenuto l'istituzione delle zone autonome serbe in Croazia offrendo loro appoggio politico e militare, cosi' come aveva appoggiato e incoraggiato le forze estremiste paramilitari. I funzionari ed esperti giuridici serbi sono convinti che la Serbia non puo' perdere in questo processo. E' stato valutato pero' che il prezzo piu' alto potrebbero pagarlo le relazioni tra Belgrado e Zagabria. Secondo la parte serba non ci saranno prove sufficienti per dimostrare che la Serbia ha commesso il genocidio. In questo senso, il noto professore di diritto internazionale, Tibor Varady ricorda che nella storia del diritto internazionale nessun paese e' stato mai condannato per genocidio. Comunque vada, e anche se i giuristi serbi ritengono che non ci dovrebbero essere sorprese all'Aja, sia Belgrado che Zagabria hanno preparato i loro team di migliori esperti che rappresenteranno i due paesi. L'elenco dei testimoni e' segreto e le testimonianze dovranno essere sotto embargo fino al primo aprile, il tempo fino a quando durera' il dibattimento.

Il capo del team di giuristi della Serbia, Saša Obradović ha valutato importante che la decisione relativa alla causa e contro causa per genocidio porti ad una soluzione che permettera' di costruire relazioni di buon vicinato tra i due paesi. Obradović ha rilevato la posizione della Serbia: anche se incontestabili, i gravi crimini che sono stati commessi durante la guerra contro la popolazione croata e non serba “non si possono qualificare come genocidio”. Obradović ha precisato che la Serbia durante l'udienza illustrera' le prove della sua contro accusa in cui si afferma che l'operazione “Tempesta” rappresentava “il culmine di intenzioni criminali” del governo croato e delle forze militari croate a fin di eliminare la popolazione serba della Krajina e che questa operazione aveva carattere di genocidio. Sempre in vista dell'inizio del dibattito, il capo rappresentante della Serbia ha ricordato che non e' stato il governo serbo a sollevare la causa e che esso aveva impegnato grandi sforzi affinche' si potesse giungere ad una riconciliazione e ad una soluzione fuori dalla corte, cosa che pero' non e' accaduta. “Giunti a questo passo, il nostro compito e' prima di tutto quello di dimostrare che i delitti commessi nel 1991 in Croazia non si possono qualificare come genocidio e poi dimostrare che i crimini che sono stati commessi nei confronti dei serbi, soprattutto quelli durante la 'Tempesta' avevano carattere di genocidio”, ha detto Obradović. “Questa non e' una partita e non siamo qui per dare delle valutazioni bensi' per illustrare quello che e' veramente accaduto, presentare i fatti e lasciare alla Corte la decisione finale”, ha detto il ministro della giustizia croata Orsat Miljenić partecipando lunedi' alla prima udienza del dibattimento.

Il testo è tratto dalla trascrizione della corrispondenza per la puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda il 6 marzo a Radio Radicale.

1 commento:

  1. molto bello però a me serve una ricerca con parole meno complicate

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