lunedì 9 marzo 2015

IL FUTURO DELLA BOSNIA E LA PRIMA VISITA ALL'ESTERO DELLA PRESIDENTE CROATA

Di Marina Szikora
I croati desiderano un organizzazione istituzionale di tipo belga per la Bosnia Erzegovina che nel 1992 era la condizione per il riconoscimento dell'Unione Europea. Cosi' un commento del quotidiano croato 'Vecernji list'. Nell'articolo si ricorda che all'alba della guerra in Bosnia del 1992 la Comunita' Europea aveva proposto l'unione delle tre repubbliche come il modello per evitare la guerra. Quasi l'identica soluzione e' stata proposta sabato scorso, 28 febbraio, in occasione dell'anniversario del referendum per l'indipendenza che si tenne il primo marzo 1992. I leader politici croati, scrive ancora 'Vecernji list', alla riunione del Sabor (parlamento) popolare croato di Mostar, rappresentato da quasi tutti i partiti croati in Bosnia Erzegovina e appoggiato dalla chiesa, dall'universita', da organizzazioni culturali e scientifiche nonche' da Zagabria.

Cosi' i croati, 20 anni dopo i negoziati sotto il patronato degli Stati Uniti, che avevano posto fine alla guerra - prosegue il giornale - hanno chiesto praticamente una seconda Dayton affinche' il Paese possa avere la nuova costituzione che potrebbe accontentare anche i loro appetiti. Cio' significa che i bosgnacchi ed i serbi, le due entita' che sono maggioritarie, non scelgono i rappresentanti politici in modo tale come lo faceva Milosevic nell'ex Jugoslavia, e cosi' possano fermare l'impoverimento sistematico condotto da Sarajevo che sequestra loro il reddito, indebolisce la contea oppure indebolisce costantemente il contributo del popolo croato nel governo, scrive “Vecernji list”. Le reazioni dei partiti bosgnacchi di Sarajevo che in effetti sono contrari all'uguaglianza dei croati in Bosnia sono del tutto aspettate, afferma il giornale croato e aggiunge che lo stesso e' con i feroci attacchi contro il rappresentante dell'HDZ, il maggiore partito di opposizione in Croazia, Tomislav Karamarko, al quale e' stato detto che soltanto con un'altra guerra si possono realizzare gli obbiettivi della federalizzazione della Bosnia Erzegovina.

Trascrizione della corrispondenza per la puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda il 8 marzo a Radio Radicale


Tutto questo parla del fatto che la Bosnia è ancora lontana dall'essere uno stato normale in cui tutte e tre le parti hanno la loro visione del futuro, rileva 'Vecernji list'. I croati desiderano la loro repubblica, i partiti serbi invece la separazione dalla Bosnia Erzegovina, mentre quelli bosgnacchi di Sarajevo desiderano uno stato unitario con la dominazione “democratica” della maggioranza, vale a dire dei bosgnacchi. Per questo motivo, conclude l'articolo, la Bosnia odierna e' molto piu' simile al Belgio multinazionale. I rappresentanti politici dei fiamminghi sanno che il Belgio si sarebbe disgregato se ai Valloni sarebbero imposti i rappresentanti al potere, una pratica che in Bosnia purtroppo e' diventata una disciplina olimpica maratona e questo vale anche per quanto riguarda la possibilita' che le sfiducie interne siano curate e si inizi a costruire un modello belga o svizzero nei Balcani.

Tuttavia, smontare l'Accordo di Dayton sarebbe come aprire il vaso di Pandora, afferma il vicepresidente del parlamento bosniaco, Mladen Bosic, per il quotidiano di Sarajevo 'Dnevni avaz'. La dichiarazione di Bosic arriva in occasione della visita a Sarajevo della neo presidente croata Kolinda Grabar-Kitarovic. Bosic ha salutato le posizioni di Grabar-Kitarovic la quale ha scelto proprio la Bosnia come destinazione del suo primo viaggio all'estero da quanto e' stata eletta presidente della Croazia. Il vicepresidente del parlamento bosniaco ha osservato di non essere contrario al fatto che la Croazia si interessa per lo status e la posizione dei croati in Bosnia Erzegovina, ma che gli unici cambiamenti istituzionali possibili sono quelli in base all'accordo dei rappresentanti della politica interna, rilevando al tempo stesso che una nuova conferenza internazionale sulla Bosnia e' fuori questione. Bosic si e' detto fiducioso che nonostante i negoziati complicati si realizzi la formazione del potere a tutti i livelli e che il nuovo governo inizi a risolvere i problemi dei cittadini. Mladen Bosic che e' anche presidente del partito SDS, e' convinto che la Bosnia molto presto avra' il nuovo Consiglio dei ministri nonostante l'evidente blocco nei colloqui sulla formazione del governo a livello della Federacija BiH.

La visita della neo presidente croata
Durante la sua prima visita in Bosnia Erzegovina, Kolinda Grabar Kitarovic ha detto che appoggiando il popolo croato-bosniaco rispettera' anche la sovranita' del Paese. Ha aggiunto che il modello dell'ordinamento della Bosnia Erzegovina e' una questione interna, scrive la Deutsche Welle rilevando che la presidente croata e' giunta a Sarajevo con il messaggio di amicizia sottolineando di rispettare la sovranita', integrita' territoriale e indipendenza della Bosnia. Dopo la riunione con i membri della Presidenza tripartita, Grabar Kitarovic ha detto che si impegnera' personalmente per sostenere l'integrazione europea ed euroatlantica della Bosnia Erzegovina. Alla domanda se appoggia la recentissima dichiarazione del Sabor popolare croato in cui si chiede la federalizzazione del Paese, la presidente croata ha detto che nessuno puo' guardare male il fatto che la Croazia si prenda cura dei croati in Bosnia, ma che lei si comportera' in modo tale da rispettare la sovranita' e le relazioni di buon vicinato tra i due Paesi. L'attuale presidente di turno della Bosnia Erzegovina, Mladen Ivanic, ha espresso soddisfazione perche' Grabar Kitarovic ha scelto proprio la Bosnia per la sua prima visita ufficiale all'estero: “Penso che possiamo guardare con molto ottimismo la collaborazione negli anni che seguono”, ha detto Ivanic nel contesto delle relazioni bilaterali.

Il redattore dell'agenzia federale della Bosnia Erzegovina FENA ritiene che le prime dichiarazioni della presidente croata siano state “diplomaticamente corrette” e ha aggiunto che “e' certo che come presidente della Croazia, Kolinda Grabar Kitarovic deve tener conto, da una parte della comunita' internazionale, soprattutto dell'Unione Europea, e dall'altra parte dei desideri e delle aspettative dei croato-bosniaci e della parte dei suoi elettori in Croazia, soprattutto quelli provenienti dalla Bosnia. Le dichiarazioni discrete in cui Grabar Kitarovic sottolinea in primo piano la sovranita', indipendenza e integrita' della Bosnia sono ancora piu' importanti perche' arrivano nei tempi della nuova crisi provocata dal blocco nella formazione del governo della Federacija BiH (l'entità croato-bosgnacca). Si puo' dire che una tale posizione della presidente croata sia in funzione di calmare gli animi in Bosnia”, afferma il redattore di FENA alla Deutsche Welle. Secondo altri analisti, i primi ad essere delusi delle dichiarazioni della Grabar Kitarovic croata saranno quelli che sotto la pioggia, in fila, hanno atteso per votare a favore della candidata dell'HDZ. Secondo alcune opinioni, vi e' in vista la prima delusione perche' la costituzione di una terza entita' croata (dividendo la Federacija BiH e separando i bosgnacchi dai croato-bosniaci, n.d.r.), non e' nemmeno nell'idea della neo presidente croata che sta conducendo la politica della Croazia in quanto membro dell'UE e della NATO.

Anche Radio Europa Libera (edizione ceca), rileva che l'opinione pubblica della Bosnia Erzegovina non ha sentito da Grabar Kitarovic una posizione sulla cosidetta “questione croata”, ovvero dichiarazioni come quelle che si sono potute sentire durante il Sabor popolare croato sabato scorso, sulla riorganizzazione della Bosnia. Secondo il professore Esad Bajtal, questo puo' significare soltanto una cosa, cioè che Kolinda Grabar Kitarovic non era sincera e ne spiega anche il perche'. Secondo la sua opinione “lei dimostra di prendersi evidentemente cura per la Bosnia, facendolo in una forma sofisticata poiche' la cornice in cui oggi la Croazia si trova, quella dell'Unione Europea, non le permette di essere aperta nelle sue intenzioni [....] Lei evidentemente si prende cura della Bosnia in un modo particolare, al fine di restare a livello del linguaggio diplomatico”, afferma questo analista politico bosniaco. Gli analisti bosniaci sono dell'opinione che la nuova rotta della politica croata nei confronti della Bosnia Erzegovina si puo' aspettare dopo le elezioni parlamentari, ovvero dipenderà dal risultato, se vincera' la sinistra o la destra. Ritengono comunque che le relazioni verso i croati in Bosnia cambieranno. Tuttavia si ritiene che la Croazia, nonostante la politica che condurra', dovra' ascoltare anche quello che Bruxelles riterra' importante per la politica interna in Bosnia.

Per quanto riguarda la stampa croata, il quotidiano di Fiume 'Novi list' scrive che la presidente della Croazia ha rigettato lunedi' a Sarajevo le richieste del Sabor popolare croato e di Tomislav Karamarko (leader dell'HDZ in Croazia) relative ad una nuova conferenza internazionale che porterebbe alla federalizzazione delPaese e appoggiando invece l'esistente iniziativa dell'UE che non prevede una riorganizzazione territoriale, bensi' riforme graduali e un accordo politico interno. La presidente croata ha salutato a Sarajevo l'iniziativa britannico-tedesca per la Bosnia che e' cresciuta in una iniziativa europea ma che ha le sue radici anche nell'iniziativa croata. Nella sua dichiarazione Grabar-Kitarovic ha cambiato sostanzialmente le sue posizioni di prima sull'iniziativa e in generale sulla Bosnia, scrive 'Novi list' ricordando che due gironi dopo la sua vittoria presidenziale, Grabar-Kitarovic aveva dato una intervista alla televisione bosniaca FTV in cui sottolineava che questa iniziativa “ha dei pregi” ma altrettanto avvertiva che secondo la sua opinione l'iniziativa ha un grande difetto perche' “non offre la posizione di pari diritti al popolo croato in Bosnia”. Adesso pero', in visita a Sarajevo, la presidente croata ha salutato anche tutte le attivita' dell'Alta rappresentante per la politica estera dell'UE, Federica Mogherini, e tutto quello che lei fa a favore dell'implementazione dell'iniziativa europea in Bosnia.

Il giornale di Fiume ricorda che l'iniziativa europea e' cresciuta su proposta della diplomazia croata dopo le manifestazioni violente dell'anno scorso. Questa iniziativa prevede le riforme economiche come inizio del rinnovamento del cammino europeo della Bosnia, ma non la riorganizzazione territoriale del Paese. Dall'altra parte il Sabor popolare croato, con l'appoggio del presidente del maggiore partito di opposizione in Croazia (HDZ), Tomislav Karamarko, ha chiesto una nuova conferenza internazionale alla quale la Bosnia Erzegovina sarebbe ristrutturata in quattro cantoni. Tali richieste hanno suscitato grande opposizione a Sarajevo e perfino a Banja Luka. Kolinda Grabar Kitarovic a tal proposito ha detto a Sarajevo di salutare il carattere patriotico della dichiarazione del Sabor popolare croato in favore della Bosnia Erzegovina come stato del popolo croato, ma non ha voluto commentare i suoi particolari. Questa e' una questione interna della Bosnia di cui dovranno concordare i rappresentanti legittimi di tutti e tre popoli nell'ambito delle istituzioni di questo paese, ha detto la presidente croata.

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