di Marina Szikora [*]
Per il futuro europeo della Serbia
sara’ senz’altro importante l’esito delle elezioni locali in
Kosovo del prossimo 3 novembre. La campagna elettorale ma anche i
necessari preparativi per le elezioni locali sono in corso. Con
l’avvicinarsi della data di questo importante appuntamento
elettorale in Kosovo la missione civile dell’Ue per garantire lo
stato di diritto (Eulex), rafforzera’ la sua presenza al nord del
Kosovo. In stretta collaborazione con la Kfor (la missione militare
multinazionale), Eulex appoggera’ la polizia del Kosovo per
garantire la sicurezza durante le elezioni. La situazione
generalmente e’ pacifica e il piano che la missione dell’Ue sta
effettuando sul terreno procede come previsto, hanno informato da
Eulex. Intanto stanno arrivando i primi osservatori dell’Ue:
saranno in tutto 200 e seguiranno l’intero processo elettorale, sia
a Priština che in altre parti del Kosovo. Gli osservatori saranno
concentrati sulle attivita’ elettorali dei candidati e dei partiti
politici, nonche’ sulle informazioni dei media. Dalla Commissione
elettorale centrale di Priština hanno fatto sapere che il numero
totale di osservatori a queste elezioni sara’ di 7029.
A seguito dell’intesa raggiunta a
Bruxelles tra Belgrado e Priština, secondo la quale ai
rappresentanti della Serbia sarebbe stato acconsentito di visitare il
Kosovo durante la campagna elettorale, tra breve e’ previsto che in
Kosovo si rechi il premier serbo Ivica Dačić. Molto deciso nei suoi
primi interventi nell’ambito della campagna elettorale e’ stato
il ministro serbo incaricato per il Kosovo, Aleksandar Vulin. Ad un
comizio dell’Iniziativa civica Srpska, uno dei soggetti politici
serbi che partecipa alle elezioni, Vulin ha detto che la comunita’
dei comuni serbi sara’ l’inizio di una nuova battaglia per
l’unita’ del popolo serbo per “il diritto di uscire con le
bandiere serbe oltre i muri, per il diritto a non temere che i figli
saranno aggrediti a causa della bandiera serba, per il diritto di
esistere e di essere ricordati”. Secondo il rappresentante serbo,
il 3 novembre sara’ l’occasione per ottenere il diritto a
decidere sull’educazione, la sanita’, l'economia, ecc. Un
intervento molto incalzante che invita i serbi kosovari alle urne al
fine di stabilire la “Srpska” che sara’ una “grande Comunita’
sulla quale il Parlamento della Serbia ha trasferito le sue
competenze legislative”. “La Serbia in Kosovo puo’ essere
salvaguardata soltanto dai serbi e sono soltanto i serbi quelli che
la possono cacciar via dal Kosovo”, ha osservato Vulin rilevando
che quello che e’ stato accordato a Bruxelles non sara’ possibile
cambiare a Priština.
[*] Il testo è tratto dalla
trascrizione della corrispondenza per la puntata di Passaggio a SudEst andata in onda il 17 ottobre a Radio Radicale
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