Le porte della Nato sono aperte ai
paesi dei Balcani occidentali. E’ questo il messaggio mandato da
Dubrovnik in occasione della riunione dell’Assemblea parlamentare
della NATO, svoltasi dal 11 al 14 ottobre. I leader della Nato hanno
confermato la politica delle ‘porte aperte’ ai paesi dei Balcani
Occidentali e come esempio positivo hanno indicato la Croazia, i cui
leader politici hanno dimostrato prontezza ad aiutare i loro vicini
sul cammino verso le integrazioni transatlantiche ed europee. Le
porte restano quindi aperte ai paesi come la Bosnia Erzegovina, il
Montenegro e la Macedonia a patto che soddisfino i criteri di
adesione e completino le riforme richieste.
“Essi sanno che le porte sono aperte
se risolveranno le vecchie divisioni, dimostreranno responsabilita’
e attueranno vere riforme, nonche’ se dimostreranno impegno per
costruire pace e stabilita’ con i vicini”, ha detto il segretario
generale della Nato Anders Fogh Rasmussen.
Rasmussen ha ricordato che negli ultimi
dieci anni Slovenia, Croazia e Albania sono passate attraverso queste
porte e ha rilevato che il recente ingresso della Croazia nell’Ue
e’ un importante passo per l’integrazione dell’Europa
sudorientale nello spazio euroatlantico. Sottolineando che con la sua
adesione all’Ue e alla Nato nel 2009 la Croazia ha realizzato i
suoi obbiettivi strategici, il presidente croato Ivo Josipović ha
detto che con gli alleati e gli amici la Croazia continuera’ a
costruire pace e sicurezza nella regione e nel mondo. Josipović ha
ribadito che la pace si puo’ realizzare soltanto con il
rafforzamento della democrazia e ha avvertito che la crescita
dell’estremismo e di fattori antidemocratici rappresentano il vero
pericolo alla pace e sicurezza.
Alla riunione dell’Assemblea
parlamentare Nato hanno partecipato circa 300 parlamentari dei 28
paesi membri. Si e’ discusso delle maggiori crisi internazionali -
Siria e Medio Oriente - del futuro dell’Afghanistan dopo il ritiro
delle forze internazionali nel 2014, ma anche delle questioni
relative ai Balcani occidentali.
Il presidente dell’Assemblea
parlamentare della Nato, Hugh Bayley, dopo il suo incontro con il suo
collega e ospite croato Josip Leko, ha rilevato che l'appartenenza
della Croazia all’Ue e alla Nato e’ una buona base per aiutare
tutti i paesi che aspirano ad entrare in queste organizzazioni.
Secondo il presidente del Parlamento croato, e’ nell’interesse
della Croazia e della sicurezza e della pace in Europa, che la Nato
continui la sua politica di ‘porte aperte’, soprattutto per
quanto riguarda il Montenegro e la Macedonia, mentre la situazione in
Bosnia Erzegovina non è purtroppo incoraggiante quando si tratta
dell’avvicinamento alla Nato.
Bayley, da parte sua ha sottolineato
che la Bosnia Erzegovina entrera’ nella Nato se risolvera’ gli
ostacoli pratici e politici che da diversi anni bloccano il processo
di integrazione euroatlantica. La ministro degli Esteri e degli Affari
europei croata, Vesna Pusić, da parte sua ha avvertito quanto sia
pericoloso pensare che la stabilita’ dell’Europa sudorientale sia
un capitolo chiuso e ha indicato che e’ compito della Croazia
tenere questo tema sull’ordine del giorno della Nato. Per quanto
riguarda la Bosnia Erzegovina, a causa della sua posizione
geografica, Pusić ritiene che questo paese sia cruciale per la
stabilita’ della regione e per il successo della politica di
allargamento.
[*] Il testo è tratto dalla
trascrizione della corrispondenza per la puntata di Passaggio a SudEst andata in onda il 17 ottobre a Radio Radicale
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