mercoledì 16 ottobre 2013

LA BOSNIA CONQUISTA UNA STORICA QUALIFICAZIONE AI MONDIALI DI CALCIO

Ma le divisioni etniche restano. E purtroppo manca un Mandela come nel 95 in Sudafrica.

Con la vittoria per 1 a 0 sulla Lituania la Bosnia Erzegovina ha conquistato la sua prima qualificazione mondiale. Un risultato storico per una nazionale giovane, nata all'indomani della fine della guerra, pochi giorni dopo gli accordi di pace di Dayton, che a differenza di Serbia, Croazia e Slovenia, finora non aveva mai partecipato a una competizione internazionale di alto livello. Nel 2010, infatti, il sogno mondiale fu infranto dal Portogallo ai playoff, mentre due anni dopo lo stesso Portogallo sbarrò la strada per gli Europei. Una bella rivincita, tanto più che le altre nazionali dovranno restare a casa, mentre la Croazia sarà costretta a giocarsi le ultime chance ai playoff. Ma nei Balcani niente o quasi è mai chiaro e definito, ogni realtà ha sempre un lato oscuro, ambiguo e contraddittorio. In questo caso, l'altra faccia della realtà si chiama Republika Srpska, l'entità serbo-bosniaca i cui tifosi hanno fatto il tifo contro sperando in una mancata qualificazione.

Del resto fino a due anni fa la federazione calcio bosniaca aveva una presidenza tripartita su base etnica, come avviene per la presidenza della repubblica e per le altre istituzioni centrali, con un rappresentante per i serbi, uno per i croati e uno per i bosgnacchi. La Fifa ha poi obbligato al cambio di statuto, ma la soluzione di un solo presidente, come avviene per ogni altra federazione nazionale non è mai piaciuta ai serbi-bosniaci. L'atteggiamento diviso sulla nazionale di calcio non è che l'ennesimo esempio delle tensioni etniche che continuano a serpeggiare nel Paese 18 anni dopo la fine della guerra. La situazione generale del Paese fa pensare che sono altre le qualificazioni di cui avrebbe bisogno la Bosnia. Intanto, però, la partecipazione ai mondiali del 2014 fa sperare che anche il calcio possa aiutare la riconciliazione. In effetti lo sport può aiutare a creare uno spirito comune e a superare l'odio e il risentimento: tutti ricordiamo l'esempio della nazionale del Sudafrica vincitrice della Coppa del mondo di rugby nel 1995. Disgraziatamente al momento la Bosnia non ha un Mandela a disposizione.

Nessun commento:

Posta un commento