Di Marina Szikora [*]
Tra Croazia e Ungheria sempre piu’
aspre le discussioni sulla questione Ina-Mol. Ad aumentare le
divergenze e’ la decisione delle autorita’ giudiziarie croate di
spiccare un mandato di arresto internazionale, emesso tramite
l’Interpol, ed europeo nei confronti del presidente della
multinzionale petrolifera ungherese Mol, Zsolt Hernadi. La decisione
di ricorrere al mandato di cattura internazionali e’ stata presa
settimana scorsa dopo che le autorita’ ungheresi a piu’ riprese
si sono rifiutate di consegnare a Hernadi il mandato di comparizione
emesso dai giudici croati. La Procura croata (DORH) sospetta che il
dirigente della MOL aveva corrotto l’ex premier croato Ivo Sanader
offrendogli una tangente di 5 milioni di euro in cambio dei diritti
di gestione della compagnia petrolifera di stato croata INA alla MOL.
Proprio per questi atti illeciti, Sanader e’ stato condannato in
primo grado nel 2012 a 10 anni di carcere.
La MOL ungherese ritiene la decisione
delle autorita’ giudiziarie croate di spiccare il mandato di
arresto nei confronti di Hernadi illegale e scandalosa e annuncia di
voler battersi con tutti i mezzi legali disponibili contro questo
atto. Per il momento, i due governi che sin dai tempi
dell’indipendenza della Croazia curano ottime relazioni bilaterali
si pronunciano piuttosto con cautela a riguardo di questo argomento.
Tuttavia il ministro degli esteri ungherese, Janos Martony ha
rinunciato a partecipare al Forum sulla sicurezza energetica che
settimana scorsa si e’ svolto in Croazia, a Dubrovnik. Il governo
ungherese del premier Viktor Orban annuncia la possibilita’ di
vendere le quote che la MOL detiene nell’INA. Attualmente la MOL
controlla circa il 49,1 per cento del capitale azionario della INA.
In una intervista alla radio ungherese,
il premier Orban che davanti a se ha le elezioni tra un anno, ha
detto che la Croazia deve esaminare l’aquisto delle quote che la
MOL detiene nell’INA per evitare danni alle relazioni bilaterali.
“La qualita’ eccellente delle relazioni tra Ungheria e Croazia
sono molto preziose. Cosi’ preziose da non permettere di
danneggiarle con la questione di una compagnia o di affari” ha
detto Orban riconsocendo il diritto di ogni governo o stato di
decidere autonomamente se e quando cedere le proprie quote in una
societa’. Orban ha aggiunto che anche in Ungheria si e’ avuto
casi analoghi. Esistono pero’ metodi per farlo in modo da rendere
tale operazione accettabile a tutte le parti coinvolte. Una
separazione puo’ avvenire anche in modo civilizzato, ha detto il
primo ministro ungherese aggiungendo che il contenzioso va visto
esclusivamente come un conflitto di affari. Budapest sottolinea che
la MOL ha rispettato tutti gli obblighi assunti nei confronti della
Croazia, a differenza di Zagabria, investendo circa tre miliardi di
euro.
Settimana scorsa, alla riunione dei
ministri della giustizia dell’Europa centrale svoltasi a Veszprem,
in Ungheria, il vice presidente del governo ungherese e ministro
della giustizia Tibor Navracsics ha accolto con amicizia il suo
college croato Orsat Miljenić. I due ministri hanno voluto
respingere ogni riferimento a tensioni tra i due paesi. Secondo
Navracsics la situazione si calmera’ e le due parti guardano con
molta fiducia al prossimo 25 ottobre quando i premier ungherese e
croato si incontreranno al Consiglio europeo a Bruxelles. Questo
incontro dovrebbe portare anche delle conclusioni concrete e uno
scenario di come proseguire sulla questione. Il governo croato si
astiene da commenti per quanto riguarda le reazioni dell’esecutivo
ungherese e Banski dvori (la sede del governo croato) ribadiscono che
in Croazia il governo non ha modo di influenzare l’operato degli
organi giudiziari.
Secondo i media croati, si sa che i
soldi per comprare le azioni della MOL non ci sono e vi e’
altrettanto il dubbio che gli annunci da parte del premier ungherese
sulla vendita delle azioni e’ soltanto in funzione di pressioni
sulla giustizia croata e sul team dei negoziati in corso. L’ipotesi
dell’acquisto da parte del governo croato, sempre secondo i media
sarebbe il meno probabile. Un secondo scenario sarebbe l’aquisto da
parte di una terza parte. Le piu’ menzionate sono le compagnie
russe, Gazprom, Rosneft e Lukoil, ma si parla anche della ENI
italiana. Terzo scenario sarebbe uno status quo in cui le proprieta‘
sulle azioni rimarebbero tali quali con pero‘ un funzionamento
della compagnia essenzialmente diverso. Sulla direzione di tali
cambiamenti influirebbe notevolmente l’esito del processo contro
Sanader ma anche i negoziati tra il governo croato e la MOL iniziati
il mese scorso.
Anche se e’ mancato l’incontro dei
ministro degli esteri croata e ungherese al Forum energetico a
Dubrovnik, Vesna Pusić e Janos Martonyi si sono incontrati a Budva,
in Montenegro, a latere di una riunione sulle integrazioni europee di
questo paese. Dichiarazioni non ci sono state ma la ministro Pusić,
rientrando in Paese ha detto che e’ stato concluso quanto sia
nell’interesse dei due paesi che continuino i negoziati tra la MOL
e il governo croato. “Le relazioni tra i due paesi sono
estremamente importanti e a lungo termine molto piu’ importanti
rispetto ai singoli problemi, quale che sia il loro peso” ha detto
Vesna Pusić. Ultima notizia arriva dalla Procura ungherese la quale
ribadisce di aver condotto indagini nei confronti di Hernadi, le
accuse sono state rifiutate e i risultati delle indagini mandati in
Croazia. In base a questo, e’ la conclusione della Procura
ungherese, il mandato di arresto europeo non e’ valido nei confine
del Paese e l’Ungheria non estradera’ Hernadi il quale resta alla
guida della MOL, informa la compagnia ungherese.
[*] Il testo è la trascrizione di
parte della corrispondenza per la puntata di Passaggio a Sud Est
andata in onda il 10 ottobre a Radio Radicale
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