Sia nella capitale serba che in quella
kosovara si considera l'ipotesi di proseguire i colloqui ad un
livello politico più alto, ma da una parte e dall'altra non
mancano perplessità.
Di Marina Szikora [*]
Secondo gli ultimi annunci mediatici,
il dialogo tra Belgrado e Priština, dovrebbe assumere un formato
diverso e proseguire ad un livello politico più alto. Secondo le
informazioni dell'emittente serba B92, le recentissime vicende
implicano che lo scenario di questo processo sarebbe in accelerata
preparazione e su questo concordano tutti gli esperti della questione
kosovara. Per l'agenzia di stampa serba Tanjug, il direttore del
Forum per le relazioni etniche, Dušan Janjić, ha affermato che la
comunita' internazionale ha una sua agenda e strumenti convincenti e
che non si ostinera' ad utilizzarli al fine di adempiere il suo
obiettivo, che sarebbe la chiusura delle cosiddette istituzioni
parallele al nord del Kosovo entro la primavera del 2013, così che
si possano organizzare di seguito le elezioni comunali su tutto il
territorio del Kosovo. Quello che i protagonisti offriranno sul
tavolo, quello sara', aggiunge Janjić. Proprio a favore di questo
obiettivo, e' l'opinione dell'esperto politico serbo, si sta
lavorando intensamente sull'accordo di un nuovo formato del dialogo
tra Belgrado e Priština. Per adesso e' probabile che ci siano sul
tavolo diverse ipotesi: il proseguimento del dialogo dei team di
esperti a livello tecnico, ipotesi sostenuta da Priština, il
proseguimento del dialogo ad un livello politico piu' alto, che
sarebbe sostenuto dalla comunita' internazionale ma su idea di
Belgrado e che prevede la formazione di due livelli paralleli di
negoziati, quello tecnico e quello politico, che secondo gli analisti
sarebbe l'ipotesi migliore per la Serbia. Al G20 di Rio de Janeiro,
il segretario di stato americano Hillary Clinton ha concordato con il
presidente serbo Tomislav Nikolić che bisogna aprire una nuova fase
di dialogo e simili messaggi sono arrivati anche da Bruxelles,
durante la prima visita ufficiale di Nikolić nella “capitale”
dell'amministrazione europea. Ma c'e' ancora incertezza sul futuro
formato dei colloqui tra le due parti. Lo dimostra anche il fatto che
non si sa ancora se il negoziatiore dell'Ue, Robert Cuper,
continuera' a svolgere la sua funzione nel dialogo tra Belgrado e
Priština o si ritirera' a Mianmar, informa la Tanjug serba citando
fonti bruxellesi.
L'idea di alzare il dialogo ad un
livello piu' alto si e' potuta sentire pubblicamente dallo stesso
presidente serbo Tomislav Nikolić il quale ha detto che ritiene
necessario continuare il dialogo in futuro a livello di premier
mentre ancora prima aveva detto che come presidente della Serbia e'
pronto, se necessario, a guidare il processo personalmente. Ma una
parte dell'opinione pubblica, incluso anche il capo negoziatore serbo
Borislav Stefanović, ritiene che l'inclusione del presidente o del
premier della Serbia nel dialogo di fatto significherebbe riconoscere
l'indipendenza del Kosovo. Il professore delle scienze politiche
serbo Predrag Simić, nelle ultime vicende vede un tentativo della
comunita' internazionale di preparare lo scenario per il
riconoscimento del Kosovo e in questo senso vede molto pericolosa
l'idea che il dialogo sia guidato dal presidente o dal premier. “In
tal caso si tratterebbe gia' di negoziati statali e di fatto si
tratterebbe del riconoscimento del Kosovo in quanto stato
indipendente”, afferma Simić. Secondo le sue parole, la Serbia si
trova in un vuoto politico sin dall'inizio della campagna elettorale,
soprattutto perche' non e' stato formato ancora un governo e perche'
Belgrado non sa cosa vuole mentre Priština "consapevolmente e
efficacemente" utilizza questo vuoto politico. Simić aggiunge
che "in Serbia non esiste la coalizione governativa ed il
governo, ma nemmeno qualcosa di simile ad una piattaforma politica di
Belgrado. L'ultima di cui Belgrado dispone sono i quattro punti
dell'ex presidente Boris Tadić". Simić aggiunge che andare in
negoziati senza sapere chiaramente quello che Belgrado vuole ottenere
e' controproducente.
Secondo Dušan Janjić bisognerebbe
continuare il dialogo a livello tecnico per risolvere le questioni
che riguardano energia e telecomunicazioni, nonche'
contemporaneamente alzare il livello politico del dialogo in cui il
ruolo di presidente o di premier sarebbe rigorosamente controllato in
modo tale che la sua autorita' e funzione possano assicurare il
consenso all'interno del governo e dello stato. Janjić si aspetta
che dopo gli incontri ai margini del vertice di Rio, Nikolić
proponga una piattaforma reale che si baserebbe sulla tutela delle
capacita' economiche e delle risorse naturali della Serbia in Kosovo.
E che anche Priština stia riflettendo sul cambiamento del formato
dei colloqui, scrivono i media serbi, risulta dalla notizia che il
premier Hashim Thaci avrebbe destituito la capo del team negoziale
kosovaro, Edita Tahiri, il che secondo il giornale locale 'Koha
ditore' significa la conclusione della fase tecnica del dialogo e
l'annuncio dell'avvio di quella politica. Il fatto che questa
informazione sia stata in seguito smentita non fa cambia la
situazione, conclude B92, cioè che si stia preparando uno scenario
per la nuova fase di ricerca di una soluzione della questione Kosovo.
[*] Il teso è tratto dalla
corrispondenza per la puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda
oggi a Radio Radicale
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