Di Marina Szikora [*]
All'indomani della pubblicazione del
rapporto della Commissione europea sull'avanzamento della Serbia o
meglio della Strategia sull'allargamento dell'Ue, di cui abbiamo
parlato nella nostra scorsa trasmissione, il presidente della Serbia,
Tomislav Nikolić, ricevendo il commissario europeo all'Allargamento,
Stefan Feule, a Belgrado, ha dichiarato che l'Europa, se vuole
sinceramente l'adesione della Serbia, dovrebbe cambiare la parte del
rapporto in cui si menziona l'integrita' del Kosovo. Feule, da parte
sua, ha precisato che la formulazione riguardante l'integrita'
territoriale del Kosovo e' stata interpretata dalla Serbia in maniera
sbagliata. Il commissario europeo ha detto che l'espressione
“integrita' territoriale” non pregiudica lo status e ha
sottolineato che si tratta del fatto che l'Europa sin dal 2005 si
oppone alla divisione del Kosovo. Nikolić e Feule hanno concordato
che la situazione in Kosovo e' estremamente delicata e che ogni tipo
di formulazione in questo senso deve essere chiaramente precisata. Il
presidente Nikolić ha rilevato che la Serbia fa di tutto affinche'
le condizioni poste dall'Ue siano adempiute e lo ha dimostrato con
risultati concreti nel campo della riforma della giustizia, della
lotta contro la criminalita' e la corruzione e soprattutto con la
disponibilità a normalizzare le relazioni tra Belgrado e Priština e
a risolvere tutti i problemi attraverso i negoziati diretti al
massimo livello. Per il commissario Feule, la formulazione
"integrita' territoriale del Kosovo", inclusa nel rapporto
della Commissione europea, resta comunque immutata.
Feule, intervenendo alla riunione della
Commissione delle integrazioni europee del Parlamento serbo, ha
aggiunto che l'inizio dei negoziati di adesione della Serbia e'
teoricamente possibile anche nel 2013, confermando che non ci sono
nuove condizioni per l'adesione della Serbia all'Ue. "Se la
Serbia utilizzera' l'occasione presentata nel rapporto della
Commissione europea di quest'anno, credo sinceramente che allora la
possibilita' dell'inizio dei negoziati si possa trasformare in
realta', potrebbe essere una realta' l'anno prossimo". Il
commissario all'allargamento ha sottolineato che la Serbia e' un
paese importante in questa regione e che non c'e' dubbio che l'Ue sia
seriamente impegnata ad aiutare il Paese nel suo cammino verso l'Ue.
Feule ha indicato i molti passi positivi che il Paese ha compiuto
negli ultimi mesi per quanto riguarda la lotta alla corruzione e ha
espresso la speranza che gli sforzi continueranno in questa
direzione. Ha valutato pero' che in Serbia con il processo elettorale
e' stato perso tanto tempo e ha aggiunto di aspettarsi che
continueranno gli sforzi per adempiere i criteri indispensabili per
l'adesione all'Ue.
Il relatore speciale del PE per i
Balcani occidentali, Hannes Svoboda ha dichiarato invece che la
Serbia dovra' riconoscere l'indipendenza del Kosovo prima di
diventare membro dell'Ue. Il riconoscimento del Kosovo alla fine
dovra' avvenire, anche se questa non e' una condizione nel processo
di adesione all'Ue. In questo momento e' importante continuare il
dialogo tra Belgrado e Priština, ma per la Serbia sarebbe bene se
accettasse i fatti, ha detto Svoboda in una intervista al giornale
'Dnevnik' di Novi Sad. Secondo Svoboda la Serbia potrebbe ottenere la
data dell'inizio dei negoziati la prossima primavera, ma ha rilevato
che prima deve "placare le correnti radicali". La recente
decisione di vietare il Gay Pride, ha detto il parlamentare europeo,
testimonia che il nuovo governo della Serbia non condivide i valori
europei, aggiungendo che quello che finora e' venuto dal nuovo
governo serbo sull'Ue non e' per niente incoraggiante. Il continuo
flirt con la Russia, ha precisato Svoboda, come segno che l'Ue non
sia l'unico partner per la Serbia, non e' di grande aiuto.
A proposito del processo di
integrazione europea della Serbia, in tutt'altra direzione vanno le
parole del premier serbo, Ivica Dačić. Domenica scorsa, parlando
nel villaggio di Draginci in occasione della commemorazione
dell'eccidio del 1941, quando furono fucilate circa tremila persone,
Dačić ha detto che la Serbia, con la sua lotta contro il fascismo e
con le sue vittime, merita di essere oggi nell'Ue ricordando che
proprio quelli che avevano commesso questi crimini contro i serbi
hanno iniziato a costruire la nuova Europa dopo la Seconda guerra
mondiale ma oggi non permettono l'ingresso della Serbia nell'Ue.
Secondo Dacic, le vittime serbe vengono dimenticate e la storia e'
stata distorta cosicche' le nazioni sconfitte adesso sono piu'
importanti nei Balcani rispetto alla Serbia e al popolo serbo.
"Quelli che qui avevano perso le loro vite sono stati vittime
innocenti, hanno inciso le loro vite nella nuova Europa, nell'Ue e
adesso vengono poste condizioni al nostro ingresso nell'Ue
chiedendoci di permettere che sia compiuto quello che fu fatto nella
prima e nella seconda guerra mondiale, vale a dire che la Serbia
diventi sempre piu' piccola", ha detto Dačić.
[*] Corrispondente di Radio Radicale. Il testo è tratto dalla puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda il 18 ottobre.
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