giovedì 4 ottobre 2012

KOSOVO: LA SERBIA PROSEGUIRA' IL DIALOGO, MA SENZA CONDIZIONI SULL'INTEGRAZIONE EUROPEA


Di Marina Szikora [*]
La scorsa settimana, alla sessione del Parlamento serbo, nella parte del question time in cui i deputati possono rinvolgere interrogazioni ai membri del governo, tutto e' stato nel segno della polemica tra uno dei deputati del Partito democratico serbo dell'ex premier Vojislav Koštunica e l'attuale premier Ivica Dačić. Tema della polemica la questione se il riconoscimento dell'indipendenza del Kosovo da parte della Serbia e' una condizione per l'ingresso della Serbia nell'Unione Europea. Secondo il rappresentante di questo partito si mentirebbe sulla verita' delle condizioni della Serbia in merito alla questione, ma il premier serbo ha sottolineato che "tra l'Ue e il Kosovo, tra l'Ue e la perdita del Kosovo, la Serbia non scegliera' mai l'Ue".

"Per noi la Serbia e' piu' importante, dobbiamo fare tutto affinche' non ci capiti un tale dilemma. Noi conduciamo la politica che vuole evitare questo tipa di dilemma, evitare le soluzioni che potrebbero portare la Serbia di fronte ad un tale dilemma" ha precisato il premier Dačić. Ha sottolineato ancora una volta di non essere ne' filo-russo ne' filo-americano, ma il presidente di un governo pro-serbo. Bisogna cercare la migliore via perche' la Serbia possa superare 'questo slalom', ha detto Dačić. Il premier serbo, nel precedente dibattito, aveva rilevato che i partiti, sia quelli della coalizione governativa, sia quelli dell'opposizione, devono partecipare congiuntamente nella creazione di una Serbia migliore perche' si tratta di un tema che unisce sia gli uni che gli altri.

Il capo della diplomazia europea, Cathrine Ashton, dopo un colloquio con il presidente serbo Tomislav Nikolić, ai margini dell'Assemblea Generale dell'Onu a New York, ha dichiarato invece che Belgrado deve impegnarsi coraggiosamente nel dialogo con Priština e ha aggiunto che davanti a Nikolić si trovano "alcune decisioni difficili". La Ashton ha incoraggiato le autorita' serbe a continuare le riforme e gli sforzi verso l'integrazione europea. Nello stesso comunicato rilasciato dal suo ufficio si legge che "i passi verso un miglioramento visibile e sostenibile nelle relaziono con il Kosovo" sono di importanza cruciale per l'inizio dei negoziati di adesione della Serbia all'Ue. L'alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell'Unione ha salutato l'avanzamento che le nuove autorita' della Serbia hanno compiuto per quanto riguarda l'attuazione degli accordi finora raggiunti nel dialogo.

Nei prossimi giorni Belgrado preparera' la strategia per i negoziati con Priština, ha annuncia il premier Ivica Dačić aggiungendo che e' molto piu' importante ciò di cui si discutera' rispetto a chi si siedera' al tavolo dei negoziati. Il premier serbo ha detto che l'essenza dei colloqui tra Belgrado e Priština non deve essere il fatto di costringere la Serbia a riconoscere il Kosovo: la Serbia non sarebbe pronta a prendere parte ad una tale iniziativa. Bisogna evitare la possibilita' che sedersi allo stesso tavolo di negoziati con il premier del Kosovo Hashim Thaqui significhi che la Serbia possa riconoscere l'indipendenza del Kosovo, ha detto ancora Dacic. Secondo le sue valutazioni, in questo momento, nella comunita' internazionale nessuno ha una chiara visione di quello che potrebbero essere i temi dei colloqui tra Belgrado e Priština al massimo livello, mentre ci si preoccupa principalmente di chi partecipera' ai colloqui: questo, secondo Dačić, non va bene.

Di ritorno dagli Stati Uniti il presidente serbo, Tomislav Nikolić, ha affermato che la Serbia nel processo di integrazione europea ha altrettanto i suoi condizionamenti perche' "non c'e' bisogno di correre per ottenere una data e un pezzo di carta". Il presidente della Serbia ha precisato che dieci anni di questa corsa hanno portato la Serbia al massimo della poverta' e adesso bisogna pensare a sé stessi. La Serbia, ha detto ancora Nikolić, ha amici da tutte le parti: che siano loro a gareggiare chi vuole aiutare la Serbia. Partecipando all'assemblea del Partito del progresso serbo, di cui e' stato presidente fino alla sua elezione a capo dello stato, Nikolić ha detto che la Serbia adempira' a tutte le condizioni che hanno dovuto osservare anche gli altri Paesi, ma che non si devono porre condizioni che non sono state poste agli altri Paesi che hanno aderito all'Ue. 

"Apparteniamo ad una grande famiglia mondiale, vogliamo appartenere anche a quella europea. Ci conoscono bene e sanno bene quello che possiamo e non possiamo adempiere. Senza il Kosovo ci sentiremmo come un uomo in un grande e bellissimo palazzo in fin di vita", ha detto il presidente della Serbia ribadendo che Belgrado non ha intenzione di litigare con nessuno, che intende collaborare e non chiedere nulla che appartenga altri. "Non vi ho lasciato, ma vi ho solo aggiunto quella parte della Serbia che non era con voi. La Serbia e' nostra madre e quanto siamo pronti a dare alla nostra madre, tanto valiamo", ha concluso Nikolić, ospite di onore all'assemblea del partito che ha guidato fino a prima di diventare presidente. L'assemblea del Partito del progresso serbo ha eletto Aleksandar Vučić come nuovo presidente del partito.

[*] Corrispondente di Radio Radicale. Il testo è tratto dalla puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda il 4 ottobre 2012 a Radio Radicale.


Nessun commento:

Posta un commento