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Poster elettorali a Srebrenica (Foto Reuters/Dado Ruvic) |
In attesa che siano ufficializzati i dati definitivi sulle elezioni comunali di domenica 7 ottobre in Bosnia Erzegovina, il dato che emerge un po' da tutti i commenti e dalle analisi di queste ore è la vittoria delle formazioni nazionaliste e delle divisioni etniche. Come scrive
Rodolfo Toè sul suo
blog dalle amministrative di domenica scorsa esce un ritratto a tinte cupe della Bosnia Erzegovina: "Mentre i partiti nazionalisti crescono nel sostegno popolare, quella componente civica costituita dai Socialdemocratici e dai movimenti “per i cittadini” (come per esempio “Naša Stranka”, fondato dal regista Premio Oscar Danis Tanović) si trovano ridimensionati. L'esito del voto potrebbe rivelarsi una sorta di “antipasto” di quello che accadrà alle elezioni politiche tra due anni? La prospettiva è allarmante, ma fortemente probabile. È questa, per esempio, l'opinione dell'economista Slavo Kukić: “Per come stanno le cose, siamo tornati indietro di vent'anni, al tempo delle prime elezioni multipartitiche del Paese. Il successo della SDA, delle due HDZ e dello SDS dimostra inequivocabilmente che il nazionalismo è tornato alla ribalta”. Kukić si era visto offrire nel 2011 l'incarico di formare il Consiglio dei Ministri, ma aveva fallito. Oggi è professore universitario a Mostar: “Credo che nei prossimi anni assisteremo ad un'inevitabile radicalizzazione del nazionalismo e alla disintegrazione del Paese”.“E' un risultato molto negativo”, gli fa eco Ibrahim Prohić, analista politico a Tuzla: “l'alternativa civica, non legata cioè a appartenenze nazionalistiche, è tramontata. Ancora una volta, la Bosnia è in balìa dell'etnocentrismo”.
"La Bosnia si risveglia negli anni Novanta": il pezzo di Rodolfo Toè su Linkiesta
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