Pannella a Radio Radicale: "Erdogan
poteva essere (e forse può ancora) quello che i democristiani
furono per la realizzazione dell’Unione europea"
Le dichiarazioni di Erdogan sono ''un
segno di debolezza, soprattutto laddove denuncia un complotto
internazionale''. Lo ha detto il ministro degli Esteri, Emma Bonino,
intervistata da Lucia Annunziata a "In mezz'ora" su Rai 3 e augurandosi che il
premier turco accetti l'appello alla moderazione che giunge dai paesi
amici e che il premier scelga di "dialogare con chi manifesta
pacificamente". Per Bonino,
che è definita "amica della Turchia", il Paese deve ora decidere se
puntare "ad una democrazia matura o insistere su uno stile di
governo che e' diventato molto autoritario in questi ultimi anni".
Alla domanda di Annunziata che le ha chiesto con chi andrebbe a
parlare se andasse oggi in Turchia, con il governo o con i
manifestanti, la titolare della Farnesina ha risposto: "Con
entrambi, ma certamente andrei a parlare con Erdogan", per
convincerlo ad ascoltare anche chi protesta pacificamente.
Qui il video integrale dell'intervista
di Lucia Annunziata a Emma Bonino
Sulle manifestazioni in Turchia contro
il governo è intervenuto anche Marco
Pannella che, parlando a Radio Radicale nel corso della conversazione settimanale domenicale condotta ieri da Valter Vecellio, ha dettodi avere avuto “un riflesso un pochino diverso” da quello di
Emma Bonino: “In questo momento, molto responsabilmente, [Emma] ha
detto cose più severe rispetto alle reazioni di Erdogan alle
proteste. Ma io tengo molto presente anche il resto, pur rispetto a
questo giudizio che condivido, cioè che Erdogan – disarmato dalla
sua scelta storica – si accontenti di essere islamico e basta”.
Il leader radicale ha parlato dellle colpe di noi europei rispetto alla Turchia: “Noi lo dicevamo, oggi è necessario
che la grande storia di Ataturk si democratizzi. In Erdogan, che
poteva essere e forse può ancora essere quello che i democristiani
furono, cioè il meglio della realizzazione dell’Unione europea dal
nostro punto di vista, cioè democratico-islamico… Ma aspettando
alle porte dell’Europa gli è mancato questo: se entro in Europa
non dovrò io difendermi da una minoranza che in nome della grandezza
di Ataturk ne esercita solo l’autoritarismo. Una Turchia che ha
avuto il coraggio e la grandezza di essere per la Nato nella sua
posizione, quando l’impero sovietico la circondava da tutte le
parti, con l’Europa che dice di no, dargli forse un altro pensiero
forte: allora dobbiamo scegliere il Medio oriente da una posizione di
minoranza per fare la democrazia islamica. Parlo di una cosa da
comprendere, da verificare”.
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