di Marina Szikora
Stiamo ormai contando gli ultimi giorni
prima del tanto atteso ingresso della Croazia nell'Ue. La
celebrazione, come viene sottolineato, vuole essere adeguata al
momento senza pero' esagerazioni in tempi di crisi. Moderata in
termini di spese, ma eccellente per quanto riguarda i messaggi
politici e culturali, ha detto il presidente croato Ivo Josipović.
Il capo dello stato croato, come ha spiegato, gia' il primo giorno
nell'Ue, quindi il 1 luglio, organizzera' nel suo ufficio una
colazione di lavoro per i presidenti dei paesi della regione alla
quale si discutera' ovviamente dell'adesione croata e delle relazioni
con i paesi vicini. Ci sara' anche il presidente della Serbia
Tomislav Nikolić e l'invito e' stato mandato anche ai rappresentanti
del Kosovo. "Alla colazione di lavoro tutti si siederanno allo
stesso tavolo", ha commentato Josipović le informazioni
mediatiche secondo le quali i vertici serbi avrebbero condizionato la
loro presenza senza pero' quella dei rappresentanti kosovari.
Il presidente croato ha ricordato il
lungo cammino croato verso l'Ue sottolineando che la guerra aveva
sicuramente ostacolato la Croazia ad essere sin dall'inizio un
esempio di democrazia e di diritti umani, ma oggi bisogna ammettere
che il Paese e' diventato una societa' migliore: "E' un segno di
ottimismo, un segno che nell'Ue possiamo fare meglio che finora"
e' dell'opinione Josipović. Il capo dello stato croato si e' detto
consapevole che il momento economico dell'adesione croata all'Ue non
e' brillante ma non permette la tesi che l'opinione pubblica ed i
media europei ci accolgono come un peso. Ad alcuni articoli che
parlano di questo aspetto negativo, Josipović ha contrapposto molti
altri in cui si saluta l'ingresso della Croazia e che parlano con
ottimismo della Croazia e dell'Ue. "Credo che non saremo un peso
per nessuno. Siamo qui per lavorare e faremo il nostro dovere"
ha concluso il presidente Josipović.
I festeggiamenti inizieranno quindi
nella serata del 30 giugno in presenza di molti ospiti. Finora e'
stata confermata la partecipazione di 56 tra capi di stato e di
governo, vicepresidenti di governo e ministri dei paesi membri
dell'Ue e della regione nonche' i funzionari europei. L'italia sara'
rappresentata dal presidente Giorgio Napolitano e dalla ministro
degli Esteri Emma Bonino.
A pochi giorni dall'adesione all'Ue, la
Croazia ha festeggiato il 25 giugno la festa dell'indipendenza. Un
occasione questa per fare il punto su quello che e' trascorso e
quello che e' stato raggiunto. Sin dai primi giorni della sua
indipendenza, la Croazia ha posto come massimo obiettivo le
integrazioni euroatlantiche. Per quanto riguarda la Nato, il Paese e'
ormai un membro riconosciuto che con successo partecipa alle missioni
di pace. Per quanto riguarda l'Ue, siamo di fronte alla giornata
d'ingresso. Come lo ha sottolineato il presidente Josipović nel suo
augurio ai cittadini "abbiamo rafforzato la democrazia, i
diritti umani, ci siamo affermati sulla scena internazionale,
riconciliato con i vicini, rafforzato le istituzioni, intrapreso la
lotta alla corruzione". Ma siamo ancora ben lontani dalla
perfezione.
Il capo dello stato croato avverte che
la crisi economica ha portato molte aziende al fallimento e molti
cittadini sull'orlo della poverta'. Percio', oggi non c'e' compito
piu' importante che quello di dare l'impulso alle attivita'
economiche, investimenti e apertura di nuovi posti di lavoro, creare
le basi di uno stato sociale. L'Ue in questo senso, e' dell'opinione
il presidente, e' uno stimolo e strumento importante per superare la
crisi. Anche l'Ue e' in crisi, ma la Croazia puo' superare piu'
facilmente la propria crisi prendendo decisioni insieme ad altri
paesi dell'Ue, con i paesi che uniscono la loro sovranita' per gli
interessi comuni. Josipović sottolinea che l'Ue e' molto di piu' che
un semplice mercato. "E' un progetto di pace e sicurezza,
progetto di collaborazioni nella cultura, scienza, educazione e
democrazia". Il presidente croato ricorda le sfide quali il
rafforzamento della democrazia, dei diritti umani e di minoranze,
pluralismo di idee, valori ed aspettative nonche' una aspra
concorrenza di idee politiche.
Il testo è tratto dalla trascrizione della corrispondenza per la puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda oggi a Radio Radicale
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