I socialisti hanno vinto le elezioni di
domenica scorsa in Albania ma i democratici del primo ministro uscente Sali Berisha non ci
stanno. Questa la situazione a 3 giorni da una consultazione
considerata da Bruxelles un test cruciale per far proseguire il
processo di integrazione europea di un Paese che negli ultimi anni
non ha vissuto un clima politico di aspra contrapposizione tra
maggioranza di centro-destra e opposizione che ha avuto il suo
momento più nero negli scontri di piazza che nel gennaio del 2011
lasciarono quattro morti sull'asfalto di Tirana.
Con praticamente la totalità delle
schede scrutinate, secondo quanto riferito dalla Commissione
elettorale centrale, il Partito socialista di Edi Rama ha ottenuto il
53 per cento dei voti, mentre i conservatori di Berisha si sono
fermati al 36 per cento. Con questi dati, il centrosinistra dovrebbe
avere una comoda maggioranza di 84 seggi sui 140 che conta il
parlamento. Il leader socialista Edi Rama, ex sindaco di Tirana, già
ieri, aveva detto ai suoi sostenitori che sarà il prossimo primo
ministro.
"Voi avete deciso di darmi il
compito di guidare questo paese e io lo farò con la più grande
responsabilità", ha detto l'ex sindaco di Tirana che nel maggio
2011 perse la poltrona di primo cittadino della capitale dopo un
estenuante e contestatissimo riconteggio dei voti. "Questa
vittoria - ha continuato – segna un grande cambiamento e la
vittoria del rinnovamento per l'Albania e la sua entrata nella grande
famiglia europea". Berisha, dal canto suo, tace da domenica sera
dopo essersi intestato una vittoria che non sembra proprio confermata
dalle urne.
Le elezioni politiche di domenica, ma
soprattutto il dopo elezioni sono strettamente controllati
dall'Unione europea, che già due volte ha negato all'Albania la
candidatura ufficiale all'adesione, avvertendo che queste elezioni
parlamentari del 2013 saranno considerate "un test cruciale"
per la sua integrazione.
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