venerdì 28 giugno 2013

LA SERBIA OTTIENE LA DATA PER L'APERTURA DEI NEGOZIATI PER L'ADESIONE ALL'UE

Il Consiglio europeo ha deciso anche l'apertura del negoziato per l'Accordo di stabilizzazione e associazione con il Kosovo. 
Lunedì la Croazia diventa il 28° Paese dell'Unione Europea


I negoziati per l'adesione della Serbia all'Unione europea partiranno ''al piu' tardi a gennaio del 2014'': la notizia è stata diffusa da fonti comunitarie questo pomeriggio, mentre ancora era in corso a Bruxelles il Consiglio europeo. Poi è stato il presidente del Consiglio Ue, Herman Van Rompuy, a confermarla via Twitter. Il Consiglio europeo ha quindi deciso di aprire i negoziati di adesione con la Serbia dando mandato alla Commissione europea di condurre il negoziato sia per l'adesione della Serbia, sia per l'accordo di associazione e stabilizzazione con il Kosovo. Sarà il Consiglio europeo di dicembre a dare il via libera definitivo ai negoziati con Belgrado.

La giornata di oggi, ha detto Van Rompuy in una conferenza stampa a Bruxelles, rappresenta "un momento storico per i Balcani e per l'Ue in generale: non solo diamo il benvenuto alla Croazia come 28mo Paese membro, ma abbiamo anche deciso di aprire i negoziati con la Serbia" e quelli per l'accordo di associazione con il Kosovo. Questo, ha sottolineato, "e' il risultato immediato dell'accordo coraggioso dell'aprile scorso tra Pristina e Belgrado" sulla normalizzazione delle relazioni.

Secondo quanto si è appreso, la maggior parte dei leader europei avrebbe preferito aprire i negoziati con Belgrado nel prossimo autunno, ma la Germania ha insistito su una data di poco successiva. Un compromesso comunque accettabile perché l'importante era dare una data: un ulteriore rinvio senza una decisione chiara sull'apertura del negoziato avrebbe frustrato le attese delle autorità serbe, e di quelle kosovare, che nei mesi scorsi, come ha detto Emma Bonino nella sua recente visita a Belgrado e a Pristina, con lo storico accordo di aprile, si erano meritate l'indicazione di una data certa per il negoziato.

Con il via libera dell'Ue all'apertura dei negoziati la Serbia è tornata a essere trattata con considerazione e rispetto nella comunita' internazionale, nonostante gli ''ostacoli'' della Germania, ha detto il presidente serbo Tomislav Nikolic. ''Ora tutti parlano con rispetto del nostro paese'', ha sottolineato Nikolic, anche se ''vi e' ancora un Paese che cerca di ostacolare la Serbia, cosa che comunque non durera' in eterno'', ha osservato con chiaro riferimento alla Germania. Il premier Ivica Dacic, durante una visita a Bruxelles questa settimana, ha manifestato la speranza che i negoziati non durino che "quattro o cinque anni", e "non dieci" affermando che i 27 possono essere sicuri “che la Serbia farà di tutto per accelerare le riforme. Non vogliamo più perdere tempo, apparteniamo alla famiglia europea", aveva affermato

Il presidente del consiglio Enrico Letta, da parte sua, ha ricordato che "la data certa per l'inizio del negoziato e' un tema su cui ci siamo battuti", sottolineando quanto per l'Italia sia "importante la dimensione balcanica dell'Ue". In questo contesto, dunque, va letto il mandato all'Unione a negoziare l'accordo di stabilizzazione e associazione con il Kosovo, che rappresenta anche questo "un passo importante verso la stabilizzazione dell'area". Quanto alla Croazia, che da lunedì sarà il 28mo Paese membro dell'Ue, Letta ha ricordato che l'Italia "si e' spesa molto per il suo ingresso". Lo stato eccellente dei rapporti bilaterali e l'importanza che la Croazia ha per la nostra economia (l'Italia è il primo partner commerciale) lo dimostra la presenza domenica a Zagabria del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e del ministro degli Esteri Emma Bonino.

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