Lunedì la Croazia diventa il 28° Paese dell'Unione Europea
I negoziati per l'adesione della Serbia
all'Unione europea partiranno ''al piu' tardi a gennaio del 2014'': la notizia è stata diffusa
da fonti comunitarie questo pomeriggio, mentre ancora era in corso a
Bruxelles il Consiglio europeo. Poi è stato il presidente del
Consiglio Ue, Herman Van Rompuy, a confermarla via Twitter. Il
Consiglio europeo ha quindi deciso di aprire i negoziati di adesione
con la Serbia dando mandato alla Commissione europea di condurre il
negoziato sia per l'adesione della Serbia, sia per l'accordo di
associazione e stabilizzazione con il Kosovo. Sarà il Consiglio
europeo di dicembre a dare il via libera definitivo ai negoziati con
Belgrado.
La giornata di oggi, ha detto Van
Rompuy in una conferenza stampa a Bruxelles, rappresenta "un
momento storico per i Balcani e per l'Ue in generale: non solo diamo
il benvenuto alla Croazia come 28mo Paese membro, ma abbiamo
anche deciso di aprire i negoziati con la Serbia" e quelli per
l'accordo di associazione con il Kosovo. Questo, ha sottolineato, "e'
il risultato immediato dell'accordo coraggioso dell'aprile scorso tra
Pristina e Belgrado" sulla normalizzazione delle relazioni.
Secondo quanto si è appreso, la
maggior parte dei leader europei avrebbe preferito aprire i negoziati
con Belgrado nel prossimo autunno, ma la Germania ha insistito su una
data di poco successiva. Un compromesso comunque accettabile perché
l'importante era dare una data: un ulteriore rinvio senza una
decisione chiara sull'apertura del negoziato avrebbe frustrato le
attese delle autorità serbe, e di quelle kosovare, che nei mesi
scorsi, come ha detto Emma Bonino nella sua recente visita a Belgrado
e a Pristina, con lo storico accordo di aprile, si erano meritate
l'indicazione di una data certa per il negoziato.
Con il via libera dell'Ue all'apertura
dei negoziati la Serbia è tornata a essere trattata con
considerazione e rispetto nella comunita' internazionale, nonostante
gli ''ostacoli'' della Germania, ha detto il presidente serbo
Tomislav Nikolic. ''Ora tutti parlano con rispetto del nostro
paese'', ha sottolineato Nikolic, anche se ''vi e'
ancora un Paese che cerca di ostacolare la Serbia, cosa che comunque
non durera' in eterno'', ha osservato con chiaro riferimento alla
Germania. Il premier Ivica Dacic, durante una visita a Bruxelles
questa settimana, ha manifestato la speranza che i negoziati non
durino che "quattro o cinque anni", e "non dieci"
affermando che i 27 possono essere sicuri “che la Serbia farà di
tutto per accelerare le riforme. Non vogliamo più perdere tempo,
apparteniamo alla famiglia europea", aveva affermato
Il presidente del consiglio Enrico
Letta, da parte sua, ha ricordato che "la data certa per
l'inizio del negoziato e' un tema su cui ci siamo battuti",
sottolineando quanto per l'Italia sia "importante la dimensione
balcanica dell'Ue". In questo contesto, dunque, va letto il
mandato all'Unione a negoziare l'accordo di stabilizzazione e
associazione con il Kosovo, che rappresenta anche questo "un
passo importante verso la stabilizzazione dell'area". Quanto
alla Croazia, che da lunedì sarà il 28mo Paese membro dell'Ue,
Letta ha ricordato che l'Italia "si e' spesa molto per il suo
ingresso". Lo stato eccellente dei rapporti bilaterali e
l'importanza che la Croazia ha per la nostra economia (l'Italia è il
primo partner commerciale) lo dimostra la presenza domenica a
Zagabria del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e del
ministro degli Esteri Emma Bonino.
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