giovedì 8 marzo 2012

PER IL KOSOVO BASTA UN ASTERISCO?

L'asterisco è segno tipografico che serve a rimandare a qualcos'altro. Si usa quando necessita una spiegazione che non può essere data subito, ma per la quale si ricorre ad una nota o una precisazione a pié di pagina. E' un segno minore, subordinato, che esiste solo in funzione di qualcosa di più importante. Non chiude il discorso, non afferma, non domanda. Rimanda.
La Serbia non riconosce l'indipendenza proclamata unilateralmente dai kosovari nel 2008 e si è sempre rifiutata di partecipare a incontri ufficiali a cui il Kosovo si presenti come Stato indipendente. Il 24 febbraio scorso, nell'ambito dei colloqui in corso con la mediazione dell'UE, Belgrado e Pristina hanno raggiunto un compromesso per la partecipazione del Kosovo ai forum internazionali.
L'intesa prevede che il Kosovo "sarà presentato con una nota a piè di pagina affiancata al suo nome che farà riferimento alla Risoluzione 1244 (del Consiglio di sicurezza Onu che sancisce l'integrità territoriale serba, ndr) e al parere della Corte internazionale di giustizia (che dichiarò nel 2010 l'indipendenza di Pristina 'non contraria' al Diritto internazionale, ndr)".
In tutte le situazione in cui sarà necessario, il nome "Kosovo" sarà accompagnato da un asterisco che rimanderà alla nota a pié di pagina. Il problema è fino a quando si potranno rimandare le questioni a cui rinvia quella nota. Anche perché i problemi rischiano di moltiplicarsi: del resto, l'asterisco non viene talvolta usato al posto del segno "per" a indicare la moltiplicazione?
E problemi rischiano di presentarsi quanto prima, già in occasione delle prossime elezioni in Serbia, previste tra le fine di aprile e i primi di maggio: se il Kosovo è ancora una provincia serba, i serbi del Kosovo devono poter votare per quella che è ancora la loro patria; ma un tale voto potrebbe provocare danni piuttosto seri sia in Serbia, che in Kosovo, che nelle relazioni internazionali della Serbia che ha appena ottenuto lo status di Paese candidato all'adesione all'UE.
La questione è seria e presenta molto incognite come spiega l'articolo che riporto qui di seguito pubblicato oggi su BalkanInsight.


Serbia Faces Dilemma Over Elections in Kosovo
Belgrade is still mulling the consequences of extending spring elections to its former province after winning EU candidate status.

Bojana Barlovac BIRN Belgrade 08 Mar 12

Serbia's Electoral Commission is due to to discuss the organisational aspects of holding local elections in Kosovo with representatives of the international community this week.
The government will make a final decision by Tuesday on whether to include Kosovo in its next round of local elections, Balkan Insight has learned from the cabinet.
General and local elections are due on April 29 or May 6.
The Kosovo election question comes at a delicate time for Serbia, just after it obtained EU candidate status for membership at the European Union summit in Brussels on March 1.
The country's further progress on the EU path, which now requires getting a date for a start to accession talks, mostly depends on the outcome of ongoing talks with Kosovo.
The mainly ethnic Albanian province unilaterally declared independence from Serbia in February 2008.
But Serbia has vowed never to recognise this act of secession, and it still insists that the land remains part of its own territory.
Belgrade organised both parliamentary and local elections in Serb-majority areas in Kosovo in 2008, but the UN authority in Kosovo, UNMIK, as well as the Kosovo government, condemned these polls as illegitimate.
The US ambassador to Kosovo, Christopher Dell, said on Tuesday that including Kosovo in Serbia's spring polls would inflict more damage on Serbia than on Kosovo.
In recent months, Serbian officials have sounded undecided over whether to include Kosovo in the next round of local elections.
First they insisted that Belgrade could not exclude Kosovo as that would violate the Serbian consitution.
But in the run-up to the decision on EU candidacy, officials moved away from that initial idea, saying it would be difficult to hold the polls in Kosovo without the full consent of international factors.
Serbian parliament speaker Slavica Djukic Dejanovic on Tuesday met local Serb leaders from mainly Serb northern Kosovo to discuss the issue.
She noted that Serbia had a constitutional obligation to call elections in the entire national territory but that international consent was necessary in order to hold them in Kosovo.
Meanwhile, Kosovo's government firmly opposes the idea of another country holding local elections anywhere in Kosovo.
Arber Vlahiu, media adviser to the President of Kosovo, said holding Serbian elections in Kosovo would be illegal and in contradiction with international resolutions.
"Kosovo elections are organized in accordance with the laws and constitution of this country," Vlahiu said on Wednesday.

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