giovedì 29 marzo 2012

BOSNIA: PER DODIK LA DISGREGAZIONE NON E' UNA TRAGEDIA

Di Marina Szikora[*]
La Serbia e' impegnata nel lobbing per la candidatura del suo ministro degli esteri alla carica di presidente dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. La vicina Croazia ha gia' fatto sapere che appoggera' la candidatura del suo concorrente, il candidato della Lituania. Ma il presidente della Republika Srpska, l'entita' a maggioranza serba della Bosnia Erzegovina, Milorad Dodik, afferma in questi giorni che per la RS sara' intollerabile se la BiH non appoggera' il ministro degli esteri della Serbia Vuk Jeremić. Questa nomina e' una questione politica di primo grado per la RS ha spiegato Dodik alla stampa incontrando Jeremić nel capoluogo della RS Banjaluka. Secondo Dodik, se manchera' l'appoggio della BiH alla candidatura di Jeremić questo significhera' che la BiH non rispetta la RS. Jeremić da parte sua ha qualificato l'entita' serba della BIH come "una locomotiva del processo europeo in BiH" assicurando che la Serbia appoggiera' la RS e la BiH in questo processo.


Per quanto riguarda la BiH come paese unico e sovrano, in questi giorni il presidente della RS Milorad Dodik ritorna con il discorso della disgregazione del paese. Secondo Dodik "gli sforzi della comunita' internazionale di centralizzare la BiH hanno avuto insucesso e il paese rischia di disgregarsi se i suoi popoli non raggiungeranno un accordo". La disgregazione della BiH, ritiene pero' Dodik, non dovrebbe essere una tragedia. E' sua intenzione inoltre di sollevare una accusa penale in Austria nei confronti dell'alto rappresentante della comunita' internazionale Valentin Inzko quando finira' il suo mandato in BiH, informa la RTRS: "Valentin Inzko doveva da tempo tornare a casa. Spero che a casa gli sara' piu' bello che in BiH. Non credo che lui sia un uomo cattivo, ma non e' un buono alto rappresentante. Ha imposto le leggi" ha osservato Dodik per il gornale di Vienna 'Die Presse'. "Quello che hanno fatto gli alti rappresentanti e' in contrasto con l'Accordo di Dayton. Hanno destituito i rappresentanti democraticamente eletti e per questo non hanno avuto le competenze" ritiene Dodik spiegando che gli stessi alti rappresentanti hanno inventato da soli le competenze speciali di cui si sono dotati. "Le soluzioni bisogna trovarle all'interno della BiH con la partecipazione di tutti i popoli e non devono esservi imposte soluzioni dall'esterno" ha affermato il presidente della RS. Secondo Dodik l'ufficio dell'Alto rappresentante (OHR) doveva da tempo essere chiuso perche' la BiH, questa la sua opinione, non ha bisogno della sua presenza.


Parlando invece dell'ufficio di rappresentanza della RS che giovedi' scorso e' stato aperto a Vienna, Dodik ha sottolineato che la RS non e' soddisfatta di come gli interessi della RS sono rappresentati dai diplomatici della BiH all'estero. Ha rilevato che "l'Occidente negli ultimi due decenni ha commesso ingiustizie nei confronti dei serbi" aggiungendo che i serbi sono stati sotonizzati e continuano ad essere umiliati, sia quelli della Serbia che quelli della RS. Le forze occidentali, ha proseguito il presidente della RS, hanno riconosciuto il Kosovo per umiliare la Serbia. Secondo le sue parole, la comunita' internazionale si e' servita dello stesso "racconto" relativo al conflitto dei popoli e l'impossibilita' di una vita comune sia in Kosovo che in BiH. Dodik ha ripetuto che la RS non appoggia l'indipendenza del Kosovo e che Belgrado e' anche la capitale dei serbi della BiH.


[*] Corrispondente di Radio Radicale. Il testo è tratto dalla puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda oggi.

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