giovedì 15 marzo 2012

IL SECONDO VERTICE ITALO-SERBO A BELGRADO

Mario Monti e Boris Tadic (Afp)
di Marina Szikora
"La Serbia e' sulla buona strada" ha detto il presidente del Consiglio italiano Mario Monti in visita a Belgrado lo scorso giovedi'. Se la Serbia continuera' ad impegnarsi come lo ha fatto finora, sono reali le aspettative del presidente Boris Tadić che la Serbia entro la fine dell'anno potra' ottenere la data per l'inizio di negoziati di adesione all'Ue, ha detto Monti assicurando che l'Italia continuera' ad appoggiare fortemente la Serbia, a Bruxelles e presso i partner europei per quanto riguarda gli argomenti che portano a veloci integrazioni europee. La Serbia appartiene alla famiglia europea e noi l'aspettiamo con fiducia, ha rilevato il presidente del Consiglio in una intervista esclusiva per il quotidiano di Belgrado 'Blic'.

Mario Monti, ricordiamolo, settimana scorsa ha guidato una delegazioni del suo paese al vertice Serbia-Italia. Secondo l'opinione del presidente Monti, l'attribuizione dello status di candidato all'adesione e' il riconoscimento degli sforzi che il presidente della Serbia Boris Tadić ha investito nell'attuazione delle riforme richieste dall'Ue, consegnando all'Aja tutti i criminali di guerra e raggiungendo accordi concreti nell'ambito del dialogo con Priština in cui l'Ue fa da mediatore.

Al vertice di Belgrado il governo italiano ha partecipato con una folta delegazione ad alto livello ed e' capitata in un momento molto importante, scrive 'Blic'. Come rilevato dal presidente Tadić, incamminandosi sulla via che conduce direttamente all'Ue, si aprono nuove prospettive per uno sviluppo piu' veloce e per l'internazionalizzazione della societa' ed economia serba. L'Italia ha un ruolo attivo in questi processi stabilito nell'accordo sul partenariato strategico dei due paesi, firmato nel 2009. In questa occasione, ha spiegato Monti, si apre una nuova fase di ulteriore avvicinamento nel segno dell'Ue e il rafforzamento dello sviluppo, tenendo conto della complementarita' dei due sistemi economici.

Monti ha precisato che ci sono ben oltre 200 ditte italiane che operano in Serbia e il loro obiettivo e' quello di realizzare un livello di produzione che portera' a migliori posizioni sul mercato mondiale, e in particoalare in Europa centrale ed orientale nonche' nel Mediterraneo sudorientale. In questo modo, le aziende ottengono l'importanza sul piano internazionale e al tempo stesso servono a rafforzare l'industria in Serbia e questo, ha detto il presidente del Consiglio, e' qualcosa di cui l'Italia e' particolarmente orgogliosa.

Se il riconoscimento del Kosovo non e' la condizione per l'integrazione della Serbia nell'Ue, qual'e' allora il livello delle relazioni tra Belgrado e Priština indispensabile affinche' la Serbia possa diventare membro dell'Ue, e' stata una delle domande di 'Blic' a cui Monti ha risposto che le condizioni per l'adesione della Serbia all'Ue sono uguali come quelle per tutti gli altri paesi che vogliono diventare parte della famiglia europea e che sono state stabilite nel 1993 a Kopenhagen. Alla Serbia si chiede di normalizzare gradualmente le relazioni con il Kosovo e di offrire un contributo importante per la stabilita' nella regione curando la collaborazione con i paesi vicini, ha sottolienato Monti ma ha specificato che il governo serbo ha fatto molto in questo senso negli ultimi anni. Con la Croazia le relazioni sono migliorate notevolmente grazie, tra l'altro, alla ottima comunicazione che hanno stabilito Tadić e Josipović. Inoltre, ha detto il presidente del Consiglio, Belgrado da sempre sta dando il suo contributo all'integrita' territoriale della BiH.

Nel corso delle riunioni bilaterali son stati firmati diversi accordi con la parte italiana di cui uno riguarda anche le integrazioni europee, ha spiegato il premier serbo Mirko Cvetković. Il premier serbo ha ringraziato l'Italia per il suo sostegno alla Serbia nell'avvicinamento all'Ue e ha rilevato che cio' rappresenta anche un obbligo a continuare le riforme. Cvetković ha ricordato che l'Italia e' il terzo partner commerciale della Serbia e per quanto riguarda gli investimenti stranieri si trova al quinto posto. L'Italia e' pero' il patner commerciale piu' importante nell'ambito dell'Ue e lo scambio nel 2011 e' stato oltre 3,1 miliardi di dollari. Altri accordi firmati a Belgrado riguardano la lotta contro la criminalita' organizzata, traffico di droghe e terrorismo internazionale. Anche un memorandum sulla collaborazione nelle questioni di protezione civile, il protocollo sullo sviluppo rurale e qualita' agricola, cooperazione nella protezione ambientale.

Doris Pack sull'integrazione europea della Serbia
Per l'inizio dei negoziati di adesione della Serbia con l'Ue e' necessario un governo stabile e proeuropeo nonche' l'attuazione di tutti gli accordi finora raggiunti nel dialogo tra Serbia e Kosovo, ritiene la capo delegazione del PE per l'Europa sudorientale, Doris Pack. Per il giornale di belgrado 'Danas' Pack ha sottolineato che le integrazioni europee della Serbia sono collegate con la normalizazzione delle relazioni con il vicino Kosovo il che crea lo spazio per un lavoro intenso nei settori economico, infrastrutturale e educativo che saranno a servizio di tutti i cittadini. Parlando dell'allargamento dell'Ue, considerando l'attuale crisi dell'Unione, Doris Pack afferma che il processo di allargamento continua per tutta la regione balcanica. E' nell'interesse dell'Ue poiche' la regione e' fortemente collegata con la stabilita' dell'Ue.

[*] Il testo è tratto dalla corrispondenza per la puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda oggi a Radio Radicale

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