Da ieri la Slovenia non e' piu' guidata dal governo di Borut Pahor. Il Državni zbor (parlamento) ha votato la sfiducia all'esecutivo ormai di minoranza con 51 voti a favore contro i 36 voti a favore. All'inizio della seduta del Parlamento, durata otto ore, nel suo intervento, Borut Pahoh ha detto che personalmente non ha problemi con le elezioni anticipate, ma che sarebbe stato meglio se i deputati avessero confermato i cinque candidati proposti come ministri e consentendo in tal modo al suo governo di continuare il mandato. "Quando sono diventato premier, la situazione nel paese era molto peggio di quanto si prevedesse. La Slovenia non era pronta alla recessione, le relazioni coni i paesi vicini erano ad un livello catastrofico. L'economia adesso e' in ripresa, anche se questa crisi non e' stata una corsa a cento metri come molti prospettavano, bensi' una maratona che dura ancora. Sulla scena internazionale la Slovenia adesso e' piu' rispettata che tre anni fa. Le relazioni con i vicini sono molto migliorate, soprattutto con la Croazia", ha detto Pahor in difesa del suo governo aggiungendo di essere consapevole che votare la fiducia ad un governo di minoranza che dietro di sé non ha la maggioranza del Parlamento non e' una mossa popolare, ma che questa sarebbe stata comunque una soluzione migliore che lasciare la Slovenia in questi tempi senza un governo. Il sostegno però non e' arrivato e nonostante le sue parole ferme e fiduciose, secondo l'opposizione negli ultimi tre anni in Slovenia si e' radicata la criminalità e la corruzione in cui, affermano, sono stati coinvolti anche esponenti del governo. Ora c’è un mese di tempo per eleggere un governo provvisorio. Nel caso contrario il presidente della Repubblica, Danilo Tuerk, deve indire le elezioni anticipate che dovrebbero svolgersi tra l'1 e il 20 dicembre.
Le possibilita' che il governo di Pahor si potesse salvare, gia' da tempo erano minime. Negli ultimi giorni, i media sloveni affermavano che di un totale di 90 deputati soltanto 47 si sarebbero pronunciati in difesa del governo. Pahor attualmente ha l'appoggio soltanto dei deputati socialdemocratici e dei Liberali democratici guidati da Katarina Kresel che recentemente si e' dimessa dall'incarico di ministro degli Interni. In effetti, e' proprio con queste ultime dimissioni che le cose per Borut Pahor si sono messe definitivamente male. La sfiducia al governo di Pahor e' il risultato di diversi mesi di clima agitato all'interno della coalizione governativa, dimissioni di ministri e scandali collegati con certi ministri. Dopo il voto in Parlamento, Pahor ha affermato che negli ultimi tre anni molta gente gli aveva detto che il suo lavoro e' molto difficile, in condizioni avverse e che per questo sono dispiaciuti. "A me non e' mai dispiaciuto", ha sottolineato l'ex premier aggiungendo di aver tentato di mettere a disposizione della Slovenia tutte le sue conoscenze ed esperienze. Con la vicenda di ieri, Borut Pahor e' il terzo premier della Slovenia indipendente a finire il suo mandato prima del termine. Prima di lui, questo e' stato il destino di Janez Janša e di Lojze Peterle. Secondo i media e gli analisti politici, l'attuale umore in Slovenia e' piuttosto incline alle elezioni anticipate. Cosi' potrebbe succedere che la Slovenia per la prima volta nella sua storia abbia le elezioni anticipate che potrebbero quasi coincidere con quelle regolari in Croazia previste per il prossimo 4 dicembre.
[*] Corrispondente di Radio Radicale
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