Il Presidente Napolitano e il Presidente Josipović hanno quindi condannato "ancora una volta le ideologie totalitarie che hanno soppresso crudelmente la libertà e conculcato il diritto dell'individuo di essere diverso, per nascita o per scelta“. “In nome dei nostri popoli e per il futuro di tutti noi e dei nostri figli, ci inchiniamo davanti alle vittime che hanno perso la propria vita o il proprio radicamento famigliare" sono state le parole dei due presidenti. “Nel perdonarci reciprocamente il male commesso, volgiamo il nostro sguardo all'avvenire che con il decisivo apporto delle generazioni piu' giovani vogliamo e possiamo edificare in un'Europa sempre piu' rappresentativa delle sue molteplici tradizioni e sempre piu' saldamente integrata dinanzi alle nuove sfide della globalizzazione" hanno proseguito Giorgio Napolitano leggendo il testo in italiano e Ivo Josipović in lingua croata concludendo che "Le nostre minoranze - la numerosa minoranza italiana in Croazia e quella piccola benché vitale croata in Italia, incarnano l'intrecciata profondità delle nostre radici. La Croazia e l'Italia, insieme ed individualmente, opereranno senza riserve in favore dei diritti e della dignita' umana, della fratellanza dei popoli e degli individui nella comune casa europea".
Per la maggior parte dei media croati si e' trattato di un trionfo delle relazioni tra Italia e Croazia in cui si e' voluto girare definitivamente la pagina relativa ai pesi del passato che nella comune famiglia europea devono essere permanentemente superati. Per la prima volta dopo 66 anni dalla Seconda guerra mondiale e 64 anni dalla firma dell'accordo di pace con il quale l'Istria, Fiume e la Dalmazia sono appartenuti alla Croazia, in uno stesso luogo, si sono riuniti numerosi rappresentanti della comunita' italiana in Croazia, poi gli esuli dell'Italia, ma anche gli antifascisti istriani ed i cittadini croati, in presenza dei due presidenti, nell'arena di Pola, il simbolo dell'identita’ di Pola e dell'intera Istria ma anche simbolo delle sofferenze degli italiani dove oltre sei decenni fa si e' svolto il dramma di un esodo di massa, scrive il quotidiano croato di Fiume 'Novi list'. Prima del concerto, i presidenti Napolitano e Josipović hanno incontrato i rappresentanti delle organizzazioni degli esuli. Dopo questo incontro si e' svolto anche quello con i rappresentanti della Lega degli antifascisti il cui presidente, Ratko Maričić ha detto che per loro questo incontro „e' un riconoscimento simbolico che le fondamenta della Croazia si trovano nella lotta antifascista e sui valori dell'antifascismo la Croazia entra nell'Ue“. A fine degli incontri, Napolitano e Josipović hanno piantato simbolicamente una pianta d'ulivo davanti all'Arena di Pola.
Nell'Arena di Pola, scrive l'editorialista del quotidiano di Zagabria Vjesnik Jurica Koerbler, il luogo che nel passato e' stato centro di eventi burrascosi, e' stata raccontata nuovamente la storia degli italiani e dei croati che altrettanto avevano un passato difficile mentre adesso sono l'esempio di due paesi con relazioni di buon vicinato e collaborazione nella nuova Europa. Il passato non si puo' e non si deve dimenticare, ma scavarvi in continuazione apre nuove dolorose ferite. La Croazia e l'Italia hanno superato queste lezioni, scrive l'editorialista di 'Vjesnik' e aggiunge che non e' stato facile. Ancora alcuni anni fa ci sono state anche delle scintille per quanto riguarda la questione degli esuli, fascisti, crimini, fosse. Ognuno aveva la sua verita'. Il messaggio dei due presidenti a Pola e' quello di un appello al dialogo, collaborazione e amicizia. Certamente, gli accordi di Osimo non sono una soluzione ideale, afferma il giornalista croato, restano ancora le questioni aperte del risarcimento, ma cio' va risolo in modo calmo e reale, senza tensioni. Che ci sono ancora problemi lo dimostrano anche le reazioni della minoranza italiana dopo la decisione della Corte costituzionale croata di negare la possibilita' al diritto del doppio voto. Anche in questa occasione, il rappresentante della minoranza italiana si e' appellato al Presidente Josipović di impegnarsi alla riconsiderazione di questa decisione. Come si afferma nell'articolo che porto alla vostra attenzione, l'Italia, nonostante molte difficolta', e' un gigante economico e un paese di incredibili potenziali. E' un' illusione che possiamo cambiare o imparare solo una parte di quello che gli italiani sanno e sono in grado di fare. Pero' con gli amici e' sempre piu' facile anche quando si tratta di economia…i nostri imprenditori devono imparare almeno qualche lezione iniziale di tutte quelle che gli italiani con talento sono stati capaci di imparare tanto tempo fa.
[*] Corrispondente di Radio Radicale. Il testo è tratto dalla corrispondenza per la puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda oggi.
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