Ma il leader liberaldemocratico Jovanovic ribadisce la necessità di una nuova politica
Di Marina Szikora [*]
Settimana scorsa e' stata nel segno degli interventi dei capi di stato e di governo alla 66 Assemblea Generale ONU. Tra questi anche quello del presidente della Serbia Boris Tadić. Come preannunciato e del tutto aspettato, il capo dello stato serbo, anche in questa occasione ha posto al centro del suo discorso il tema Kosovo. Tra i politici serbi, praticamente l'unico a sollevare esplicitamente la necessita' di un approcio nuovo relativo alla politica della Serbia verso il Kosovo, da lungo tempo e' il leader liberaldemocratico Čedomir Jovanović. Per Jovanović, il presidente della Serbia Tadić ha mancato all'occasione di promuovere una nuova politica serba alle Nazioni Unite e ha ripetuto che LDP si impegna per l'attuazione del piano Ahtisaari nella soluzione della crisi kosovara. Ad una conferenza stampa, Jovanović ha valutato che Tadić ha mancato all'occasione di promuovere una politica che avrebbe trovato comprensione nel mondo senza la quale non e' possibile risolvere i problemi e dare risposta alla piu' grave crisi che la Serbia sta' affrontando.
Secondo il leader liberaldemocratico "Tadić con il suo intervento ha condotto un dialogo con se stesso. Non abbiamo udito nessuna idea nuova, soltanto molte frasi, atteggiamenti che ripetiamo, nei quali noi stessi non crediamo piu' e che soltanto confermano la mancanza di idee della leadership di questo paese". Secondo le sue parole, l'intervento di Tadić all'Assemblea Generale ONU pronunciato venerdi' scorso impegna LDP di ripetere ancora una volta i passi che la Serbia deve intraprendere per uscire, ha detto Jovanović, dal vicolo cieco. "Invece delle soluzioni che nessuno capisce e che sono molto lontane dalla vita, e qui intendo la frase sulla necessita' di condurre un costante dialogo e che soltanto attraverso il compromesso e' possibile trovare una soluzione, noi insistiamo sul documento Ahtisaari come base sulla quale e' possibile costruire il futuro della comunita' serba in Kosovo" ha detto Jovanović. Ha aggiunto che LDP propone una rielaborazione del piano Ahtisaari per risolvere il problema delle relazioni tra serbi e albanesi in Kosovo e tra Belgrado e Priština. Il leader liberaldemocratico ha rilevato che se adesso si fallisce in questa occasione, la Serbia rimarra' senza quei meccanismi del documento Ahtisaari che proteggono anche i diritti dei serbi kosovari. "Dobbiamo decidere se continueremo a lottare per quello che non esiste, vale a dire per lo stato serbo in Kosovo, oppure inizieremo finalmente a riflettere di serbi che in Kosovo ci vivono" ha concluso Čedomir Jovanović.
Il presidente del Partito liberaldemocatico ha criticato cosi' il discorso del presidente della Serbia Boris Tadić davanti all'Assemblea Generale Onu in cui il capo dello stato serbo ha sottolineato due obiettivi della Serbia: assicurare l'accordo comunemente accettabile sul Kosovo che acconsentirebbe ferme garanzie alla comunita' serba e un accelerato avanzamento sulla via verso l'adesione all'Ue. Secondo Tadić, entrambi questi obiettivo sono realizzabili e ritiene che sarebbe poco serio se qualcuno pensasse che uno di questi obiettivi deve essere sacrificato nell'interesse dell'altro. Sono gli altri che dovrebbero decidere se la realizzazione di questi due obiettivi e' positiva per la regione balcanica e per la sua stabilita', ha detto Tadić dicendosi convinto che questo e' nell'interesse di tutti. Ha ringraziato tutti i membri Onu che non hanno riconsociuto l'indipendenza unilaterale del Kosovo rispettando gli obblighi della Carta delle Nazioni Unite sul rispetto della sovranita' ed integrita' territoriale della Serbia. Parlando del tentativo delle autorita' kosovare dello scorso luglio ad imporre i loro doganieri alle frontiere del nord del Kosovo, Tadić ha rilevato che la Serbia ha fatto il tutto possibile per ostacolare la difusione delle violenze. "La Serbia, vi assicuro, rimarra' impegnata nel dialogo con Priština" ha detto il presidente serbo aspettandosi che la Kfor e l'Eulex, in base alla Risoluzione 1244 rimangano neutrali. Ai margini dell'Assemble Generale, il presidente della Serbia ha tenuto colloqui con il segretario di stato americano Hillary Clinton sulla "collaborazione eccezionale tra Serbia e Stati Uniti nella lotta contro la criminalita' organizzata e terrorismo" e ha ringraziato Washington per il sostegno all'ingresso della Serbia nell'Ue. Tadić ha constatato pero' che continuano ad esserci divergenze tra i due paesi sul tema Kosovo.
Per il presidente della Serbia, qualsiasi tipo di comprensione sulla questione Kosovo deve avere come precondizione fondamentale un accordo su quattro questioni che, secondo Tadić, sono cruciali per la protezione dei serbi in Kosovo. La prima questione riguarda lo status della popolazione serba al nord del Kosovo. La seconda questione, ritiene Tadić, implica una efficace decentralizzazione del Kosovo. I serbi che vivono nelle enclavi, ha spiegato il capo dello stato serbo, devono avere gli standard politici, giuridici ed economici per una vita normale e progresso. In questo senso, ha ribadito Tadić, la Serbia resta pronta ad offrire tutto il sostegno indispensabile a questa popolazione minacciata. Come terza questione ha menzionato lo status della Chiesa ortodosssa serba e dei suoi luoghi sacri in Kosovo, sottolineando la necesitta' della loro salvaguardia, status speciale, protezione dell'identita' unica il che rappreseenta una importanza fondamentale. Tadić ha aggiunto che bisogna risolvere anche la questione del patrimonio, intendendovi il patrimonio delle persone internamente trasferite del Kosovo e quello di tipo commerciale.
Il presidente Tadić ha sottolineato che la Serbia ha adempiuto i criteri per ottenere lo status di candidato per l'adesione all'Ue. "Il nostro desiderio di aderire all'Ue rappresenta la piattatorma sulla quale intendiamo lavorare per realizzare i nostri obiettivi. La collaborazione regionale e' la pietra miliare della nostra diplomazia e crediamo che essa sia positiva per tutta la regione" ha detto Tadić nel suo intervento alle Nazioni Unite. In questo contesto ha valutato che con la Croazia e' stato istituito un livello di fiducia del tutto nuovo, il che e' importante dal punto di vista strategico anche per la stabilita' della BiH. Ricordando che la Serbia ha impegnato grandi sforzi per arrestare tutti gli imputati di crimini di guerra e in tal modo ha adempiuto l'obbligo anche verso se stessa e verso la comunita' internazionale, Tadić ha detto che questo testimonia la volonta' di Belgrado di creare un clima per la piena riconciliazione nella regione e ha ripetuto l'appello al Consiglio di Sicurezza di iniziare le indagini sul presunto traffico di organi umani in Kosovo.
[*] Il testo è tratto dalla corrispondenza per la puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda oggi a Radio Radicale
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