Foto Sergei Supinski / AFP |
Continuano in Ucraina le proteste
contro la rinuncia del governo a firmare l'Accordo di associazione
con l'Unione Europea, che secondo l'opposizione filoeuropea
consegnerà definitivamente il Paese all'influenza della Russia.
Diverse manifestazioni si sono svolte negli ultimi giorni in varie città. Epicentro
della protesta la piazza Maidan di Kiev, il luogo simbolo della
rivoluzione arancione dove ieri si è svolta la più grande manifestazione da quei giorni del 2004. Il nuovo movimento è già stato
battezzato EuroMaidan. I dimostranti si sono accampati anche in
piazza d'Europa di fronte alla sede del governo. Gruppi di
manifestanti hanno anche tentato di entrare nell'edificio, ma sono
stati respinti dalla polizia antisommossa. I manifestanti sono
rimasti quindi all'esterno dell'edificio dove già in precedenza
c'erano stati incidenti.
Il leader dell'Alleanza democratica
ucraina per le riforme, il campione del mondo di boxe Vitali
Klitschko, ha lanciando una appello a mantenere la pressione sul
regime del presidente Viktor Yanukovych fino al vertice del
partenariato orientale fissato per giovedì e venerdì e nel corso
del quale avrebbe dovuto essere firmato l'Accordo di associazione con
l'UE. “Continueremo a manifestare finché l'accordo non verrà
firmato”, ha detto Klitschko, annunciando che l'opposizione intende
chiedere l'annullamento della decisione di non firmare le dimissioni
del governo. Anche Yulia Tymoshenko, l'ex premier avversaria di
Yanukovych, condannata a sette anni di reclusione, ha lanciato un
appello dal carcere chiedendo di intensificare la pressione sul
governo prima del vertice con l'UE annunciando in contemporanea
l'avvio di uno sciopero della fame a oltranza.
Il governo ucraino ha deciso la scorsa
settimana di rinunciare alla firma dello storico accordo con l'UE. Il
premier Azarov ha dichiarato in parlamento che la decisione del
governo è stata dettata "esclusivamente da ragioni economiche",
ma non rimette in causa l'orientamento europeista del Paese. In
un'intervista alla tv russa ha poi accusato Bruxelles di essere
responsabile della situazione non volendo sostenere l'integrazione
finanziaria dell'Ucraina promettendo solo un miliardo di euro per i
prossimi sette anni. Sta di fatto che da tempo la Russia,
destinataria di un quarto delle esportazioni ucraine, preme perché
Kiev aderisca invece all'Unione doganale creata con Bielorussia e
Kazakistan e alla quale sembra ormai intenzionata a partecipare anche
l'Armenia. Per i leader dell'opposizione Kiev sta semplicemente
cedendo alle pressioni della Russia e hanno quindi chiamato la gente
a proseguire la mobilitazione.
Da Bruxelles, per altro, confermano che
la porta è ancora aperta: “L'offerta di firmare un accordo di
associazione e una zona di libero scambio senza precedenti è sempre
sul tavolo”, hanno dichiarato in un comunicato congiunto i
presidenti del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, e il presidente
della Commissione, José Manuel Barroso, aggiungendo di “disapprovare
fortemente la posizione e le azioni della Russia”,
accusata di aver esercitato indebite pressioni su Kiev. Ieri il
presidente Viktor Yanukovich ha lanciato un appello alla pace, ma ha
ribadito la versione del governo per il quale la firma è stata
bloccata per motivi esclusivamente economici. Impossibile non notare,
tuttavia, che l'accordo è saltato proprio quando il Parlamento
avrebbe dovuto discutere la possibilità di cura all'estero del
detenuti, norma che permetterebbe la scarcerazione di Tymoshenko, che
è una delle condizioni poste dall'UE per proseguire il processo di
integrazione.
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