venerdì 15 novembre 2013

BOSNIA: A MENO DI UN ANNO DALLE ELEZIONI LA SITUAZIONE POLITICA RESTA FERMA

Ma l'alto rappresentante Onu resta speranzoso e nella Republika Srpska sembra crescere l’opposizione contro Dodik

A poco meno di un anno dalle elezioni politiche in Bosnia Erzegovina, iniziano le prime analisi di quella che potrebbe essere la lotta elettorale in un Paese che resta una grande incognita quando si tratta di stabilita’ politica e di prospettive europee. Qui di seguito la corrispondenza di Marina Szikora per la puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda il 14 novembre a Radio Radicale.

Nella Republika Srpska, l'entita’ a maggioranza serba della Bosnia Erzegovina, si sta formando, cosi’ almeno sembra, un forte blocco di opposizione. Annunci di questo tipo ci sono stati da anni ma alla fine, come si puo’ leggere in un commento della Deutche Welle, finora alla formazione di un tale blocco si sono sovrapposti piccoli interessi politici dell’opposizione. Adesso il leader del Movimento popolare democratico, Dragan Čavić, afferma che e’ giunto il momento per rovesciare l’attuale potere con mezzi democratici. Avverte comunque che il contrario potrebbe avvenire soltanto con brogli elettorali. In questo blocco di opposizione, si dice, ci sara’ posto per tutti i partiti che vogliono congiuntamente opporsi al regime dell’attuale presidente Milorad Dodik.

Dodik e’ stato eletto premier 15 anni fa e all’epoca il suo partito aveva soltanto due seggi in parlamento. Il suo successo, negli anni seguenti, secondo molti e’ dovuto al fatto che era il prediletto della comunita’ internazionale, ma adesso le cose stanno diversamente. Tuttavia, l’uomo forte della Republika Srpska continua ad essere convinto della propria vittoria anche alle prossime elezioni. Secondo la Deutsche Welle, negli ultimi mesi i rappresentanti internazionali in Bosnia Erzegovina, tra cui anche gli ambasciatori dei Paesi piu’ potenti, evitano incontri con Dodik e molti si chiedono che cosa e’ rimasto del silenzioso appoggio al suo partito. Gli analisti affermano che questo appoggio e’ venuto a mancare a causa della retorica di Dodik che negli ultimi anni ha continuato a sostenere l’indipendenza della Republika Srpska a danno dell’integrita’ della Bosnia.

Secondo uno degli analisti politici locali, Miloš Šolaja, direttore del Centro per le relazioni internazionali di Banja Luka, alle prossime elezioni ci saranno meno interferenze dall’esterno anche se una parte della comunita’ internazionale vi rimarra’ fortemente presente, ma il suo ruolo non sara’ decisivo. Sempre secondo gli analisti, dalla prospettiva odierna e’ difficile prevedere chi sara’ il vincitore alle prossime elezioni che si terranno tra un anno, ma sono convinti che Dodik e il suo partito (SNSD) non avranno l’appoggio di cui godevano nelle precedenti sfide elettorali. Quale che sia l’attuale umore, l’opposizione dovra’ lavorare con molto impegno e presentarsi unita poiche’ Dodik e il suo partito hanno ancora la fiducia di una gran parte dei cittadini della Republika Srpska.

Intanto l’Alto rappresentante dell'Onu per la Bosnia Erzegovina, Valentin Inzko, incontrando a New York il segretario generale Ban Ki-Moon ha rilevato che la situazione richiede ancora la piena attenzione della comunita’ internazionale per garantire la salvaguardia della stabilita’ e passi avanti nella ricostruzione del Paese e nella riconciliazione dei suoi popoli. Purtroppo, dal suo ultimo rapporto presentato lo scorso maggio davanti al Consiglio di sicurezza e a poco meno di un anno dalle elezioni la situazione non e’ cambiata. I leader politici, ha detto Inzko, non hanno ancora mostrato la volontà di voler realizzare le riforme politiche ed economiche indispensabili affinche’ il Paese possa andare avanti e non hanno nemmeno intrapreso seri sforzi per fa avanzare il processo di integrazione euro-atlantica. Tuttavia, Inzko si e’ detto fiducioso che i leader locali possano lavorare molto di piu’ e che ci sia ancora la possiblita’ che i partiti della coalizione governativa a livello statale possano raggiungere un avanzamento a lungo termine nell’adempimento delle condizioni per l'integrazione europea e per l’adesione alla Nato prima delle elezioni dell’ottobre 2014.

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