martedì 12 novembre 2013

ALBANESI NEL PD

Visto tutto il gran parlare e le polemiche fatte in questi giorni sul presunto mercato delle tessere in vista delle primarie per l'elezione del prossimo segretario del Partito Democratico, mi pare utile riportare qui la testimonianza di Ismail Ademi pubblicata su Albania News. Con una mia osservazione: mi pare innegabile che la notizia dell'iscrizione di italo-albanesi al PD sia stata data spesso con una neanche troppo nascosta vena di razzismo. Albanesi nel PD? E' evidente che qualcosa non quadra! Fossero stati dei collezionisti di francobolli o dei ferrotramvieri o dei giocatori di briscola... Ma degli albanesi!!
Se ci si pensa un po' - fate le dovute differenze - è una storia che assomiglia a quella dei rom greci "rapitori" della bambina bionda. Si sa che gli zingari rapiscono i bambini! Poi l'esame del Dna dimostra il contraio, ma quelli sempre zingari restano!



La questione Asti(O) albanesi nel PD
da Ismail Ademi - Albania News, 12 novembre 2013

Troppe iscrizione di cittadini stranieri, e quindi sospendiamo il congresso provinciale del PD di Asti. Questo titolo, riportato in modi simili in molti giornali, ha tenuto banco per alcuni giorni.
Ecco, da italo albanese ed nativo del Partito Democratico, affermazioni di questo tipo non mi piaciono e penso siano lesive sia per gli italo albanesi che cercano di impegnarsi in politica che per il partito stesso.

Hasan Bucari e Marian Bjeshkeza, due italo albanesi, si sono candidati nella lista del candidato segretario Ferrero (area renziana).

Per arrivare all’elezione e al successo della propria lista, hanno sensibilizzato, mobilizzato e a quanto pare convinto, molti loro conoscenti, parenti, amici e colleghi, a fare la tessera del PD per poterli votare, e partecipare cosi attivamente alla vita politica del partito.

Solitamente quando uno qualsiasi si candida ad un incarico politico non coinvolge la sua comunità? Quando uno si candida a fare il consigliere comunale non chiama gli ex compagni di classe, i colleghi di lavoro, i parenti ecc, per aumentare il proprio consenso elettorale? Cosa cambia in questo caso? Dove sta l’anomalia? Per favore qualcuno me la spieghi.

Gli albanesi in Italia sono oltre 500 mila, e di questi ben 60 mila hanno la cittadinanza italiana. Votanti sono intorno ai 27 mila, all’incirca lo stesso numero di elettori che è bastato alla coalizione di centro sinistra guidata da Prodi, per vincere le elezioni nel 2006.

Il trend di concessione di cittadinanze per gli immigrati albanesi è in crescità, in quanto tra le comunità più radicate e integrate sul territorio nazionale. Nei prossimi 10 anni si stima che gli italo albanesi, quindi elettori a tutti gli effetti, saranno oltre 150 mila. A quel punto penso che non si potranno ignorare.
Nel fratempo, molti italo albanesi, oltre al sottoscritto, sono impegnati nel PD a vari livelli e sparsi su molti territori. È una militanza che va avanti da anni, dalla nascita del PD, e che ancora non si è materializzata in una rappresentazione degli organi dirigenti del partito e tantomeno in cariche politiche.

Va ricordato, a beneficio dei lettori, che tra i pochissimi aspetti positivi del “Porcellum” vi è la possibilità per i partiti di inserire nelle liste bloccate alcune categorie di persone che altrimenti non possono avere rappresentanza. Tra queste, gli italiani di origine immigrata potevano essere una categoria, qualora ci fosse volontà politica seria e non solo corsa di poltrone.

La comunità albanese, in un grande segno di unità( oltre 40 associazioni su tutto il territorio nazionale) e consapevolezza, mi aveva proposto alla vigilia delle ultime elezioni politiche, come potenziale candidato parlamentare per il PD alle elezioni politiche. Per una serie di motivi, ciò non si avverò, forse anche per la poca consapevolezza del partito stesso del potenziale della comunità italo albanese in Italia e soprattutto del messaggio di integrazione che in questi casi si veicola, fidelizzando cosi un segmento di elettorato (perché alla fine tutti i partiti politici tendono a convincere l’elettorato sulla bontà della loro proposta politica).

Ad oggi non vi è nessun italo albanese che sieda in un consiglio regionale, in una giunta comunale di medio grandi dimensioni, in parlamento e in organi nazionali e regionali di rilievo del PD. Nonostante ciò partecipano, partecipiamo alla vita del partito, riconoscendone gli aspetti positivi, primo fra tutti la possibilità di partecipare attivamente, attivamente e passivamente.

Ecco quindi, continueremmo a partecipare attivamente, a coinvolgere la comunità italo albanese in una emancipazione socio politica che ci metta nelle condizioni di dare a questo paese una parte di quello che abbiamo ricevuto.

Quindi per le primarie del 8 dicembre, mi auguro che ci sia una partecipazione significativa degli italo albanesi e che il nuovo segretario del PD che ne uscirà vincitore sappia valorizzare questi percorsi anche dopo il voto.

Per tutti quelli che “che bello il nuovo sindaco di New York”

Negli USA, per esempio, i voti italo americani sono considerati importantissimi, tanto che alla cena della NIAF (Italian American Foundation) vi partecipano molto spesso i candidati alla Casa Bianca. Sta di fatto che sulla base delle loro affermazioni sugli italiani, i candidati rischiano di perdere o guadagnare consensi. Agli inizi della loro partecipazione politica le comunità di origine immigrata sono più propense ad appoggiare il centro sinistra (sommariamente identificato negli USA con i Democratici),e con il passare del tempo e anche la progressione sociale finiscono per avvicinarsi anche al centro destra.

Obama e Romney (perché su questo negli USA sono uguali)

Nell’ultima campagna elettorale hanno concentrato buona parte della loro propaganda verso la comunità ispanica, molto numero negli USA e soprattutto negli stati in bilico. Obama addirittura ha speso milioni di dollari per fare degli spot in lingua spagnola in tv e convincere i latinos a votare per lui.
Poi comunque alla fine sta ad ognuno di noi, decidere se l’Italia debba diventare un paese moderno, oppure perdersi a guardare nel suo ombelico provinciale.

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