sabato 23 febbraio 2013

CIPRO SCEGLIE IL NUOVO PRESIDENTE CHE DOVRA' TRATTARE GLI AIUTI PER EVITARE IL DEFAULT

I tre candidati alla presidenza durante un confronto tv
Domani la Repubblica di Cipro sceglierà al ballottaggio il suo nuovo presidente che succederà a Dimitris Christofias, tra il favorito Nicos Anastasiades, candidato della destra che pur avendo vinto con ampio margine il primo turno, ottenendo il 45,4% dei voti, non è riuscito ad evitare il ballottaggio, e il candidato indipendente, sostenuto dai comunisti al governo, Stavros Malas che ha raccolto il 26,9% delle preferenze. L'ex premier Giorgos Lillikas, anche lui indipendente ma sostenuto dai socialisti, con il suo 24,9% di voti, sarà dunque l'ago della bilancia.

Anastasiades, leader del partito Disy, è considerato un duro e si è presentato agli elettori come l'uomo più adatto a negoziare il prestito internazionale di cui Cipro ha urgente bisogno per garantire la sopravvivenza della sua economia arrivata sull'orlo della bancarotta. Perché è stata la crisi economica, più che il negoziato con Cipro Nord per la riunificazione dell'isola, il tema al centro della campagna elettorale: la priorità del nuovo capo dello Stato sarà infatti quella di ottenere il più rapidamente possibile gli aiuti internazionali necessari per evitare il default. Come i negoziati sulla riunificazione, anche le trattative con la "troika" Ue, Bce e Fmi non hanno portato finora ad alcun risultato concreto e il tempo stringe.

In ballo ci sono circa 17 miliardi di euro, di cui 10 destinati al settore bancario messo in ginocchio dalla crisi della Grecia con le cui banche gli istituti di credito ciprioti hanno stretti legami. Il governo di Nicosia ha accettato un aumento dell'Iva, ma non il programma di privatizzazioni proposto dai creditori e considera troppo stringenti le condizioni poste per lo sblocco dei prestiti. Fra i tre candidati alla presidenza solo Lillikas si è opposto al piano di aiuti, proponendo in alternativa di puntare sullo sfruttamento dei giacimenti di gas naturale scoperti al largo delle coste dell'isola per il cui pieno sviluppo tuttavia occorreranno ancora molti anni.

Quanto alla questione della riunificazione dell'isola [*], il cui negoziato e da tempo bloccato in una impasse di cui non si vedono vie d'uscita, Anastasiades si era detto a suo tempo favorevole al piano proposto dieci anni fa dalle Nazioni Unite. Il piano, approvato dai turco-ciprioti con un referendum, fu invece respinto clamorosamente dai greco-ciprioti con un'analoga consultazione popolare. Oggi il leader del Dysi e probabile nuovo presidente viene considerato dalla comunità internazionale il candidato più credibile per ottenere una soluzione della questione che pesa in maniera determinante anche sul negoziato di adesione all'Ue della Turchia.

[*] Si tratta, come si sa, di una vicenda storica molto complessa. Per limitarci ai tempi più recenti, possiamo dire in estrema sintesi che nel 1974 un tentativo di golpe che avrebbe portato all'annessione dell'isola alla Grecia provocò l'intervento militare di Ankara a difesa dei turco-ciprioti. Da allora Cipro è divisa in due Stati: nella parte settentrionale la Repubblica di Cipro Nord (turco-cipriota), che vive in una situazione di sostanziale isolamento politico, economico e commerciale in quanto riconosciuta e sostenuta solo dalla Turchia, in quella meridionale la Repubblica di Cipro (greco-cipriota), unica entità internazionalmente riconosciuta. Il piano elaborato dall'Onu, la cui approvazione da entrambe le parti era la condizione da cui avrebbe dovuto dipendere l'ingresso nell'Unione Europea, fu approvato dai turco-ciprioti che vennero poi beffati da Bruxelles che con un clamoroso voltafaccia, nonostante i greco-ciprioti lo avessero respinto, diede ugualmente via libera all'adesione.


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