Il premier serbo Dacic dagli Usa nega i suoi rapporti con il clan Saric e smentisce l'ipotesi di elezioni anticipate
Il premier serbo Ivica Dacic |
Per quanto riguarda le relazioni tra Belgrado e Priština, va rilevato l'atteso incontro tra i due presidenti, Tomislav Nikolić e Atifete Jahjaga, avvenuto settimana scorsa che secondo i commenti rappresenta un passo significativo e l'annuncio che il dialogo politico della Serbia con Priština dovrebbe proseguire il prossimo 19 e 20 febbraio.
Il premier serbo Ivica Dačić in una intervista alla "Voice of America", durante il suo soggiorno negli Stati Uniti ha osservato che si tratta, secondo la sua opinione, di un passo avanti significativo e ha spiegato che la Serbia ha una politica comune basata innanzitutto sul tentativo, attraverso il dialogo, quindi come fattore attivo, di partecipare comunque nel processo decisionale, di tentare a difendere gli interessi nazionali e statali. Il premier serbo ha ammesso pero' di non essere a conoscenza di tutto quello che i due presidenti si sono detti durante l'incontro. Ha ricordato che e' stata un'idea del presidente Nikolić e del Partito del progresso quello di alzare il dialogo a livello politico e che lui stesso ha accettato la proposta di guidare i negoziati poiche' dall'altra parte c'e' Hashim Thaqi. "Questo processo non si deve interpretare come colloqui tra Thaqi, me e Cathrin Ashton bensi' al contrario deve essere parte di un tentativo per trovare il compromesso e una soluzione giusta che non tocchera' lo status e non costringera' la Serbia a riconoscere l'indipendenza del Kosovo ma che regolamentera' il modo di organizzare la vita in quella parte del territorio che secondo la risoluzione 1244 e' considerato particolare", ha sottolineato Dačić.
Il premier serbo ha rilevato che la difesa degli interessi nazionali "non sara' un lavoro facile" e che Belgrado e Priština nel prossimo periodo attendono temi difficili nel dialogo. Dačić ha confermato il proseguimento del dialogo per il 19 e 20 febbraio aggiungendo che il tema chiamato come 'istituzioni parallele', strutture parallele, secondo lui e' piuttosto 'il parallelismo delle istituzioni'. Si cerca, afferma Dačić, il modo come sbloccarle, vale a dire un modo accettabile sia per Priština che per i serbi che vivono al nord e non soltanto al nord bensi' in tutto il Kosovo. Come ha spiegato, si tratta di una questione fondamentale di cui si occupano sia la piattaforma che la risoluzione del Parlamento serbo e ha precisato che esse non sono state elaborate per frenare il dialogo ma al contrario per essere la risposta serba alle domande che si pongono. Nel corso della sua visita negli Stati Uniti, da Washington, Dačić ha detto che sia gli Stati Uniti che l'Ue si aspettano un progresso nel dialogo ma questo dialogo, secondo il premier serbo, non si puo' definire in modo tale che ci siano dei condizionamenti ma e' importante che gli accordi raggiunti vengano realizzati sul terreno. Dačić si e' espresso positivamente sull'incontro dei presidenti della Serbia e del Kosovo in quanto un sostegno al dialogo e parte del dialogo ma secondo le sue parole, l'opinione di Belgrado e Priština sullo status del Kosovo continua ad essere contrapposta.
Alle domande dei giornalisti sui suoi contatti con Rodoljub Radulović, appartenente al clan criminale del boss Darko Sarić e sull'interesse degli americani su eventuali elezioni anticipate, temi che in questi giorni sono al centro dell'attenzione in Serbia, Dačić ha ripetuto di non avere mai avuto incontri con appartenenti a organizzazioni criminali e che la Serbia e' fortemente impegnata nella lotta alla criminalita' organizzata e alla corruzione e nel perseguimento di tutti coloro che devono essere portati davanti alla giustizia. Per quanto riguarda le elezioni anticipate, Dačić ha risposto che gli Stati Uniti sono convinti che questo governo deve continuare il suo lavoro, che sono stati raggiunti risultati importanti e che Washington appoggia l'attuale esecutivo di Belgrado.
[*] Corrispondente di Radio Radicale. Il testo è tratto dalla trascrizione della corrispondenza per la puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda oggi.
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