Hashim Thaci, Carherine Ashton e Ivica Dacic |
La questione dell'autonomia per i serbi
del Kosovo è contenuta nella risoluzione approvata di recente dal
parlamento di Belgrado. La Serbia, pur senza riconoscere
l'indipendenza dichiarata unilateralmente dagli albanesi nel 2008,
sarebbe pronta a rinunciare a rivendicazioni territoriali in Kosovo,
in cambio di un ampia autonomia per i serbi. “La via per una
soluzione è aperta” ha detto Dacic dopo l'incontro, mentre Thaci
si è definito “più ottimista che in passato”. I due premier
hanno concordato di tornare a vedersi il mese prossimo.
Dunque, per quanto difficile e
sofferto, il dialogo tra Serbia e Kosovo, mediato da Bruxelles,
sembra iniziare a dare risultati concreti, tanto sul piano della
normalizzazione dei rapporti bilaterali, quanto su quello
dell'avanzamento del processo di integrazione europea di Pristina e,
in particolare, di Belgrado. E' importante, soprattutto, che sia
stato avviato il confronto sullo status della minoranza serba in
Kosovo. Per la prima volta, pur mantenendo il rifiuto di riconoscere
l'indipendenza, la Serbia sembra disponibile a rinunciare a
rivendicazioni territoriali nei confronti di quella che continua a
considerare – anche sulla base della risoluzione 1244 dell'Onu –
una sua provincia.
Qui di seguito la trascrizione della
corrispondenza di Marina Szikora per la puntata di Passaggio a Sud
Est andato in onda oggi a Radio Radicale.
A Bruxelles, settimana scorsa, si e'
proseguito con l'incontro tra il premier serbo e quello kosovaro
sotto il patrocinio della capo della diplomazia europea Catherine
Ashton. L'alto rappresentante dell'Ue per la politica estera e di
sicurezza ha incontrato i due premier anche separatamente. Cosi' una
cena di lavoro di cinque ore tra Ashton e il premier serbo Ivica
Dačić. Il risultato di questo incontro e' stato l'accordo che i
soldi che provengono dal pagamento doganale ai confini amministrativi
andranno in un fondo speciale per lo sviluppo dei comuni al nord del
Kosovo che verra' formato in modo tripartito, sotto l'egida dell'Ue,
ha spiegato Dačić.
Il premier serbo ha precisato che il
quarto round di colloqui e' stato un dialogo aperto e che "per
la prima volta in modo serio si e' trattata la questione delle
istituzioni parallele e il rapporto speciale verso il popolo serbo
che vive in Kosovo". "Si e' parlato di come arrivare alle
istituzioni che sono comuni e accettabili sia per Priština che per i
serbi kosovari" ha illustrato Dačić e ha aggiunto che l'altro
tema, strettamente collegato a questo, e' stata la peculiarita' della
comunita' serba in Kosovo. "Ognuno di noi ha illustrato qualcosa
di suo a questo proposito. Non si puo' pretendere che la questione
sia risolta in una serata, si tratta di questioni fondamentali",
ha rilevato il premier serbo. Dačić ha sottolineato che e'
importante raggiungere un avanzamento nel dialogo e si e' detto
ottimista quando si tratta delle aspettative che la Serbia fino
all'inizio del prossimo luglio ottenga una data per l'inizio dei
negoziati di adesione all'Ue.
Dall'altra parte pero', i media di
Priština informano che dopo la riunione il premier Thaci ha
comunicato che e' stato raggiunto un accordo sulle tasse doganali che
esse verranno pagate secondo le leggi kosovare. Sempre secondo le
informazioni dei media kosovari, Thaci avrebbe dichiarato che si e'
parlato dell'eliminazione delle istituzioni parallele al nord del
Kosovo e che ai "serbi al nord verra' data l'occasione di
eleggere i loro rappresentanti legittimi nelle istituzioni locali".
Dall'ufficio di Catherine Ashton e' stato invece rilasciato un
comunicato in cui e' stato confermato che i due premier hanno
concordato un accordo temporaneo sul pagamento doganale e le tassi ai
confini amministrativi. "Abbiamo avuto un dialogo lungo e
costruttivo e abbiamo concordato che per ragioni di un dialogo
intenso ci ritroveremo a febbraio quando speriamo di raggiungere un
avanzamento significativo in base alle conclusioni del Consiglio
europeo dello scorso dicembre" conclude il comunicato di
Catherine Ashton.
A seguito del dialogo, il premier Dačić
ha incontrato sempre a Bruxelles anche il presidente del Consiglio
europeo, Hermann van Rompuy il quale ha rilevato che sono
indispensabili nuovi passi verso la normalizzazione delle relazioni
della Serbia con il Kosovo. Dačić da parte sua ha detto di
aspettarsi l'inizio dei negoziati di adesione al piu' presto "poiche'
il popolo serbo merita di vivere meglio"."L'Ue soddisfera'
gli obblighi verso la Serbia" ha detto Van Rompuy ma ha
sottolineato che oltre alle indispensabili riforme sono necessari
anche nuovi passi verso la normalizzazione delle relazioni con il
Kosovo. Il presidente del Consiglio europeo ha ricordato che la
prossima primavera si esaminera' l'avanzamento nel dialogo tra
Belgrado e Priština e successivamente verra' presa la decisione
sull'inizio dei negoziati di adesione.
All'emittente serba B92 Dačić ha
detto che ognuno puo' interpretare le cose a modo suo ed ha tenuto a
precisare che non e' vero che si e' iniziato con lo smantellamento
delle istituzioni parallele, bensi' che e' iniziato il colloquio su
questo tema. Ha aggiunto che si verra' alla soluzione presentata
nella piattaforma serba sul Kosovo. "Non riconosciamo
l'indipendenza del Kosovo, ma ci interessa come e' organizzato il
popolo serbo, vale a dire come funzionera' la comunita' dei comuni
serbi", ha spiegato Dačić.
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